AlbinoLeffe – Virtus Vecomp Verona 0-0
ALBINOLEFFE (3-4-2-1): Pagno sv; Milesi 6, Marchetti 6, Riva 6; Gusu 6, Nichetti 6,5 (37′ st Genevier sv), Giorgione (cap.) 6,5, Poletti 6 (37′ st Piccoli sv); Martignago 6,5 (18′ st Galeandro 6), Manconi 6; Ravasio 6,5 (26′ st Tomaselli 6). A disp.: 26 Savini, 40 Facchetti, 2 J. Gelli, 14 Ntube, 15 Michelotti, 18 Doumbia, 30 Petrungaro. All.: Davide Mandelli 6 (Michele Marcolini squalificato).
VIRTUS VERONA (3-5-2): Sibi 7; Daffara 6,5, Cella 6,5, Pellacani 6; Amadio 6,5 (32′ st Mazzolo sv), Hallfredsson 6 (32′ st Danieli sv), Lonardi 6,5, Nalini 6, Manfrin 6,5; Danti (cap.) 6 (21′ st Tronchin 5,5), Zigoni 5,5 (21′ st Marchi 5,5). A disp.: 1 Giacomel, 26 Bianchini, 5 Munaretti, 9 Arma, 13 Priore, 15 Vesentini, 21 Pinto, 25 Zugaro. All.: Gigi Fresco 6.
Arbitro: Di Reda di Molfetta 5,5 (Cravotta di Città di Castello, Pinna di Oristano; Marini di Trieste).
Note: pomeriggio soleggiato e ventilato, spettatori 323 di cui 156 paganti per un incasso di 1.250 euro. Ammoniti Giorgione e Marchi per gioco scorretto. Tiri totali 13-8, nello specchio 5-, respinti/deviati 5-2, parati 5-0. Corner 5-3, recupero 0′ e 4′.

Zanica (Bergamo) – Quinto paio d’occhiali su undici a bocca asciutta, roba che sembra stroncare ogni possibile ambizione sul nascere. Salvezza senza playout o playoff a meno 1 (Fiorenzuola, oggi ko come la Pro Patria invece agganciata, 43, terzetto a 42), da inseguire a Legnago (sabato 16) in casa del fanalino di coda e col Trento in una Zanica inespugnata se non col Lecco? Il dilemma di un AlbinoLeffe che sa difendere dimenticandosi però di come si segna, leitmotiv ribadito nello scontro diretto con la pari classifica Virtus Verona. La formula a due fantasisti dietro l’ariete non ha funzionato, tra errori di mira e incostanza nel proporsi sotto porta.
Se il contrasto molliccio del capitano al decimo per trasformare l’innocuo suggerimento di Hallfredsson nella botta appena alta di Nalini a due metri dalla lunetta non è un segnale positivo, figuriamoci la punizione dalla sinistra di Danti causata da Milesi, franato proprio sull’autore della prima chance a tiro del quarto d’ora, respinta in corner da Nichetti. E due paia di lancette più tardi la fifa è più blu che celeste sulla girata masticata di Zigoni, servito dal rimpallo tra l’ex e il canterano nerazzurro in scia al traversone di Amodio. La sofferenza patita in corsia cede il passo alla botta alta dai 25 metri di Martignago oltre metà frazione, direttamente dalla rimessa laterale di Poletti. Non spaventa anima viva nemmeno l’omologa sparacchiata a mirino levato di Manfrin (26′) appoggiato da Lonardi senza punire l’intercetto corto in gioco aereo di Gusu sull’ammollo della punta calabrese.
Sulla giostra dalla lunga sale anche l’islandese su scarico del suo pendolino con ritorno sul sedile della mezzala sinistra a sei corsette dalla pausa, mentre in quota alle sporadicissime iniziative bergamasche è Cella a dire di no a Ravasio a rimorchio del laterale rumeno, bene imbeccato nella combinazione verso il fondo al 33′. Per la prima conclusione nello specchio occorre attendere il 40′, quando il rimpallo tra il veterano ex Hellas e il terminale orobico è Manconi ad allargarsi verso destra per il primo tiro in porta, ma non è che Sibi potesse far altro che difendere il palo di competenza.
Una metà destinata a chiosare col flipper Giorgione-Ravasio in mischia, respinto dai due centrali difensivi destri, sula palla rimessa dentro, in scia al contrasto dove il campo finisce tra Marchetti e lo stesso volto noto Daffara, dall’altro trequartista largo sugli sviluppi della punizione manconiana da sinistra. Al decimo della ripresa la punta della marca fa tunnel al difensore in questi lidi ai tempi cadetti che lo travolge, un poker dopo ecco il destro secco e alto sulla verticale del mediano cremasco. Non è un monologo ma quasi, perché arriva pure la mezza rovesciata del bomber seriano, insufficiente a correggere nel sacco il terzo corner della serie (18′). Scampato il pericolo a dispetto del liscio Riva-Poletti, incapaci di impedire a Danti una ciabattata strozzatissima del vantaggio gettato alle ortiche al ventesimo sulla scodellata del pendolino sinistro, il centrattacco dell’Isola abbozza la mossa dello scorpione alla Ibra in combutta con l’astigiano ex giovanili Juve (24′). Un minutino e lo spiovente di Milesi innesca l’appoggino spondato di suola ancora di Ravasio, forse troppo altruista, per la bomba ravvicinata della new entry Galeandro su cui Sibi cuce la pezza delle pezze; altri due e l’altro innesto Tomaselli svetta centralmente, ripetendosi con la loffietta di destro in mezzo a una selva di gambe a un poker dal novantesimo.