Giana Erminio – AlbinoLeffe 0-0
GIANA (4-2-3-1):
Zacchi 6; Caferri 6, Piazza 6, Previtali 6,5, Groppelli 6; Franzoni 6,5, Pinto (cap.) 6,5 (8′ st Ballabio 6); Lamesta 6, Barzotti 6,5 (14′ st Marotta 6), Fumagalli 7; Fall 5,5 (14′ st Verde 6). A disp.: 1 Pirola, 12 Magni; 4 Ferrante, 16 Colombara, 19 Francolini, 2 Boafo, 27 Corno, 10 Perna, 21 Messaggi, 70 Gotti. All.: Andrea Chiappella 6.
ALBINOLEFFE (3-5-2): Marietta 7; Borghini (cap.) 6,5, Marchetti 5,5, Milesi 6; Gusu 6,5, Brentan 5,5, Genevier 6, Zanini 6 (15′ pt Doumbia 5,5), Piccoli 5,5; Muzio 5,5 (18′ st Zoma 5,5), Arrighini 6. A disp.: 1 Pratelli, 12 Moleri; 2 J. Gelli, 44 Gatti, 95 Agostinelli, 17 Toccafondi, 21 Poletti, 27 Munari, 19 Angeloni, 42 Allieri. All.: Giovanni Lopez 6.
Arbitro: Restaldo di Ivrea 6 (Voytyuk di Ancona, Bianchini di Perugia; IV Muccignato di Pordenone).
Note: serata uggiosa, spettatori 445 di cui 290 paganti per un incasso di 1.430 euro. Ammoniti Caferri e Borghini per gioco scorretto. Occasioni da gol 9-5, tiri totali 13-7, parati 5-2, respinti/deviati 4-0. Corner 6-5, recupero 3′ e 4′.

Gorgonzola (Milano) – Quarto risultato utile consecutivo (a ruota delle reti bianche casalinghe col fanalino di coda Alessandria) per l’AlbinoLeffe, ma le vittorie restano ferme alle due con pro Patria e Virtus Verona. E non è che sul campo della Giana Erminio i segnali siano stati particolarmente incoraggianti. Leggi, attacco asfittico, squalificata la boa Longo e fuori uso Carletti, con Zoma usato in corso d’opera senza successo. All’alba della decima giornata e avvicinandosi all’undecima, sabato alle 16.15 a Zanica al cospetto dell’Arzignano Valchiampo, la classifica raggiunge la doppia cifra, ma si tratta della terza in campionato e della quarta totale senza bucare la porta altrui. Bene soltanto la fase difensiva, mentre la costruzione s’è arrestata praticamente addosso all’ombrello dell’acciacco di turno, l’ennesimo di uno scorcio di stagione travagliato.
Al botta e risposta al 6′ tra Arrighini, veramente solo all’eccesso per tutta la partita o quasi, dritto per dritto dal rilancio-tamponamento dell’infortunato precoce (anticipato Lamesta) sui guantoni nemici e disturbato dalla metà sinistra della retroguardia di casa, e Franzoni, servito dall’altro lato per una sparata sull’esterno della rete, fa seguito ancora una chance per il pisano, che taglia bene verso il primo palo mettendo però fuori bersaglio la palla dall’out di Gusu. Siamo al giro di lancetta numero 18, un tris dopo l’uscita anticipata di Zanini, sostituito da Doumbia, e un paio prima del cabezazo molle servito da destra a Fall, contrastato benone da Borghini, con la risposta mancina un po’ strozzata di Brentan dal limite su scarico proprio del nuovo entrato.
Dietro si balla un po’, leggi flipper a metà frazione Barzotti-Franzoni-Milesi (alleggerimento di testa) con l’attrezzo che resta a disposizione del secondo, letteralmente murato da Marietta in uscita tempestiva (23′). I break si colorano anche di rosso, ma Muzio si scorda della sfera di cuoio al culmine di una fuga solitaria. Occhio agli spioventi da sinistra a destra, nonché agli ascensori verso il legno lontano: Fumagalli murato in angolo, Pinto (32′) sulla terza palla concessa dalla bandierina la (2′) piazza fuori di un metro a scendere, Barzotti che se la fa pennellare da Lamesta per schiacciarla tra le manone del portiere bluceleste (34′).
Se il fendente entro le ventina del mediano destro locale, che pare un trequartista o un’ala al cospetto di una Bluceleste in rosso sempre arroccata e bassina, fa calare il sipario sul primo tempo a recupero appena cominciato, la ripresa s’avvia con la discesa lunghissima di Borghini che impegna in angolo prima dell’ingresso in area la difesa della Martesana (2′). Niente di niente, al netto del forcing seriano a braccetto destro sempre alzato, fino alle soglie del quarto d’ora lungo la ripartenza Barzotti-Fumagalli con tiro che non scende abbastanza.
Scollinato il ventesimo Marchetti la lascia lì per il secondo dei succitati, aduso ad accentrarsi per l’ennesimo regalo deviato in fallo di fondo. Quando il baricentro resta schiacchiato, il rischio è dietro l’angolo, anche se definire tale la loffia del subentrato Verde (26′), che non deve scomodare l’ex alessandrino più di tanti, è una chimera. Ci si mette pure l’arbitro, che alla mezzora ferma l’asse Borghini-Zoma per sanzionare la diagonale fallosa di Ceferri senza concedere il vantaggio. Che non arriva nel punteggio nemmeno poco dopo, perché Brentan, di seconda, non ha mira sul quarto schema dall’angolo di Genevier. A nove sinfonie dal novantesimo sbucca Marotta che si trova l’attrezzo troppo sotto, anche se il centravanti-backuo glielo ammolla sul mancino, e centra l’ultimo baluardo. Bene così. Si fa per dire.