“Mi piace chiamarlo poliambulatorio finanziario”. Stefano Lamera, uno dei baskettofili più noti e vulcanici del panorama bergamasco, oltre alla fama di istrionico e scanzonato dirigente nella palla al cesto nostrana, coi suoi toni dissacranti, coltiva una professione che più seria. Una società, Corporate e Finance, di cui ha appena inaugurato la nuova sede, ai civici 12/16 di via Paglia, il salotto buono del capoluogo: “Qui fino a poco tempo fa c’era la sede legale e amministrativa dell’Atalanta – sottolinea con orgoglio, facendo da anfitrione al vernissage della palazzina con terrazza panoramica -. Ci occupiamo di leasing e finanziamenti, consulenza alle imprese, temporary manager e finanza agevolata: siamo quattro soci, ci sono Luca Orsenigo, Alberto Marsigli e Alfredo Maccari”.

Nella vita professionale Lamera, canturino di nascita e di tifo con radici nella Bassa – “Sono stato un fedele bancario sotto l’ala del Credito Bergamasco, fino a diventare il responsabile imprese per l’area della Franciacorta” – con un’ovvia passionaccia per la triade lavoro-pubbliche relazioni-sfera a spicchi, non necessariamente in quest’ordine, ha una missione: “Quindici anni fa, la rinuncia al posto fisso in banca. Da allora metto a disposizione delle piccole aziende i servizi dei grandi. In pratica Corporate e Finance è un cappello a tre società: System Consulting, Credit Specialist e Nove Consulting”.

Inevitabile discutere amabilmente di basket, sempre con ironia: “Ho promesso all’intera Blu Basket 1971 Treviglio una serata a Zibello, il 23 aprile. Sono ambasciatore del culatello nel mondo per il November Pork: era il pegno promesso in caso di raggiungimento dei playoff. Direi che ha portato bene”. La Remer, habitué della serie A2, ha centrato l’obiettivo con un girone di ritorno da primato: “Dall’estate scorsa sono uno dei dieci soci in un club in cui non esiste la figura del consigliere – spiega Lamera -. Li seguivo da un po’, Clyde Insogna me l’ha proposto, è stato un percorso naturale”. Anche perché Romano, portata fino alla serie C Gold, non può giocare nel proprio palasport e si è dovuta trasferire al PalaFacchetti: “Lì ci sono dal 2009, come presidente e poi come eminenza grigia, e sono orgoglioso di aver creato un movimento che ha saputo coinvolgere 150 bambini”.

Domanda scontata sul giocatore preferito: Jacopo Borra, uno che come me vive con ironia questo sport, l’unico che ti consente di seguirlo guardando il cielo. Anche se a volte gli arbitri non accondiscendono…”. Sul roster: “Possiamo ruotarne una decina, con giovani forti come Pecchia, Caroti, Palumbo, D’Almeida che porta una scarica di adrenalina dalla panchina… e due stranieri tosti ed esperti come Nikolic e Roberts. Ma senza Adriano Vertemati, il coach, un’istituzione capace di tenerli a freno facendoli esprimere al meglio, non staremmo ottenendo questi risultati straordinari. Vogliamo tenercelo per un bel po’, sulla piazza non teme concorrenti”.

S.F.