Atalanta imbattibile. Ha rischiato di perdere, ha  sfiorato la vittoria. Dopo un finale (ben nove minuti di recupero) incandescente a dir poco. Il Napoli, protagonista di una prestazione coraggiosa e da grande squadra quale è, protesta in modo violento con Giacomelli per non aver concesso un calcio di rigore per un fallo Kjaer su Llorente. E anche Banti al Var non è intervenuto. Per la verità lo spagnolo alza il gomito sulla testa del danese che lo strattona. Ma non è da un episodio che si giudica una partita, parafrando De Gregori. L’Atalanta ha sofferto, ha lottato, è rimasta a galla quando rischiava di naufragare. Adesso dimostra, ancora una volta (ma c’era bisogno?), di essere una formazione di vertice. Senza limiti. Perché è andata sotto due volte e due volta ha rimontato. Certo ha faticato più del previsto ma di fronte c’era un’avversaria che lotta da alcune stagioni per conquistare lo scudetto. E, invece, si trova alle spalle dell’Atalanta. Era indietro di tre punti, e lì rimane. Dal punto di vista tattico è stata un’Atalanta diversa che ha preferito lasciare l’iniziativa al Napoli per poi offenderlo con le ripartenze. Stavolta  i meccanismi non hanno funzionato al meglio, soprattutto nel primo tempo, ma ci hanno pensato Gomez ed Ilicic a guidare i compagni: il capitano giocando da mediano, da centrocampista, da trequartista, ha fatto di tutto, lo sloveno ha propiziato l’azione del pari di Frueler,  ha realizzato il pari a pochi minuti dal termine ed ha fallito per un soffio, tocco di Muriel, addirittura il 3-2. Più di così. L’avvio è di sofferenza perché gli azzurri di Ancelotti mentre gli atalantini sembrano sorpresi e addirittura timidi. E’ l’assetto tattico a favorire il Napoli che gioca in pratica con quattro attaccanti (Insigne, Callejon, Lozano e Milik) mentre l’Atalanta si presenta senza un punto di riferimento al centro dell’attacco perché Gomez gioca, e benissimo, a tutto campo, Ilicic, come sempre, parte da destra. Ne manca uno. E’ Pasalic l’incaricato di giocare da seconda punta di movimento e coprire gli spazi di sinistra ma il croato, che nel secondo tempo sfiora il gol colpendo la base del palo, sembra spaesato e non rompe l’avvio dell’azione degli avversari. Una scelta che non convince. E così Di Lorenzo e Callejon, a volte Lozano e addirittura Insigne, nella loro destra entrano e crossano a piacimento perchè Gosens è solo, De Roon balla e Palomino cerca di tamponare ma con difficoltà. E il Napoli non riesce a trasformare le sue micidiali incursioni offensive solo perché la porta dell’Atalanta è difesa da un grande Gollini. Non è un caso che, nel primo tempo, la differenza viene perpetuata dai due portieri: il nostro, quarto in Nazionale, è super, Meret, terzo in nazionale, regala con una papera il pari di Frueler. Nel secondo tempo, dopo una sfuriata nerazzurra con Pasalic, è il Napoli a prendere l’iniziativa. Callejon si fa beffe di De Roon, poi ammonito,  Fabian Ruiz ha la meglio su Freuler. Insomma il Napoli dà l’impressione di raddoppiare. E’ Milik il protagonista di questa fase, prima colpisce l’incrocio dei pali e poi raddoppia in contropiede, errore di De Roon e lancio di Ruiz per il polacco tenuto in gioco da Toloi. Ma non è finita. L’Atalanta non si abbatte anche perché Gasperini corregge l’assetto difendendosi a cinque fino al pareggio di Ilicic su assist di Toloi. Atalanta indomita.

Giacomo Mayer