Atalanta – ChievoVerona 1-0 (0-0)
ATALANTA (4-2-3-1): Sportiello 6; Masiello 6,5, Toloi 6, Paletta 6 (29′ pt Stendardo sv, 37′ pt Cherubin 6), Brivio 6; Cigarini (k) 6, de Roon 6,5; Kurtic 6, Diamanti 6,5 (37′ st Conti sv), Gomez 5; Borriello 7. A disp.: Radunovic, Gagliardini, D’Alessandro, Migliaccio, Freuler, Gakpé, Monachello, Raimondi, Dramé. All.: Reja 6.
CHIEVO (4-3-1-2): Bizzarri 6; Cacciatore 6, Gamberini 6, Spolli 6, Gobbi 6; Castro 6, Radovanovic 6, Hetemaj (k) 6; Birsa 6,5 (27′ st Pepe 6); Meggiorini 6 (21′ st Inglese 5,5), Floro Flores 5,5 (10′ st Pellissier 5,5). A disp.: Seculin, Confente, N. Rigoni, Pinzi, Ninkovic, Cesar, Sardo, Costa, Mpoku. All.: Maran 6.
Arbitro: Cervellera di Taranto 5,5 (Ranghetti-Zappatore, IV Di Vuolo; add. Abbattista e Martinelli).
RETI: 10′ st Borriello (A).
Note: pomeriggio soleggiato e ventoso, spettatori 15.914 di cui 5.377 paganti (incasso 20.623,30 euro) e 10.537 abbonati (quota 150.056,63 euro). Ammoniti Hetemaj, Paletta, Stendardo, Kurtic (proteste) e Spolli. Espulso Gomez al 30′ st per gioco violento (fallo di reazione). Allontanato Reja per proteste al 44′ st. Corner 8-6, recupero 3′ e 4′.

Bergamo – Diamanti dà la sveglia, Borriello scuote l’Atalanta dal torpore primaverile col quarto centro nelle ultime tre partite e a tre giornate dal termine è salvezza anticipata. I bergamaschi sono a più 9 (41 a 32) sul Palermo terzultimo e irraggiungibili (salvo combinazioni astruse: dovrebbero perdere sempre e chiudere a fianco dell’Udinese e dei rosanero, con Samp, Bologna e Carpi davanti) per via degli scontri diretti favorevoli.
Il botta e risposta col Chievo allo start si sostanzia in un destro innocuo di Borriello quasi della linea di fondo (8′) e nell’uno-due tra Floro Flores e Meggiorini un minuto dopo vanificato dall’offside del napoletano (che coglie il legno a gioco fermo). Nel ritrovato 4-2-3-1 dei successi con Bologna e Milan (ma ko a Torino) a cavallo della pausa pasquale Diamanti, al rientro da titolare, prova a tenere in mano le redini della manovra, ma di suo non va oltre una stoccata centrale da fuori all’11’. Nemmeno i Mussi volanti prendono quota e, anzi, la punizione di Birsa (match winner dell’andata) al 21′ non si abbassa in tempo per infilarsi sotto il sette. Primo vero fulmine a ciel sereno al 26′, quando Toloi scambia con Diamanti impegnando Bizzarri in tuffo con un destro dai venti metri. Poco dopo Reja è costretto a una doppia sostituzione lampo: Paletta deve lasciare il posto a Stendardo, che si fa la bua alla spalla in un contrasto con Meggiorini e viene quasi subito rimpiazzato da Cherubin. Brividi a sei dall’intervallo: il difensore in prestito dal Bologna stoppa in corner Floro Flores, dalla bandierina Birsa accarezza la fronte di Castro che per poco non indovina la mira.
La ripresa si apre con uno schema da piazzato di Diamanti (2′) che trova solo la sponda dall’area piccola di Cherubin senza nerazzurri pronti alla correzione in porta. Poi l’invenzione del pratese, che riceve da de Roon e scarica una morbidissima girata sul montante consentendo a Borriello il più comodo dei tap-in. Il centravanti piovuto dal cielo del mercato invernale sfiora il bis al quarto d’ora, ma  la schiena di Gamberini evita il peggio ai suoi dopo il sombrero su Spolli. Di là, la new entry Pellissier non trova varchi; Birsa e Diamanti (19′ e 20′) fanno a gara a chi tira con meno angolazione dal limite. Succede pochino, con una Dea un po’ contratta che si concede folate rarefatte: al 28′ il firmatario della salvezza ci riprova sugli sviluppi di un rinvio corto di Spolli sul cross di Diamanti, Bizzarri blocca. Alla mezzora Gomez ha il torto di reagire a una trattenuta di Hetemaj mettendogli la mano in faccia e Cervellera gli indica la via degli spogliatoi. Bisogna stringere i denti: al 38′ Sportiello alza sopra la traversa il destro da fuori dell’ex Radovanovic. Nel finale anche il tecnico di casa viene cacciato per proteste e al novantesimo Masiello toglie a Inglese un pallone pericoloso in mezzo all’area. Finisce così: il prossimo sarà il sesto campionato di fila al piano di sopra.
Simone Fornoni