Atalanta – Spezia 5-2 (3-1)
ATALANTA (3-4-3): Musso; Toloi (cap.), Palomino, Djimsiti; Zappacosta (42′ st Scalvini), Koopmeiners (15′ st Pessina), De Roon, Maehle; Ilicic (15′ st Malinovskyi), Zapata (34′ st Muriel), Pasalic (42′ st Piccoli). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 28 Demiral, 13 Pezzella, 11 Freuler, 59 Miranchuk. All.: Gian Piero Gasperini.
SPEZIA (4-1-4-1): Provedel 6,5; Amian 5,5, Erlic 5,5, Hristov 5,5, Bastoni 6; Sala 6 (19′ st Reca 6); Gyasi 5,5 (36′ st Podgoreanu sv), Verde 6,5 (7′ st Manaj 5,5), Kovalenko 6 (19′ st Colley 6,5), Maggiore (cap.) 6; Nzola 6,5. A disp.: 1 Zoet, 40 Zovko, 14 Kiwior, 21 Ferrer, 39 Nguiamba, 22 Antiste, 29 Salcedo, 44 Strelec. All.: Thiago Motta 5,5.
Arbitro: Abisso di Palermo 6 (Peretti di Verona, Cipressa di Lecce; IV Volpi di Arezzo. V.A.R. Maggioni di Lecco, A.V.A.R. Di Iorio del Verbano-Cusio-Ossola).
RETI: 11′ pt Nzola (S), 18′ pt Pasalic (A), 38′ pt rig. Zapata (A), 41′ pt Pasalic (A), 38′ st Muriel (A), 44′ st Malinovskyi (A), 46′ st Nzola (S).
Note: Provedel para un rigore a Zapata (poi ripetuto) al 37′ pt. Pomeriggio soleggiato, terreno in buone condizioni. Spettatori paganti 10.744 per un incasso di 202.939 euro. Ammoniti Gyasi, Koopmeiners, Hristov e Pasalic per gioco scorretto, Sala per fallo di mano. Tiri totali 17-7, nello specchio 10-5, respinti/deviati 2-0, parati 5-3, legni 0-1. Var: 2 . Corner 0-6, recupero 2′ e 3′.

Bergamo – Uno Spezia sparring partner? Pia illusione, nella manita sporca di marca croato-colombiana con ciliegina sulla torta ucraina, almeno fino all’episodio tagliagambe. Nzola colpisce a freddo, un doppio Pasalic (quinto gol in otto giornate) risponde a stretto giro di posta chiudendo la pratica dopo il contestato rigore-Var ripetuto per il sorpasso di uno Zapata incontenibile e l’Atalanta può guarire dal mal di Bergamo, 6 punti su 22 conquistati alla vigilia, con aggancio temporaneo all’Inter al terzo posto (25). Ora c’è lo Young Boys per una sfida Champions da vincere martedì prossimo a Berna. L’unica precedente vittoria casalinga in campionato risaliva al 21 settembre, il 2-1 al Sassuolo targato Gosens-Zappacosta.
Pronti via, l’allievo Motta non fa sconti al maestro Gasperini, suo mentore nel grande Genoa 2008-2009 qualificato in Europa League, a dispetto di uno start contratto. Al 4′ il panterone scarica a destra per il pendolino sorano, Ilicic pescato in orizzontale in posizione defilata resta a metà fra la conclusione e il suggerimento dove non ci sono compagni. La primissima disattenzione si paga cara: Musso devia sulla traversa la botta da fuori di Verde, sostenuto da Amian, ma battezza forse in corner la palla che in realtà torna indietro giusto per controllo e sinistro indisturbato del centravanti altrui nel sacco. Appena scollinato il decimo già si stagliano i fantasmi del Gewiss Stadium, solo 6 punti sui 22 conquistati alla vigilia, anche perché i continui cambi di posizione nello scacchiere altrui disorientano i nerazzurri, molli in copertura. Per fortuna arriva la fiammata a due Zappacosta-Zapata, col primo a bruciare Bastoni e il secondo a far velo di tacco per il rimorchio di SuperMario, stesso score dell’ultimo scontro diretto all’ombra della Maresana, davanti all’area piccola. Poco oltre il ventesimo Maehle spreca con un pretenzioso destro a giro una rimessa laterale allungata da De Roon,
Se dopo metà primo tempo il doppio rimpallo con Amian non premia l’insistenza del Toro di Cali, in capo a due minuti Palomino sradica un pallone sanguinoso dai piedi del rompighiaccio ospite e sulla ripartenza a due il laterale ciociaro innescato dal mancino olandese la spara dritta in Curva Nord. Lo stesso numero 7 la tenta girandola dal limite di poco a lato del primo palo (29′). Al 33′ il caso da moviola, con Sala a respingere di mano in caduta il tiro del danese su apertura di Duvan: è rigore e Provedel lo para, ma ci sono troppi spezzini in area (Erlic, che spazza subito) prima della battuta e il duo arbitro-Var opta per la ripetizione, stavolta nell’angolo alto e a segno. A sette dalla pausa, la fuga del centrattacco su un rilancio dalle retrovie è ancora a uso e consumo del jolly vatreno che la piazza da pochi passi facendo sedere il pur bravissimo guardiano avversari, che in seguito chiude lo specchio al numero 91 servito involontariamente dal retropassaggio del mancino napoletano.
La ripresa vede gli Aquilotti fuori dal nido fin dall’avvio: l’ex Kovalenko si sovrappone a Gyasi e tenta la magata quasi dal fondo, l’arquero albiceleste blocca a terra. Al 17′ il mattatore del sabato apre per il laterale destro, che tira addosso al guardiano nero-bianco; un poker d’orologio e il terminale nemico potrebbe riaprirla, salvo spararla sui piedi dell’ultimo baluardo senza approfittare della sventagliata di Maggiore. Arduo che il taccuino rimanga intonso. A metà del guado della frazione Djimsiti alza e allarga in eccesso dalla lunga sul gioco a due Zapata-Maehle; il 91 del calcio da cumbia ci riprova da 25 metri saggiando i riflessi di Provedel (33′), il capitano in arancione a 8′ dal 90′ allarga a giro sullo scarico di Nzola dopo la percussione di Bastoni e infine ecco il timbro di Muriel che gira sul primo palo di sinistro il pallone da sinistra del migliore in campo. Due minutini ulteriori e il colpo di reni di Musso nega a Colley il gol dell’ex, prima dell’extra time invece ci pensa Malinovskyi ad arrotondarla piegando le mani al ragazzo tra i legni sul la del Ronaldito. Al 1′ di recupero la punta unica dei liguri stoppa l’angolo dell’unico spezzino DOCG a pelo d’erba e la rimette, ma è tardi.
Simone Fornoni