E allora avanti con i paradossi: la Juve ha vinto lo scudetto ma a perderlo è stata l’Atalanta. Due volte meritatamente in vantaggio, due volte acciuffata dai rigori di Ronaldo. Per quasi l’intera partita i nerazzurri si sono trovati a sei punti dalla capolista mentre mancano sei giornate dal termine e continuando con queste ipotesi paradossali nelle prossime due partite la Dea affronta Brescia e Verona, i bianconeri incrociano Sassuolo e Lazio. Fate voi. Fine del paradosso.
L’Atalanta è la squadra più forte del campionato, anche la Juve deve inchinarsi ed esulta per il 2-2. E’ inutile discutere sui due calci di rigore perché sono stati evidenti, magari Muriel poteva stare più attento, ma conta il gioco espresso in campo e non ci sono dubbi: il più bel gioco è stato quello della formazione nerazzurra. Sì, la Juve si accinge a conquistare l’ennesimo scudetto, eppure la regina della serie A è indiscutibilmente la Dea. Dopo aver visto all’opera l’Atalanta Tuchel, allenatore del Psg, è corso dal parroco di Saint Sulpice per una novena d’assistenza spirituale in vista della partita di Champions. E’ un racconto di fantasia ? Non credo proprio. L’Atalanta ha dominato, ecco pensiamo al 70% di possesso palla fino al momento del vantaggio di Zapata. E non è stato un dominio sterile, tutt’altro, la Juve ha dovuto accontentarsi di qualche sprazzo riuscendo a recuperare per due rigori fortuiti, quasi due palloni vaganti che sono andati a sbattere sul braccio di De Roon e sulla mano di Muriel. Nel prossimo campionato due rigori così non li concederanno più, per fortuna. Certo, due punti persi ma non per demerito, per fatalità balistiche che, comunque, fanno parte del gioco del calcio. Sui calci di rigore concessi alla Juventus esiste in Italia un’ampia e ricca letteratura ma stavolta non sono regali o sudditanze psicologiche da parte degli arbitri: Giacomelli ha applicato il regolamento senza bisogno di interpretazioni soggettive. Due rigori, punto e basta. Invece si deve esaltare fino in fondo la prova sontuosa dell’Atalanta che ha conquistato subito il campo ed ha cominciato a tessere una ragnatela vischiosa nella quale sono finiti imbrigliati i centrocampisti bianconeri. De Roon e Freuler schermavano senza faticare più di tanto Rabiot e Matuidi e così il Papu poteva regalare momenti di grande calcio perché era libero di circolare senza che nessuno juventino badasse a lui. Infatti Bentancurt, che avrebbe avuto il compito di offuscarlo, ha avuto altri pensieri, tipo quelli di evitare che gli atalantini potessero mettere i piedi nell’area bianconera. Un dominio assoluto che purtroppo ha avuto il demerito di andare al riposo con un solo gol, quello di Zapata, costruito dalla forza di Freuler e dall’intelligenza di Gomez. Toloi e Palomino giganti, Castagne, che ha sostituito Gosens all’ultimo momento, e Hateboer dirompenti sulle fasce e Ilicic che comincia a carburare. Fine del primo tempo. Nel secondo tempo non si notavano avvisaglie di pericoli verso l’area di Gollini, anzi. Il pari non ha ammorbidito l’Atalanta perché Gasperini ha messo in campo forze fresche, vale a dire Pasalic, Malinovskyi e Muriel per Gomez, Ilicic e Zapata, che hanno costruito il 2-1: apertura in orizzontale di Muriel, sinistra verso destra, a Malinovskyi e l’ucraino ha fulminato anche Szczesny. E a completare l’opera gli ottimi inserimenti di Caldara e di Tameze. C’è gloria per tutti. Comunque, non ci vorrà molto per vedere l’Atalanta al secondo posto. Solo un paio di partite perché ormai l’Atalanta è una grande squadra.
Giacomo Mayer