Atalanta – Empoli 0-1 (0-0)
ATALANTA (3-4-1-2): Musso; De Roon, Palomino, Djimsiti; Hateboer (12′ st Pessina), Koopmeiners (33′ st Scalvini), Freuler (cap., 37′ st Demiral), Zappacosta (33′ st Maehle); Pasalic (37′ st Ilicic); Zapata, Boga. A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 46 Cittadini, 20 Mihaila, 59 Miranchuk, 99 Cisse. All.: Gian Piero Gasperini.
EMPOLI (4-3-1-2): Vicario 7,5, Stojanovic 6,5, Viti 7, Luperto 6, Cacace 6 (29′ st Parisi 6); Zurkowski 6, Asllani 6,5, Bandinelli (cap.) 5,5 (23′ st Stulac 6,5); Henderson 5,5 (23′ st Di Francesco 5,5); La Mantia 5,5 (1′ st Bajrami 6,5), Cutrone 5 (28′ st Baldanzi 6). A disp.: 1 Ujkani, 22 Furlan, 6 Romagnoli, 34 Ismajli, 15 Benassi, 16 Fazzini, 24 Degli Innocenti. All.: Aurelio Andreazzoli 6.
Arbitro: Abisso di Palermo 7 (Tegoni di Milano, Colarossi di Roma 2; IV Santoro di Messina. V.A.R. Mariani di Aprilia, A.V.A.R. Di Martino di Teramo).
RETE: 34′ st Stulac (E).
Note: commemorate le vittime del Covid-19. Serata tiepida e umida, spettatori 17.654 per un incasso di 294.129,48 euro. Ammoniti Stojanovic e Freuler per gioco scorretto. Tiri totali 38-7, nello specchio 11-3, respinti/deviati 17-1, parati 9-2, legni 2-0. Corner 15-2, recupero 1′ e 4′.

Bergamo – E pensare che lo sparring partner Empoli, più presunto che reale, dal giro di boa in avanti aveva ottenuto 11 punti e l’unico successo col Napoli. Con 14 resta la peggiore in A, ma non è che i 21 by Dea (quota quasi identica tra le mura amiche, 20 su 59 totali, mai così in basso col tecnico attuale) siano granché. Una stagione storta come poche e senza Europa dopo un quinquennio glorioso non poteva che finire con un gollasso all’incrocio di Stulac su cioccolatino di Bajrami. 21 punti nel girone di ritorno e ottavo posto: “Un’altra stagione è passata, la maglia è stata sempre sudata. Grazie ragazzi”. Lo striscione ai piedi della Curva Nord, aggiunto a quello della Sud (“Grazie Atalanta per quest’altra stagione da sogno”), sapeva già di assoluzione in caso di Conference League lasciata alla Fiorentina senza saperci mettere altro che una gragnuola buona per le statistiche e per suggellare un declino da triplo passo indietro. La big aggiunta non c’è più, senza coppe hai voglia ad attirare giocatori importanti per rifondare.
Passa un giro di lancetta e mezzo, Henderson si limita ad allungare la zampa sul primo pallone di Stojanovic senza impensierire Musso. Idem col tiro di seconda di mancino di Bandinelli al culmine di una manovra ai fianchi crossata da Zurkowski oltre il poker d’orologio, ma tirano solo gli altri, vedi Cutrone che all’ottavo si gira al di qua dalla lunetta pur non trasformando in manicaretto la sponda di piede di La Mantia su iniziativa ancora dello sloveno ex Zagabria. Nondimeno, Zapata rompe gli indugi impegnando di testa (palla morbida di Boga) e col contro-cross dal fondo un Vicario attento al decimo sul tentativo numero tre, stavolta da fuori, proprio dell’unico colombiano sano rimasto al Gasp. Appoggiato da Koopmeiners nel suo destro a incrociare quasi a pelo d’erba, ecco la prima risposta del prestito del Cagliari al cafetero. L’ivoriano non azzecca il 13 accentrandosi, mentre Asllani in scivolata oltre il quarto d’ora devia opportunamente in corner la berta dal limite di Freuler in punta di combinazione con la spalla d’attacco e Pasalic. Al ventesimo Zappacosta (20′) trova in pieno Boga sul radente del colombiano dalla destra dell’area, l’ex Sassuolo la mano del portiere nemico (22′) ad alzargli la parabola sopra la traversa. Passata la mezzora, a sul chi vive gli azzurri, salvati ancora dai guantoni e poi dal polpaccio della mezzala polacca, sono il tutto-sinistro olandese e Djimsiti in gioco aereo sul corner susseguente. Altro giro, altra corsa, con Viti (35′, 41′) a opporsi a corpo morto al Toro di Cali in asse col croato; pronto pure il diagonale-bis di Duvan (43′) nuovamente deviato in fallo di fondo dall’estremo baluardo.
In avvio di ripresa Musso si lascia sfuggire l’innocuo ammollo di Cacace e Zurkowski non lo punisce calciando alto, ma non è che la dea bendata guardi per forza da questa parte, vista la traversa superiore di Boga al decimo su invito dell’uomo tra le linee. A cronometro raddoppiato, SuperMario, imbeccato dal suo centrattacco dopo un rilancio del capitano per Pessina (virata a 3-5-2 con zappacosta a destra e Boga a tutta fascia alla Perisic) respinto dalla difesa empolese, sbatte addosso a Luperto. Il contropiede secco Bajrami-Cutrone chiama l’arquero albiceleste alle sue responsabilità, peccato fosse fuorigioco (27′). Alla mezzora scarsa stupidaggine di Asslani con un disimpegno all’indietro, ma lo slavo non ne approfitta svirgolando il sinistro in curva. Quindi il jolly nemico, il piedone di Vicario a respingere il sinistro sottomisura del numero 91 (36′) servito da Jeremie e il saluto di Ilicic, assente dal 9 gennaio nel 6-2 di Udine, al suo pubblico. Al 43′ il Toro svetta su scavino pessiniano, altro montante accompagnato dallo schiaffo del portierone. Che al 2′ di recupero toglie dalla porta anche l’incornata di Demiral su palla di Palomino dopo il quindicesimo tiro dalla bandierina: alla fine il lider maximo del reparto avanzato, che canta e porta la croce in prima persona singolare indeclinabile, prova a spingerla dentro dando le spalle al suo incubo del sabato sera ma non ce la fa, imitato dal nazionale albanese in estirada. “Resta a Bergamo” e “Vinceremo il Tricolor”, urlano i tifosi al Gasp sotto la Nord. Contenti loro, contenti tutti.
S.F.