Non ce l’ha fatta, Salvatore Garritano, 10 gol in 40 presenze nell’Atalanta dal 1978 al 1980 tra A, B e Coppa Italia, a vincere la partita più importante. Affetto da molti anni da una forma cronica di leucemia, l’ex bomber degli anni settanta, nel palmarès anche l’ultimo storico scudetto del Torino nel 1976, s’è arreso stamani alla malattia. Avrebbe compiuto 70 anni il prossimo 23 dicembre.

Da ex calciatore anche delle Fere, tradizionalmente gemellate con Bergamo a livello di tifoserie, aveva anche aperto a Terni un’Accademia Calcio a suo nome insieme ai figli Francesco e Paolo. Una sorta di riscatto dall’oblio in cui qualcuno volle consegnarlo dopo aver testimoniato davanti al pm antidoping torinese Raffaele Guariniello, quello delle inchieste sulle farmacie del calcio.

Ex attaccante di riserva dei gemelli del gol Paolino Pulici e Ciccio Graziani in granata, Garritano fu nerazzurro nel periodo della transizione tra Bortolotti padre (Achille) e figlio (Cesare). Era dal 2007 che la guizzante e tecnica punta di movimento che a Bergamo duettava con Pircher, Paina ed Ezio-gol Bertuzzo teneva sotto controllo il male, all’origine delle diatribe che ne hanno frenato l’attività prima assidua di osservatore con frequenti trasferte spagnole. Pomo della discordia, le denunce delle pratiche sanitarie illecite che hanno mietuto vittime come Bruno Beatrice, suo compagno alla Ternana.

Garritano, nato a Cosenza il 23 dicembre 1955, zio d’arte di Luca Garritano, tuttora al Cosenza, e Manolo Mosciaro, alla Dea ha lasciato un ricordo e un tabellino importanti: 12 presenze e 3 reti in A, penultima avventura ad alti livelli per uno capace di 1 match e 1 gol nella Nazionale Under 23, nonché 10 e 4 in Under 21, 23 gettoni e 5 palloni in fondo al sacco nella serie cadetta. In un’intervista rilasciata all'”Espresso” nel novembre del 2010, il j’accuse verso tutto il movimento all’insegna del “prima ti dopano, poi ti cacciano”.

A Bergamo il cosentino cresciuto nella Morrone arrivò nell’estate del ’78. La prima stagione, con Titta Rota allenatore, andò storta anche per la caviglia che gli fece saltare cinque mesi; in B, nono posto sempre agli ordini del maestro di Borgo Palazzo. Tornato nella massima serie in maglia Bologna, Garritano vestì anche le divise di Sampdoria, Pistoiese, Omegna, Sorrento, Latina e ancora Ternana, fertile culla di eroi della Curva Nord come Riccardo Zampagna. Gli sia lieve la terra.
Effe