Atalanta – Cagliari 1-2 (0-0)
ATALANTA (4-2-3-1): Musso 5,5; Zappacosta 5,5, Djimsiti 4, Palomino 6, Pezzella 6 (1′ st Maehle 5,5); Koopmeiners 6, Freuler (cap.) 6,5; Malinovskyi 6, Pessina 6 (13′ st Boga 6), Pasalic 5,5 (9′ st Rossi 6); Muriel (13′ st Zapata 6, 27′ st Mihaila 6). A disp.: 57 Sportiello, 2 Toloi, 28 Demiral, 42 Scalvini, 33 Hateboer, 15 De Roon. All.: Gian Piero Gasperini 5,5.
CAGLIARI (5-3-2): Cragno (cap.) 6,5; Bellanova 7 (42′ st Ceppitelli sv), Goldaniga 6, Lovato 6,5, Obert 6 (42′ st Carboni), Lykogiannis 6,5; Deiola 6 (45′ st Kourfalidis sv), Grassi 7, Marin 6; Pereiro 7,5, Dalbert 6,5 (33′ st Baselli sv). A disp.: 1 Aresti, 31 Radunovic, 42 Iovu, 21 Luvumbo, 38 Desogus, 19 Gagliano. All.: Walter Mazzarri 7.
Arbitro: Prontera di Bologna 5,5 (Tolfo di Pordenone, Scatragli di Arezzo; IV Gariglio di Pinerolo. V.A.R. Di Bello di Brindisi, A.V.A.R. Bindoni di Venezia).
RETI: 5′ st Pereiro (C), 19′ st Palomino (A), 23′ st Pereiro (C).
Note: primo pomeriggio assolato, spettatori 7.868 per un incasso di 113.536,10 euro. Ammoniti Dalbert, Grassi, Zappacosta, Deiola per gioco scorretto, Cragno e Goldaniga per ritardata rimessa in gioco. Espulso Musso all’8′ st per fallo da ultimo uomo. Tiri totali 12-8, nello specchio 5-5, respinti/deviati 4-1, parati 4-3. Var: 1. Corner 3-1, recupero 1′ e 8′.

Bergamo – Il disastro all’improvviso, regalando punti salvezza al Cagliari, quando difendere il quarto posto a portata della Juve contava più di tutto per inaugurare a dovere il tour de force di febbraio da settebello di impegni su tre fronti in altrettante settimane. Gaston Pereiro imbraccia la doppietta approfittando dei troppi minuti di amnesia totale dell’Atalanta in una ripresa stregata che costa la doccia anticipata al guantìpede titolare e Palomino a metà del guado non può far altro che metterci la testa. Letteralmente, e metaforicamente a differenza di qualche compagno, per provare a fare la rimonta, arrestatasi sulle soglie delle proteste invero timide per un contatto in area Lykogiannis-Zapata (rottosi di nuovo, che rogna) sull’1-1 al 66′. Una vendetta-contrappasso col medesimo score dell’andata (9 novembre: Pasalic, Pedro e il Toro di Cali) ma ribaltato.
Contro i sardi asserragliati nella fase difensiva a cinque con Grassi, uno degli ex, bassissimo davanti al terzetto arretrato, la prima conclusione non può che essere da fuori, di Koopmeiners, sullo scarico dal fondo di Muriel (7′). Due minuti e lo stesso colombiano converge da mancina per la botta alta dal limite. Dopo lo stesso intervallo temporale, ecco l’accentrato Malinovskyi a servire il vassoietto a Pessina che colpisce la faccia inferiore del montante ma in posizione irregolare: l’eventuale vantaggio sarebbe stato annullato. Solo un break ospite, oltre il quarto d’ora, quando l’esterno sinistro ciabatta malamente il pallone da destra nel gioco da quinto a quinto del rodense, futuro assistman del ko e altro volto noto sotto la Maresana al pari di Lovato, Radunovic e Baselli. Tecnicamente il primo tiro nello specchio, in pratica una loffietta. Verissimo e pungente, invece, il tentativo dell’ucraino, appoggiato da destra da Freuler, con Cragno a chiudere l’incrocio a due corsette dal trentesimo, la chance più ghiotta fin lì. Non trova miglior sorte la combinazione in un fazzoletto Malinovskyi-Pasalic-Pessina (33′), perché il monzese davanti all’area piccola trova la smorzata del prestito invernale padovano col 66 sulle spalle. Si va alla pausa con la staffilata centrale da fuori dell’eroe della domenica (37′) su assistenza di Marin e la girata del capitano svizzero, larghissima, su invito dalla fascia del trequartista nominale a un poker dal tè caldo.
Urge pigiare a tavoletta nella ripresa, invece si ricomincia con la new entry Maehle a lisciare lo scavino di Remo da posizione favorevolissima e Pessina a trovare la scarpa del greco a deviargliela sopra la traversa: assist ancora del metronomo a nord delle Alpi. Quindi, le due corsette cronometriche da follia pura. Al 5′, il gelo: l’unica punta ospite insacca la palla da lungi del compagno di reparto improvvisato dopo il velo del play basso valgobbino cresciuto a Zingonia: un minuto e mezzo di Var (braccio destro netto dopo la carambola sul petto, era da anullare) e svantaggio convalidato. Al 7′, la grandine, quando Musso stende al limite l’autore dello 0-1 sfuggito a Djimsiti. Dentro Rossi, l’esordiente Boga sul pezzo benché fuori forma e il rientrante Zapata, che al 19′ trova il destro a giro sugli sviluppi del corner dell’olandese (sfera rimessa dentro dal nordico) consentendo di fatto al difensore tucumano la schiacciata vincente (Grassi è sulla traiettoria ma può solo sfiorare di piede) sulla respinta del nazionale tra i legni. Si butta all’aria tutto un’altra volta, perché l’uruguaiano può infilare agevolmente il bis in contropiede su rifinitura di Bellanova (23′). Duvan si rifà la bua e deve subentrargli Mihaila, altro innesto di gennaio al battesimo del fuoco che subito impegna il baluardo nemico costringendolo dal fondo alla risposta di piede (28′) per allontanare la minaccia. Marin scaglia fuori la punizione a dieci dal novantesimo, nel primo degli 8 minuti di recupero Rossi nasconde lo specchio a Kourfalidis. Seconda grave sconfitta interna dopo quella con la Roma a dicembre, quarta totale, per la miseria di 13 punti su 43 sotto le Mura, dove qualcosa evidentemente non va.
Simone Fornoni