Nessuna insufficienza e ci mancherebbe, l’Atalanta ha giocato meglio del Milan e ha avuto più occasioni, senza contarne la pericolosità. La flessione nella ripresa, probabilmente fisiologica, ha portato a due blocchi di cambi che però non hanno sbloccato l’impasse. Nessuno sotto la sufficienza e, soprattutto, Ademola Lookman sugli scudi.

Carnesecchi 6: beffato dalla cresta iliaca di Ederson che gli fa impennare la sfera sopra il guantone, non deve fare una sola parata in tutta la partita. Forse potrebbe uscire di più e chiamare ogni pallone all’altezza dell’area piccola, specie se alti. Bene di piede, fondamentale migliorabile.

Kossounou 7: grande tonicità e brillantezza. Non per spingersi avanti come un ossesso come al rientro contro lo Slavia Praga, dove aveva sfiorato il gol, ma per cancellare Leao con un tratto di penna sì. Il braccetto d’attacco è quell’altro.
Hien 6,5,
Ahanor 6: rinvio di testa corto sulla palla inattiva dello svantaggio subitaneo e gol sbagliato nove minuti prima del pari. Quella palla andava sparata in porta, non sopra. Per il resto, se affina il gioco e ci ragiona di più diventa un Kolasinac atto II, perché s’attacca alle terga del laterale in catena e crea immediatamente superiorità numerica. Stavolta, troppi errori. (26’ st Djimsiti 6,5: si vede dal dischetto di centrocampo fino alla linea di fondo. Dove trovi queste energie a 32 anni è un mistero. Palla d’oro a Musah, poi quasi non deve nemmeno difendere perché il Diavolo ha l’acqua sulla coda).

Zappacosta 6,5: un’occasione per tempo, dove è troppo frettoloso nella prima sull’asse Pasalic-Ahanor (semirovesciata strozzata) e bravo nella seconda a sorprendere alle spalle la linea difensiva ospite. Maignan gliel’ha tolta, sarebbe stato un gol iper-meritato a dispetto della discontinuità dovuta anche all’usura. Vira a sinistra prima dell’ultima chance, anche in porta farebbe il suo.

Ederson 6: c’è da intendersi sulla concezione delle marcature sulle palle da fermo per giudicare compiutamente la mancata uscita sull’apripista Ricci per poi fargli carambola imparabilmente per Carnesecchi. Ha un’occasione e mezza: dalla lunetta non imprime potenza, al volo sullo scavino di CDK è praticamente un passaggio crossato al portiere degli altri.
De Roon sv: paga l’allungo al terzo per chiudere in angolo Saelemaekers. Da lì in avanti cammina palesemente (20’ pt Brescianini 6,5: dal punto guadagnato di Cremona a un’altra prova gagliarda ma, ben più diluita nel cronometro, anche zavorrata dall’esaurimento della benzina nelle gambe e nella testa. Alla fine Fofana una pericolosa ne sgancia. Le preventive da corner e sviluppi contestuali?).
Bernasconi 6: stanco alla meta, ovvero remiga glorioso su e giù senza far saltare sulla sedia anima viva dalla sorpresa (26’ st Bellanova 6: pigia a tavoletta da par suo, ma palloni puliti nisba).

Pasalic 7: uno smarcante figlio delle sue qualità da mutaforma in grado di fare sempre la cosa giusta comunque lo si voglia o debba impiegare. Fa pure spendere un giallo a Modric messo in ombra da lui e non da altri (37’ st Musah 6: spunto finale in canna causa prontezza di Gabbia, ma è un atleta incredibilmente reattivo. Forse lungo le stazioni del turnover qualche compito da capo vagone lo merita).

De Ketelaere 6,5: cuce i reparti, perché l’attaccante puro non lo fa mai, continuando a non vedere la porta. La spalanca, più o meno, agli altri, a volte presbiti e spesso miopi. Lavoro sfiancante per uno a cui bisognerebbe smollare le briglie della fantrasia e della conclusione, perché colpisce benissimo (36’ st Samardzic sv).
Lookman 7,5: fa quel che vuole o quantomeno ne regala l’impressione, oltre a donare ai compagni, all’allenatore, al club, al pubblico, il ritorno della sua versione migliore. L’unica accettabile per soffittare nel baule dei brutti ricordi il braccio di ferro agostano. Grandissima classe pura, finisce sulle ginocchia.

All. Juric 6: cambi quasi obbligati, il primo per acciacco derooniano sicuramente, ma non rischia né conseguentemente vince nemmeno in un buon martedì sera. Krstovic sarebbe servito da lanciare in contropiede, sulla corsa, nel cuore o giù di lì di una ripresa dal ritorno di fiamma rossonero che l’avrebbe richiesto e forse imposto. 
Si.Fo.