Nikola Krstovic e Lazar Samardzic, proprio lui, il match winner di Marsiglia, falliscono la chance senza ripagare la fiducia dell’allenatore, che a sua volta sbaglia una volta di più ad arretrare il secondo in mezzo al campo nella ripresa. L’Atalanta e Ivan Juric in campionato non funzionano perché basta un abbassamento di ritmo, più un avversario barricadero e contropiedista, a renderle due entità distinte. I nerazzurri col Sassuolo certificano nel modo drammaticamente più plastico la loro crisi in campionato.

Carnesecchi 5,5: niente miracoli né pezze, uguale sotto standard, con tutto che il rigore era a quel punto inevitabile a meno di non superare l’impasse difensivo uscendo da quella dannata porta in anticipo.

Kossounou 5,5: sembra una statua, ma non in senso buono. Ha lo scatto appannato perfino per una diagonalina (1’ st Djimsiti 5,5: gioca a ciapa no insieme al perno svedese con tante grazie di Pinamonti).
Hien 4,5: porta il peso della responsabilità grave sul rigore che sblocca una partita altrimenti consegnata agli occhiali.
Ahanor 5,5: stavolta liscia la prova quanto il pallone sull’episodio che spezza l’equilibrio. Se è sotto media perfino uno che vuole spaccare il mondo come lui, ahia.

Bellanova 5,5: la palla buona perché Lookman potesse aprire la mette lui, ma non è che nel prosieguo si danni l’anima per essere sempre una spina nel fianco. Si limita ai rientri difensivi.
Ederson 5,5: la brillantezza gli è rimasta nel ginocchio ripulito, direbbero i detrattori e i criticoni. Il fatto è che dopo quattro giorni ha tutto un altro passo. In negativo (1’ st De Ketelaere 5,5: gioca di fino in un clima da battaglia. A Marsiglia s’era spento dopo il rigore paratogli da Rulli, qui non è che assista impotente allo stato di cose ma non estrae il coniglio dal cilindro).
Pasalic 5,5: il grande escluso di Marsiglia, facendo davvero pochino tranne sostenere le rare azioni degne di tal nome, soffre il centrocampo avversario e fa rimpiangere la fase difensiva di una diga come De Roon.
Zappacosta 5,5: bravo dalla cintola in su, ma corresponsabile del raddoppio tagliagambe (38’ st Zalewski sv).

Samardzic 5: come non ripagare la fiducia dell’allenatore finendo vittima di un cambio di posizione azzardatissimo. Passarla in orizzontale al pendolino con un centrocampo di cursori e borseggiatori rinomati di fronti è una sfida alla sorte senza precedenti. Da matchball-eroe a capro espiatorio in campo.
Lookman 5,5: evita il mister all’uscita dopo la sceneggiata marsigliese. Esce conscio di essere stato l’unico a vedere la porta, negatagli da Idzes che ci mette la faccia e nella ripresa da Muric. Non che abbia fatto molto altro, anzi. Ma chi segna? (33’ st K. Sulemana 5,5: entra e conferma l’effetto oscurante dell’ombra in cui l’ha gettato l’utilizzo obbligato dell’ex separato in casa).

Krstovic 4,5: viene quasi il dubbio della casualità totale della fragorosa doppietta al Torino della seconda e ultima vittoria atalantina in campionato. Invece insistere su di lui solo perché il titolare è considerato in eterno recupero è una delle chiavi della crisi in campionato (13’ st Scamacca 6: combina poco di suo ma bene cogli altri, innescando anche il fiamminghino alla sua destra. Anche su mezza gamba si sarebbe fatto preferire al montenegrino nella versione attuale).

All. Juric 5: turnover a tre rispetto al Velodrome e il peso della scelta sicuramente non azzeccata dell’arretramento del mancino serbo che fa a metà con Zappacosta nel patatrac sul raddoppio subìto a inizio ripresa. E dire che mercoledì le aveva centrate tutte, ma proprio tutte. E ora? 
Simone Fornoni