di Simone Fornoni

Carnesecchi 7: sullo svantaggio agita il braccio in segno d’impotenza, a Calabria all’ora di gioco o poco più invece sa dire di no da campione. Ma convince anche nell’ordinaria amministrazione.

Scalvini 6: sul gol doveva e poteva entrare più deciso, anche se l’errore a monte, cioè un nanosecondo prima, non era certo suo. Benino, come sempre, in appoggio. Il nuovo Toloi è lui, e quando gli rimane il braccio sinistro sotto il tronco (spalla contusa, ahia…) non può che subentrargli il modello vivente (44′ st Toloi sv).
Djimsiti 6,5: perno finché non viene dirottato su Leao, ormai in camera iperbarica, nel convulso e stanchissimo finale. E se fosse entrato quel taconazo al 18′?
Kolasinac 7: prende la manata di Loftus con filosofia e, pur bendato e con la visuale vagamente appannata, recupera palloni come si trattasse ogni volta dell’ultimo della vita.

Holm 6: leggerezza per andare sotto, presenza nel fatto e di diritto sull’episodio da rigore che da regolamento (cervellotico) lo è. Solo per questo si salva dall’insufficienza, In diffida ci va per colpa di Leao, che trattiene facendolo innervosire (1′ st Zappacosta 6,5: al netto del salvataggio sulla linea che non serve, perché sul tap-in di Giroud c’è Leao in offside, regge meglio e fa meno sbavature del sostituito in rampa di lancio).
De Roon 6,5: finisce per invertirsi di posizione con l’altra colonna della mediana, spendendosi in recuperi spasmodici anche oltre il fallo da ammonizione su Hernandez. Il nono cartellino: al prossimo, squalifica. E chi se ne frega se calarsi l’elmetto non significa metterci qualità.
Ederson 6: moto perpetuo, un bel paio d’inserimenti a favore altrui ma anche tanta caciara senza costrutto nella seconda metà.
Ruggeri 5,5: sottotono da un bel po’, solo che di Bakker non è che ci si fidi solo perché l’ha messa al Sassuolo (34′ st Hien sv: sul centrosinistra della difesa a cinque del finalone).

Koopmeiners 6,5: se il Milan non gioca a specchio, lui se ne sta tra le linee provvedendo a primo pressing e ispirazione quando c’è. Buon elemento di raccordo a cui il rigore consente di acciuffare la doppia cifra stagionale nella casella dei marcatori, di cui 8 in serie A. Al Milan ne ha fatti tre in tre partita, compresa la doppietta in Coppa Italia, ma non ci mette continuità.

Miranchuk 5,5: in ombra, ovvero con sangue agli occhi insufficiente anche solo a macchiare la pupilla, nonostante un piede quasi cattedratico (18′ st Scamacca 5: non tiene una palla nemmeno per scherzo, ma non era la sua partita. Deve comunque imparare a essere utile anche quando non segna).
De Ketelaere 5,5: appannamento fisiologico, con pari precoce dato in pasto al Nulla, dopo due mesi da Leone delle Fiandre (1′ st Lookman 6: non rientra malaccio, ma più che altro le ripartenze si ritrova a rifinirle e non a concluderle).

All. Gasperini 6,5: se un giocatore non convince, lui comunque lo lascia dentro fino all’intervallo. Si chiama coerenza. Stavolta non ha funzionato più di qualcuno o qualcosa, ma l’intelligenza di sapere di non poter vincere ha prodotto un pari cercato e voluto. Con una difesa finale tipo Mondonico (al posto di Hien c’era Salvadori, remember?) al “José Alvalade” 36 anni fa. L’intelligenza, appunto.