Sportiello 6: qualche brividino quando la scambia di piede. Dal Sassuolo aveva qualche ragnatela da togliersi di dosso. Quelle nell’angolino non si sono mai materializzate.

Toloi 6,5: sale in appoggio alla cinquina secca, dopo aver sofferto la semi disoccupazione dietro.

Palomino 6,5: buoni recuperi, anche se stavolta servivano ben poche pezze.

Djimsiti 6,5: svetta più da palla inattiva in avanti che dietro. Cose che succedono di fronte alla pochezza altrui.

Hateboer 6: gran fisico e gran tenuta alla distanza, ma niente di che. E conferma la ruvidità di piede sul possibile 6-0 spedito ai piccioni.

De Roon 7: innesca il Papu per il vantaggio pochi minuti dopo aver lisciato la sua palla d’oro, segnalandosi per il pressing alto e i borseggi. Ormai è un elemento irrinunciabile.

Freuler 7: come d’abitudine macina chilometri a velocità tripla rispetto a chiunque, ma non è solo un corsaiolo. Bastino, a illustrarne le doti, l’alfa e l’omega per il raddoppio, seconda prodezza personale dopo quella nel 2-2 di Napoli.

Gosens 7: azzecca la sesta stagionale sulle ali di una capacità di tagliare oramai da ala pura, senza comunque smenarci nelle sgroppate all’indietro in copertura. E che traversone al bacio per il miracolo di San Giuseppe.

Gomez 8: un califfo che la schiaffa dentro alla primissima chance personale in mezzo a quelle create per i compagni, vedi duetto sontuoso al limite per il bis di Freuler. Settimo sigillo di cui quello memorabile in Champions contro i croati; capitano, leader, tutto (33′ st Malinovskyi sv).

Ilicic 8,5: innesca gli altri e s’innesca da solo per raggiungere la nona sinfonia a tabellino, facendo respirare all’azione l’aria incontaminata della sua classe pura, talora priva di compromessi con l’utilità pratica. Se non si svita, è la malcapitata difesa di turno ad avvitarsi su se stessa: Alves ci mette una pezza ma poi anche l’assist involontario per chiuderla. Il poker è una delizia, roba da inchinarsi in adorazione (39′ st Traore sv: un mancato assist per l’olandesone che la spreca).

Muriel 6: tutto bene tranne l’ultimo o il penultimo passaggio, anche perché se non ha spazio fatica un po’ a trovarselo. Conclude un paio di volte nel primo tempo e una da piazzato a inizio ripresa (27′ st D. Zapata sv: a tre mesi dall’ultima volta, leggi il Lecce il 6 ottobre all’inaugurazione del Gewiss Stadium, riassaggiare il prato è già qualcosa).

All. Gasperini 7: opta per i Tre Tenori, con Muriel in pratica tappabuchi – benché non troppo in forma – del non ancora pronto Duvan Zapata. E ne ricava manovra ariosa, spettacolo, gol come se piovesse. La squadra è bella perché porta l’impronta del suo stratega, uno che stavolta, come contro il Milan del resto, non deve scervellarsi per trovare la quadra.
Simone Fornoni