Gollini 8: spettatore non pagante almeno per un’oretta buona, ma noi gli diamo un otto in pagella perché la sicurezza della difesa dipende tantissimo da lui, che con una squadra che a un certo punto attacca in otto, gioca da libero aggiunto, uscendo sempre in modo perfetto. C’è da dire che sul finire compie anche una bella parata in due tempi, ma questa cosa a Bergamo non fa più notizia.

Toloi 8:  è da sempre il nostro preferito perché è l’intuizione migliore tra i tanti colpi di genio del Gasp. Un mediano dai piedi buoni con un fisico da urlo e una cattiveria da centrale difensivo, lasciato libero di interpretare la partita, col compito di fare a piacimento o il terzo dei tre della retroguardia o il centrocampista di fascia in aggiunta ai quattro che corrono già come ossessi in mezzo al campo. Il ragazzo brasiliano, assai intelligente, dopo un quarto d’ora capisce che c’è più bisogno di uno che costruisca, così parte spesso palla al piede creando quella superiorità che fa dell’Atalanta la squadra dalle mille occasioni, ora anche in Europa.

Kjaer 8: sicuro, deciso, intelligente. In tre occasioni ferma gli avanti della Dinamo Zagabria prima che le loro azioni diventino in qualche modo pericolose e lo fa aspettando gli avversari al varco, ossia sulla riga che delimita l’ingresso in area. Di testa le prende tutte. Siamo sicuri che d’ora in poi lo vedremo titolare molto più spesso.

Palomino 8: Costacurta continua a dire che giocare a tre dietro è facile facile e con quel modulo tutti fanno bella figura. Sarà pure vero, ma un conto è cavarsela, un altro giocare da gigante. Palomino si sta dimostrando un valore aggiunto di questa Atalanta perché sceglie spesso di giocare d’anticipo, oggi una decina di volte, col pallone che da lui finisce sui piedi di De Roon, poi su quelli del Papu o di Pasalic, creando occasionissime a ripetizione.

Hateboer 7: parte fallendo una deliziosa palla gol che gli mette in mezzo quel geniaccio di Muriel. E’ sfortunato al 32’ quando un suo tiro a colpo sicuro viene salvato sulla linea da un difensore della Dinamo Zagabria. Sfortunato sotto porta, e un po’ pasticcione, ma va detto che i gol non deve farli lui. E’ invece il solito utilissimo giocatore che si fa la fascia avanti e indietro per la causa nerazzurra (20’ st Castagne 7: entra per un Hateboer che ha dato tutto dimostrandosi ancora una volta un giocatore dalla grande affidabilità. La Dinamo non crea pericoli, il merito è anche suo e mette un paio di volte la faccia in attacco).

De Roon 9: intanto le mie scuse personali, che nelle lunghe chiacchiere in quel bar che ogni tanto diventa la nostra redazione sportiva (oggi pomeriggio c’era il mitico Billy Bigliardi), sostengo che all’Atalanta servono essenzialmente due centrocampisti centrali fortissimi per colmare il gap con la Juventus. Il De Roon di oggi, cagnaccio che sradica palloni su palloni senza mai sbagliare una ripartenza, vale i mediani bianconeri, anzi è molto meglio. Mette due volte il Papu davanti alla porta, è in difesa, a centrocampo e in attacco. Questi tre punti sono soprattutto suoi.

Freuler 8: bello da vedere, dinamico e fortissimo come l’altro cagnaccio della mediana nerazzurra. Lo stato di forma impressionante gli permette di non lasciare il minimo respiro ai centrocampisti della Dinamo, fantasmi, che perdono regolarmente palla una volta che lo svizzero parte come un’iradiddio a mordergli le caviglie. Identico discorso fatto sopra per De Roon, se Freuler è questo gigante, straordinario operaio, ottimo architetto, per puntare al sogno di tutti gli atalantini, ossia lo scudetto, a centrocampo la prossima estate acquisti stellari non ne servono.

Gosens 8: capito che il diretto avversario non è granché, inizia a giocare stabilmente tra la mediana e l’attacco. Corre a perdifiato, s’intende alla grande con Pasalic, con cui fa un paio di ripartenze che regalano grandi emozioni, deliziosa quella che al 25’ lo porta a concludere sulla traversa e al 32’ a servire un invitantissimo pallone a Hateboer. E poi una decina di sovrapposizioni intelligenti. E’ in gran forma.

Gomez 10: il voto è come il suo numero, quello che hanno i rarissimi santi del dio del pallone, i fantastici fantasisti che nascono in Argentina più o meno una volta ogni dieci anni. Lanci al bacio, dribbling mozzafiato, tunnel, tantissimi, che sono il massimo dei massimi per tutti noi che amiamo il pallone. E poi il gol capolavoro, Ivanusez, che oggi compie ventun anni, saltato come fosse un popino alla prima stagione dei pulcini, e quel tiro a giro che fa godere, potente, preciso, proprio come li faceva Diego quando vestiva la maglia del Napoli, proprio come fanno, ora, Messi e Dybala. Sbaglia da due passi la rete del 3-0, ma chissenefrega dopo una partita del genere. Avrebbe potuto anche dare due sberloni all’arbitro, che il voto alla sua gara da sogno non sarebbe cambiato. Bravo il Gasp a tributargli la standing ovation finale (45’ st Malinovskyi sv).  

Pasalic 8: mediano, trequartista, fantasista, attaccante, insomma ovunque. Altra prova da gigante in un’annata che lo sta trasformando da eterno talento, a cui mancava sempre qualcosa, a giocatore tra i più forti che ci sono adesso in Italia. Serve assist in serie al Papu e a Muriel, sceglie spesso la giocata di prima, arriva due volte in porta, ma in entrambi i casi è sfortunato per via di due fortunose deviazioni dei difensori avversari. Sta vivendo una crescita esponenziale.

Muriel 8: che dire del colombiano? Innanzitutto ammetto di essere di parte, da mediano dai piedi di ghisa quale sono stato da ragazzo, vedere come l’attaccante nerazzurro accarezza il pallone è una goduria continua. Sbaglia un paio di gol anche abbastanza semplici, tirando due volte sopra la traversa, ma regala un assist d’oro in avvio a Hateboer e si procura il rigore che lui stesso trasforma e che spiana la strada alla prima storica vittoria in Champions. E poi palla al piede è imprendibile. L’impressione è che il trio offensivo proposto in avvio, Pasalic dietro a lui e a Gomez sia una delle migliori soluzioni viste in questa stagione perché quei tre, insieme, si trovano alla grande perché parlano la stessa lingua (16’ st Ilicic 7: entra con la voglia dei suoi giorni migliori e in dieci minuti delizia il pubblico con tre discese da urlo e un palo colpito. Poi, come sempre, gli avversari iniziano a menarlo. Lui non fa una piega e continua a regalare dribbling e magie).

Gasperini 9: quanto vale oggi il Gasp? Cento milioni? Duecento? Impossibile dire un numero, resta che se lui allena un giocatore, questo giocatore triplica il suo valore di mercato. Il perché è presto detto, il nostro mister è tra i pochissimi nel mondo che lascia i calciatori liberi di tentare la giocata, il dribbling, il tunnel, il lancio illuminante, la prodezza in area, splendendo di luce propria. Ma, attenzione, lo dicono le cessioni atalantine di questi anni, quella luce spesso e volentieri si accende solo col Gasp. Complimenti per la prima vittoria dell’Atalanta in Champions League, risultato storico e che, parliamo ancora di soldi, porta nelle casse di Zingonia una cifra vicino ai tre milioni di euro, che non sono pochi.

Matteo Bonfanti