Berisha 6: la barriera lo inganna sporcandogli la visuale, con quel maledettisimo saltello collettivo, ma resta il piccolo sospetto che avrebbe potuto buttarsi in anticipo per coprire l’angolino battezzato da Kolarov.
Toloi 6: puntuale e ordinato, anche se messo alle strette a volte va fuori giri. Vedi Perotti: una finta di numero, fallo a favore, giallo per il brasileiro.
Palomino 6: combattente che chiude col turbante protettivo dopo una capocciata, non commette errori decisivi e si fa apprezzare dalla curva con una discesona sulla sinistra.
Masiello 6: sarebbe da sette e oltre, se non fosse per il fallo evitabile su Nainggolan da cui è scaturita la punizione fatale.
Hateboer 6: fisico e velocità non fanno di lui l’erede di Conti, perché gli manca il tempismo per i tagli. Nel finale si tuffa a pesce per tentare la deviazione del pari, niente da fare.
Cristante 6: a disagio se deve stare coi remi in barca, meglio quando si butta negli spazi. Peccato che il giochetto gli riesca poco (30′ st de Roon sv).
Freuler 5,5: una palla rubata nel primo tempo, un passaggio di ritorno allo sprecone Petagna nel secondo. In mezzo, ben poco di positivo: strano, per un metronomo regolare come un cucù.
Gosens 6,5: piede da raddrizzare ma tanto movimento e soprattutto buona intesa col Papu. Spinazzola può essere messo in soffitta o spedito alla Juve senza troppi patemi.
Kurtic 5,5: come falsa ala e trequartista da pressing in fase di non possesso non gli va quasi mai bene, perché De Rossi non sente il suo fiato sul collo e davanti c’è l’ennesimo rigore in movimento finito ai dirigibili (25′ st Ilicic 6: entra e l’attacco acquisisce pericolosità, di suo sgancia due tiri e sul secondo prende il legno colla scarpa sbagliata).
Petagna 5,5: manovra benone, ma il difetto atavico della stitichezza nelle conclusioni sta cominciando a fregarlo al di là del lecito (13′ st Cornelius 6: svetta e duella a sportellate, mostrandosi più convinto e fegatoso del titolare a cui promette di fare le scarpe).
Gomez 6,5: costretto alle pentole e ai coperchi dalla ricerca spesso vana di nuove alchimie in cucina, passa il tempo a sprintare sfornando pallonesse per compagni ingrati. E lui, su azione e da fermo, predilige la giustezza all’efficacia colpendo senza potenza.
All. Gasperini 6: l’Atalanta non è il Cervia di Ciccio Graziani e lo stadio di Bergamo non è il piccolo schermo di “Campioni”, il reality pallonaro di qualche annetto fa. Però i tifosi, invocando in rete la doppia staffetta subitanea Kurtic-Petagna con Ilicic-Cornelius, qualche ragione ce l’avevano. Cambiando prima, forse almeno il pareggino veniva fuori. Per il resto, tutti maluccio negli inserimenti.