Non si vinceva da un mese e cinque giorni, il 30 settembre, 2-1 al Brugge in una fase campionato di Champions che all’Atalanta ora dice sette punti in quattro turni. I successi in coppa sono lo stesso numero del campionato, ma con sei partite di meno disputate. Marco Carnesecchi blinda il bottino pieno volando sul sinistro di Greenwood al novantasettesimo e mezzo, Lazar Samardzic ingrana la terza dopo aver segnato precedentemente proprio ai belgi e al Como e Ivan Juric, sissignori, pur col cambio conservativo Musah-Lookman che fa arrabbiare il nigeriano le indovina tutte rischiando anche senza scoprirsi. I nomi dei tre premiati dalle pagelle di Marsiglia bell’e pronti.
Carnesecchi 7: niente pezze miracolose, anzi solo loffie, fino al mancino di Greenwood da lontano ma non troppo che lui toglie dalla porta.
Kossounou 6,5: Paixao è sotto tono, quindi gli toccano le diagonali su Greenwood e soprattutto Aubameyang, che tende a portarsi in giro per il campo il compagno che funge da perno (10’ st Hien 6,5: una muraglia umana, con lui se si entra in area si va a sbattere. Non che di fronte avesse dei mammasantissima).
Djimsiti 6,5: il centravanti avversario, vedi sopra, non gli lascia punti di riferimento, ma lui se la cava benissimo nel resto, ovvero nel dirigere il terzetto dietro concedendosi anche il lusso del recupero sull’azione che porta al rigore. Nel finale non si lascia scappare Vaz verso la porta.
Ahanor 7: quarto migliore ex aequo, anche se è un voto di pura stima e incoraggiamento. Gran primo tempo, due legnate nella ripresa da O’Riley e Aubameyang sul ginocchio sinistro non lo mettono ko ma un po’ lo intimidiscono. Tanto che non si sgancia più.
Bellanova 6,5: sbaglia un gol coordinandosi maluccio nello stacco sul pallone di Zappacosta, subito dopo ne salva una nel su Greenwood. Suo anche l’assist per il gol di ‘Mola annullato. Non che faccia sempre la cosa giusta, ma se atleticamente tiene può essere un fattore.
Ederson 6,5: non la migliore versione di se stesso, forse rimasta in rimessa come il ginocchio che gli dava tormento in estate, eppure efficace a due fasi. Che strizza sull’auto-giocata piede sinistro-ulna destra prima del ribaltamento della vittoria di Samardzic… ma l’assist per il matchball è statisticamente suo!
De Roon 6: traccheggia in mezzo con O’Riley a incrociarne le traiettorie. Non che si annullino a vicenda, ma… Marten non fa molto di più (1’ st Pasalic 6,5: interpreta con grinta, tecnica, pulizia, ritmo, attenzione e abnegazione anche lo scomodissimo ruolo di riserva in mediana. Chiaro che guarda più avanti dell’olandese).
Zappacosta 6,5: pennella per Bellanova che ha la fronte storta, tampona e fa ripartire la squadra. Pur in una posizione usurante, appare sempre più saggio e fosforoso che usurato. A 33 anni è un vanto.
De Ketelaere 6: il rigore incrociato anche benino, ma alzato da terra quanto basta a sollecitare i riflessi di Rulli, gli spegne la luce. Non definitivamente, solo a intermittenza. E anche quando vede la porta non la spacca. Bello e fragile come una porcellana di Limoges (39’ st Samardzic 7: veni, vidi, vici. Sinistro di enorme qualità. Peccato che oltre al tiro non abbia granché d’altro. Accontentarsi significa godere).
Lookman 6: assist al bacio al centravanti che non la mette mai, un tiro murato per tempo, qualche esitazione, la gioia spenta in gola come la sigaretta sul palmo della mano dal Var per un gol che sarebbe valso moltissimo. Brutta, però, la palla persa a 14′ dall’intervallo che a momenti mandava in gol Hojbjerg sull’asse Murillo-Greenwood. Juric lo leva dalla mischia e lui fa il malmostoso. Come s’è visto in diretta tv, ha scelto l’allenatore sbagliato con cui prendersela… Lo step da fare è solo mentale (30’ st Musah 6: entra per coprire e correre, missione più o meno compiuta).
Krstovic 5,5: da mani nei capelli l’ennesimo errore sottoporta. Il bello è che la grande manovra era iniziata per merito suo. Rigore conquistato bene, sul resto c’è fin troppo da lavorare per limare imperfezioni e difetti di fabbrica (39’ st Scamacca sv).
All. Juric 7: le azzecca tutte. Strategie, tattiche, mosse e soprattutto le sostituzioni. Con buona pace del Pallone d’Oro d’Africa, comunque rimesso a posto all’istante. Chissà che sangue agli occhi, il mister, per indurre Matteo Paro e Mirco Moioli, vice e team manager, a mettersi in mezzo per aiutare ad aprire in due il Mar Rosso di un possibile caso-bis… La partita la vince soprattutto coi gufi che già pregustavano il passo farlo per farlo scivolare nella buchetta dell’esonero.
SF


giovedì 6 Novembre 2025
