Partono da Verona le svolte tattiche di Gasperini: 21 ottobre 2018, Chievo-Atalanta 1-5, Gomez in campo da regista a tutto campo e comincia una nuova fase per il Papu: 21 marzo 2021, Verona-Atalanta 0-2, Malinovskyi trequartista/attaccante. E il numero 18 (uno più otto uguale nove!) nerazzurro, robusto bassotto con un piede sinistro che scaglia fulmini incendiari per i portieri e che si trasforma in tocchi di velluto, leggasi assist, per i compagni, gente come Zapata e Muriel, che parlano: adesso questo pallone che ti ho regalato, trasformalo in gol. E spesso detto, fatto. Non è un caso che prima di Verona Ruslan avesse segnato solo due gol, adesso è a quota otto, impreziositi da ben undici assist in nove partite. Un viatico corroborante in vista della finale di Coppa Italia, in attesa di conquistare il secondo posto domenica con il Milan. Il popolo nerazzurro, prima di festeggiare la Champions con la mirabolante coreografia di Porta San Giacomo, ha patito se non le pene dell’inferno ma forti palpitazioni per i dieci minuti finali, quelli dopo il secondo gol di Shomurodov. Un terribile rischio di subire il pareggio dopo aver dominato per oltre un’ora un’avversaria in vacanza e piena di giovanotti imberbi ma di belle speranze che hanno fatto tremare giocatori che hanno affrontato Real Madrid, Paris S.G., Liverpool e compagnia cantante. Ma la bellezza del gioco del calcio è proprio questa, vale a dire non c’è nulla di scontato. Parecchi osservatori fuori Bergamo spiegano che l’Atalanta con qualche ritocco limitato ma qualificato possa ambire allo scudetto nel prossimo campionato. In attesa però sarà opportuno che certi errori vengano emendati come quel tanto di rilassatezza mentale che colpisce i nerazzurri quando hanno in pugno la partita. Come a Genova ma con altri pericolosi precedenti. Staremo a vedere. Nel frattempo ecco la Coppa Italia da conquistare per colmare un inevitabile buco che dura dal 3 giugno 1963, insomma cinquantotto anni fa. La Dea ci era andata vicina due stagioni fa, 15 maggio 2019, sappiamo tutti come è andata a finire. Con la speranza che, per l’occasione, Rizzoli designi un gruppo arbitrale (Var compreso) all’altezza e non più arbitri a fine carriera. Di fronte la Juve che ha battuto l’Inter in un confronto a dir poco incredibile, e che continua a sperare in un posto in Champions. Stavolta non è una Juventus imbattibile, tutt’altro. Tutti quanti gli appassionati conoscono la crisi dei bianconeri: societaria, tecnica ed economica. In pratica il club più prestigioso d’Italia da rifondare con un orizzonte piuttosto fosco. Questo significa che sarà una finale di Coppa Italia tutta particolare: Atalanta sulle ali del trionfo, Juventus in piena bufera. E proprio per questo più pericolosa del solito.
Giacomo Mayer