Criticata da più parti, a meno di un clamoroso slittamento richiesto da cinque comitati regionali della Lnd, tra cui quello lombardo che conta il maggiore numero di iscritti in Italia, la Legge Spadafora dovrebbe entrare in vigore tra quattro mesi, a inizio luglio. Prima di lasciarci, Carlo Tavecchio aveva fissato una serie di incontri col governo per convincere i membri dell’esecutivo a posticipare di almeno un anno le nuove norme, che, a detta di molti addetti ai lavori, potrebbero portare a far saltare il banco, mandando in sofferenza economica moltissimi club. Per capirne di più ne abbiamo parlato con Franco Forliano, storico direttore generale della Cisanese, e con Roberto Monaci, ds e responsabile del settore giovanile del Villa Valle, signori del nostro calcio da anni a capo di due vivai tra i migliori della nostra regione.

Eliminazione del vincolo. Parola a Franco Forliano: “Riusciamo a fare calcio a grandi livelli facendo spendere poche centinaia di euro all’anno alle famiglie dei ragazzi non solo per la generosità e la passione del nostro gruppo dirigenziale e dei nostri sponsor. C’è un progetto dietro al vivaio, portare i nostri giovani in prima squadra o portarli a trovare una collocazione in altri club dopo la crescita con noi. Formiamo i giocatori con anni e anni di lavoro, con investimenti sia sulle risorse umane che sulle strutture, questo ci viene in parte ripagato col premio preparazione che riceviamo quando un nostro tesserato va in un’altra squadra. Senza il vincolo, ossia con il liberi tutti della Legge Spadafora, con ognuno che ogni anno va dove vuole, questo introito non ci sarà più. Chi dovrà ripianare queste perdite? Ovviamente i genitori, che vedranno crescere le quote annuali del quadruplo, portando il calcio, tra i pochi sport rimasti ad avere ancora prezzi popolari, a quelli spesso inaccessibili delle altre discipline”.

Contrattualizzazione forzata di ogni figura nel calcio dilettanti. Parola a Roberto Monaci: “Faccio una premessa, a quattro mesi dall’entrata in vigore, la Legge Spadafora ha dei criteri guida, dei principi da seguire, ma non entra mai nello specifico. Forse ne capiremo un pochino di più quando avremo in mano i decreti attuativi, che però ancora non ci sono. Quanto alla contrattualizzazione di ogni figura, penso che possa portare a un grosso ridimensionamento del nostro movimento, con parecchi che lasceranno. Sarà infatti un contratto in più, aggiunto a quello legato al mestiere della vita, quindi si dovrà chiedere il permesso al proprio datore di lavoro per avere un’ulteriore occupazione e sarà lui a dover decidere e a sobbarcarsi, in qualche modo, il rischio di un infortunio. Penso a tanti ragazzi che giocano o che ci aiutano, e, se devo dirla tutta, la vedo dura. Dovranno fare una scelta e molti propenderanno per l’addio”.

Cosa fare. Parola a Forliano: “Penso che questa riforma sia sbagliata e che le società calcistiche devono  fare il possibile per evitare che a luglio diventi effettiva. Anche una protesta, magari fermarsi un turno. C’è in gioco la filosofia che sta dietro il pallone, una disciplina meravigliosa anche perché popolare, per tutti, ricchi e poveri”.

Matteo Bonfanti 

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