Tra poche ore arriva un’altra zona rossa, con ogni cosa che comporta, vedersi poco e male, con mille sotterfugi e altrettanti sensi di colpa, essere tristi, sfondarmi di mirtini la sera per non pensare che non posso vedere la mia nonnina, la Pina, che sta a Bologna e che ha quasi un secolo di vita, ingrassare tra i tortellini e la teglia di melanzane alla parmigiana perché l’unica è magnare, perché di sera non si può giocare a pallone con gli amici di sempre e manco andare alla boxe o a far due passi in Città Alta col socio giusto. Tornerà la mia città vuota, qualcosa che mi mette un’ansia pazzesca e che mi manda in tilt.
Siamo in Lombardia, c’è un temporale in arrivo, anche se noi siamo a Bergamo, la provincia che ha meno contagi in Italia e che ha dato tanto e fino in fondo e che non dovrebbe dare più. Ma a loro chissene, che è ogni volta fare di tutta l’erba un fascio.
Non sarò popolare, ma non m’importa nemmeno. Io penso che a Bergamo il covid l’abbiamo palpato tutti. Non voglio fare il piagnone, ma so che non è stato così nel resto d’Italia. Noi, che abitiamo qui e ora, abbiamo avuto qualcosa che ci condizionerà per sempre, la morte appiccicata. Poi se ne è grossomodo andata, ma per merito nostro, che nessuno di noi si ubriacava in gruppo alitandosi sopra in un bar della periferia di Milano, cose che ho visto di persona durante il lockdown. Ma non è servito stare alle regole, per noi sono restate le leggi di prima, degli altri che se ne fottono, provvedimenti che stanno dando la seconda botta a una popolazione, la nostra, ormai totalmente provata dalla muerte, dalla malasanità e dall’isolamento.
Ora io penso che il casino del Bel Paese in questo momento sia pure questo, che in Italia, Renzi compreso, il covid ci ha fatto perdere l’idea centrale intorno alla vita, che è che una causa porti a un effetto, più semplicemente il dare per avere. Vi siete ammalati come bestie perché non vi avevamo detto un cazzo pur sapendo dell’imminente strage? Avete chiuso a chiave i vostri figli adolescentini parlandogli del dovere per ore e ore? L’avete passata stando bravi, buoni e distanziati, depressini a casa vostra? Ci avete aiutato mentre non sapevamo che minchia fare, rompendovi i coglioni e facendovi rinunciare all’allegria, che è poi la libertà? Vi siete impoveriti in questo marasma senza fine? Bene, grazie, siete salvi. E pure noi… Ed ecco il premio per la vostra eccellenza, vi rinchiudiamo ancora, domani peggio di prima.
Non so come la pensiate voi, ma per me è il fallimento della politica, che ci sta mandando tutti all’aria. E’ il problema che io, che avevo tre in matematica al Liceo perché sono abbastanza tarato, avrei soluzioni migliori di loro, di chi sta in Regione, una parte dell’incubo, o di chi sta al governo, l’altra. Ed è il vero dramma di questo tempo. Ne usciremo migliori, ma solo mandandoli tutti a casa e tornando in strada noi.
Matteo Bonfanti