Spesso ci ripetiamo quanto sia indispensabile ricordare.
La memoria ha il compito di aiutarci ad evitare di commettere gli stessi errori, di dare un valore al passato e alle esperienze vissute e di donarci “radici” sulle quali costruire un futuro migliore.
È un po’ come quando, per la prima volta, ti scotti il palato bevendo di fretta una bevanda bollente: te la ricordi eccome una cosa così e stai più attento le volte successive!
Però alcuni ricordi – in genere proprio i più importanti – ti rispediscono furiosamente all’istante preciso in cui erano momenti di vita vissuta.
Ce ne sono alcuni di talmente intensi e radicati che – per qualche attimo – ti pare di rivivere quel momento con i suoi turbamenti, i suoi impatti emotivi e pure i suoi “odori”, i suoni delle parole pronunciate e il frastuono del silenzio delle frasi non dette.
Un salto nel passato che sembra uno schiaffo, un dolore che riemerge e si fa ancor più forte se provi a contrastarlo.
Virginia Wolf scriveva di un passato nascosto, chiuso dentro di se’ “come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo”…
Giusto oggi per un attimo mi sono rivista da ragazza, impaurita da una forte esperienza traumatica. Per un attimo ho perso l’equilibrio, ma ho pure dato un senso vero all’imperativo categorico del “ricordare per migliorare” e per non sbagliare nuovamente.
Raramente accade, forse perché – in realtà – non sono così tante le cose che segnano irrimediabilmente la vita, ma quando succede fa molto male. Poi ti ripigli nuovamente e ti ripeti che va tutto bene perché è davvero così!
Declinando un po’ in vicende più “alte” un pensiero è corso alla politica: molti nostri rappresentanti hanno dimenticato tutto!
Hanno dimenticato il senso di essere prima di tutto un cittadino con le difficoltà che tale condizione comporta.
Hanno dimenticato la difficoltà di doversi far bastare lo stipendio per arrivare decorosamente a fine mese.
Hanno dimenticato l’importanza di sforzarsi di capire il punto di vista degli altri prima di compiere una scelta.
Hanno dimenticato il senso del dovere dell’aiutare chi fa fatica e si sforza di meritare l’ausilio.
Hanno dimenticato, insomma, cosa significhi essere uomo o donna in questi tempi bui.
Questo ha comportato un pericoloso scollamento dalla realtà con l’inevitabile pregiudizio nell’operare scelte concrete, fattibili e opportune.
Insomma, dimenticare è comodo e a volte facile mentre il ricordo, invece, può richiedere un po’ di sforzo e può pure essere doloroso, ma è indispensabile per essere persone migliori e per fare sempre e comunque meglio. Buon tutto a voi. 

Vanessa Vane Bonaiti