“Il regalo più grande sarebbe potersi cominciare ad allenare dal 4 maggio per riprendere la stagione e dare sollievo alla gente rinchiusa in casa da mesi”. Il desiderio di Alejandro Gomez in vista del termine del lockdown, fissato per il 3 maggio dal decreto governativo in vigore, è stato espresso in videochat su Instagram con Adriano Nuzzo, patron della onlus We Africa che scava pozzi d’acqua in Burkina Faso: “In Africa giocano a piedi scalzi, ho ricevuto un video in cui i ragazzi facevano ‘Baila como el Papu, il pallone è davvero l’unica gioia e quindi voglio sposare ogni progetto di solidarietà possibile per quella terra – ha affermato il capitano dell’Atalanta -. Qui da noi, invece, il calcio è un’industria che dà lavoro a tanti, dagli steward ai giardinieri, non solo alle televisioni: riprendere significherebbe consentire a molte famiglie di lavorare per mettersi qualcosa in tavola”.

Il Papu ha ben presente la dimensione planetaria del Coronavirus: “In Argentina il governo ha chiuso tutto velocemente e la gente sta rispettando le regole. Ci sono morti, ma molto meno che in Italia: hanno visto cosa succedeva qui e in Spagna e si sono mossi in tempo – ha proseguito il leader nerazzurro -. A Bergamo abbiamo passato un periodo drammatico, anche se i dati sui contagi sembrano in calo costante. Ma a Pasqua ho visto e sentito troppa gente e troppe macchine per strada: non va bene, non dobbiamo mollare e aspettare le decisioni del governo. Noi calciatori come gli altri”.

Gomez ha lodato le iniziative dei colleghi: “Lavezzi ha fatto una donazione importante, tanti sportivi hanno organizzato nei giorni scorsi un torneo di playstation per aiutare la Croce Rossa in Sudamerica raccogliendo più di 200 mila euro. Nel mio Paese l’economia non va così bene, quindi il lockdown per Coronavirus è un problema per mangiare perché non si può andare al lavoro. Si vive giorno per giorno. Noi giocatori stiamo bene, Linda e i bambini con me vivono in una casa grande, ma la gente comune sta faticando e soffrendo”.

Sulla possibile ripresa, che secondo le ultime indiscrezioni dovrebbe prevedere allenamenti quanto meno individuali il 18 maggio e il nuovo start del campionato italiano il 6 giugno per concludersi a luglio (il termine ultimo della Uefa è il 3 agosto), il Papu è netto: “La salute va messa prima di tutto, non decide il calcio se e quando riprendere ma le autorità – la chiosa -. Dipende tutto dalla sicurezza e dai test che dobbiamo fare: la speranza, il 4 o più tardi, è di riprendere almeno gli allenamenti individuali. Il calcio è un’industria nel settore dell’intrattenimento che rende felice tante persone oltre e farne lavorare parecchie”.