Come aver vinto grazie all’opera d’arte dipinta da Gasperini. Zero a zero con l’Inter ma Handanovic è stato il migliore in campo della capolista e, per la verità, Musso non è stato da meno. Il che significa, in soldoni, che le due squadre hanno tirato in porta cercando, a tutti i costi, il gol. Più l’Atalanta dell’Inter. Eppure prima del fischio d’inizio di Massa il popolo atalantino temeva il peggio perché a Gasperini, causa maledetto Covid, mancavano, oltre ai lungodegenti Gosens e Zapata, anche Toloi, Hateboer, Maehle, Malinovskyi, Ilicic e in panchina c’erano Sportiello, Zappacosta e Piccoli, convalescenti, e si è inventato un salvifico 4-2-3-1. Dall’altra parte Simone Inzaghi aveva tutta la rosa a disposizione e si è permesso il lusso di lasciare fuori dalla formazione iniziale De Vrij, Dumfries, Lautaro Martinez oltre a Correa e Vidal, guarda caso tutti entrati in campo quando l’Inter faticava a sostenere il ritmo dell’Atalanta. Gianni Mura, che Dio l’abbia in gloria, aveva coniato un neologismo a proposito della Juve di Conte: “tremendismo”. Ecco, è stata la stessa arma usata dal maestro Gasperini che, facendo di necessità virtù, si è inventato un’Atalanta tatticamente nuova di zecca, corroborata dalle solite frecce: aggressività e, soprattutto, duelli, al limite della ferocia agonistica. In queste condizioni il solito gioco brillante dell’Inter è stato annientato perché quando Freuler rendeva innocuo Barella, Koopmeiners smorzava le idee di Brozovic e De Roon spegneva la luce in casa Calhanoglu scendeva il buio tra gli interisti. Non solo, Pessina e Pasalic nei ruoli di trequartisti laterali vigilavano su Bastoni e su D’Ambrosio. Così Inzaghi affidava a Sanchez, il più lesto ad impensierire Musso, affiancato da un pallido Dzeko, il compito di fare gol. E nel primo tempo è stato l’unico a sfiorarlo con un gran tiro, deviato da Musso, dopo l’errore di Massa che non ha fischiato un fallaccio su Muriel. I nerazzurri di casa nostra non hanno mai perso il bandolo della matassa del gioco, lasciando, di proposito, all’Inter l’intenzione di sbrogliarsela da sola. Ma Dzeko e compagni non ci sono riusciti anche perché l’Atalanta ha sempre mantenuto la soglia dell’attenzione, soprattutto nell’uno contro uno, al massimo. Quindi un primo tempo di massima allerta con le parate di Musso e un contrasto in area interista tra Perisic e Pasalic che Massa non ha preso giustamente in considerazione come fallo da rigore. Nel secondo si è scatenata la tempesta, vale a dire Atalanta senza timori reverenziali, anzi convinta di sgretolare l’Inter. Tant’è vero che Pessina, su assist di Pasalic, si presenta, da destra, nell’area interista e tutto solo si fa parare da Handanovic un pallone da mettere in rete. Che rimpianto. Non solo, qualche minuto dopo, se ne va Koopmeiners che stretto nella morsa tra Skriniar e Bastoni cade al momento del tiro. Insomma l’Atalanta alza il ritmo ma l’Inter non ci sta a subire, anzi crea palle gol con Dzeko, Vidal e, soprattutto, con D’Ambrosio senza dimenticare l’estremo salvataggio di Pezzella su Darmian. Eppure l’occasione più bella, spettacolare e da lacrime di gioia, capita a Muriel che si libera di Bastoni e s’invola dalle parti di Handanovic che compie un’altra parata fenomenale. Ci prova anche Pasalic, dall’altra parte Lautaro Martinez non scherza ma Musso vigilia. Zero a zero.
P.S. Durante “Pressing” (su Italia 1 a tarda serata) l’ex arbitro Cesari ha mostrato che per l’Atalanta c’era un calcio di rigore per un fallo di mano: Dumfries e D’Ambrosio saltano di testa anticipando Pasalic, il pallone finisce sul braccio largo del difensore interista. Massa non poteva vedere ma Di Paolo al Var probabilmente sì, si è appisolato. Cui prodest.
Giacomo Mayer