Giovanni Lopez non ci sta più a perdere le partite dopo aver accumulato un’occasione dopo l’altra. “Sono avvelenato e arrabbiatissimo, in settimana studiamo gli errori che non dobbiamo fare e puntualmente ci ricaschiamo. Non siamo in grado di competere con avversari come l’Inter Under 23, anche se l’abbiamo stradominata meritando di vincere la partita, così come col Lecco, il Vicenza e il Brescia”, la premessa del tecnico dell’AlbinoLeffe al quarto ko di fila, il sesto in dodici giornate. “Non mi era mai capitato di prendere tanti gol, cogli avversari che spesso fanno meno di noi ma ci aspettano al varco e ci castigano. Nelle due annate precedenti eravamo tra le difese migliori e già a questo punto, con ventisei giornate da giocare, siamo sulla ventina presi”.

“Siamo stanchi di ricevere i complimenti dopo aver perso le partite, dobbiamo uscire dal limbo della mediocrità facendo lo step in più – gli fa eco il direttore sportivo Antonio Obbedio -. Preferirei che giocassimo peggio, che ci sporcassimo di più senza accontentarci di arrivare fino a un certo punto e poi perdere sempre su leggerezze e ingenuità. Paradossalmente vorrei che si dicesse che abbiamo rubato la partita. La maglia si sporca e si suda, nessun appunto da fare ai ragazzi in tal senso. Ma bisogna rendersi conto che il campionato non ci aspetta”.

Lopez torna sulla discrasia tra rendimento e risultati senza addurre alibi. “Tra Sorrentino che torna a gennaio, Lombardi, Svidercoschi e Angeloni che si sono fatti male prima della partita, Barba e Boloca che sono out da un po’ e adesso Potop che si è stirato, siamo in emergenza numerica – osserva ancora l’allenatore bluceleste -. Con la Giana e la Virtus Verona non parlerei di spareggi, mancano ancora troppe partite, ma certamente sono sfide alla nostra portata. Le big sono lì ad aspettare il nostro errore e noi lo commettiamo. Bisogna rendersi conto di dover fare un altro tipo di campionato. Non è possibile aver bisogno di macinare occasioni in misura più che doppia rispetto agli avversari e poi buttare via tutto per le solite disattenzioni. Vorrei entrare nella testa dei giocatori per farglielo capire”.

Infine, la chiosa del diesse sull’organico a disposizione e su eventuali ritocchi. “Non esiste alcun messaggio dietro all’esordio del diciassettenne Michelangelo Duranti Albizzati. La nostra è una società che lavora sui giovani e in caso di emergenza specialmente davanti lo staff tecnico attinge alle giovanili. Non ci si attende che un ragazzo faccia il salvatore della patria. Sporchiamoci e facciamo lo step fuori dal limbo: è vero che abbiamo cambiato quattordici giocatori, ma dobbiamo entrare nel campionato che non ci aspetta. Quanto al mercato di gennaio, nemmeno ci penso: manca un mese e mezzo e le difficoltà numeriche sono dovute agli infortuni, tanto che il mister ormai fa la formazione col medico. Ma se produciamo tanto vuol dire che non ci manca niente, nonostante gli errori dietro facciano pensare il contrario”. Esseffe