Mondo sportivo in fermento, per il drammatico scenario propostoci da una pandemia che minaccia di manifestare conseguenze irreversibili. Con un quadro macroeconomico che chiama inevitabilmente in causa la tenuta e la futuribilità delle aziende, a essere parte gravemente danneggiata è, nello specifico, il mondo dell’abbigliamento sportivo, ulteriormente condizionato dal blocco dei campionati e dall’annullamento delle manifestazioni estive che stiamo via via registrando. Parla apertamente di “bagno di sangue” Marco Lorenzi, titolare di LM Promo, nonché voce particolarmente attiva nel panorama dei dirigenti sportivi, dall’alto della carica di consigliere ricoperta presso l’Atletico Chiuduno Grumellese. Dalle parole di Lorenzi, trapela preoccupazione, per uno scenario che, per quanto parzialmente avvolto nel mistero, può essere tradotto in due paroline-chiave per il mondo dilettantistico: crisi e ridimensionamento. “La produzione dello stabilimento di Ghisalba è sostanzialmente ferma – chiosa il numero uno di LM Promo – la riconversione attuata per attivare la produzione di mascherine non basta di per sé per far fronte al crollo degli ordini e delle vendite. Va meglio all’estero, con gli impianti dislocati in Croazia, Serbia e Tunisia, ma siamo pur sempre sotto il 50% dell’abituale giro d’affari. In generale, funziona meglio il comparto riservato alle mascherine, ai dispositivi di protezione come i camici impiegati in ambito sanitario. E’ evidente che altrove le conseguenze del virus si siano fatte sentire di meno, ma in generale navighiamo a vista, lavorando per conto di quelle aziende non hanno risentito in termini di produzione, in primis quelle del settore alimentare. Oltre a mascherine e camici sanitari, ci sono le scarpe, il materiale d’abbigliamento, i loghi da apporre per conto dei clienti”. E poi c’è lo sport, con la scure della crisi pronta ad abbattersi sul mondo dell’abbigliamento sportivo: “L’emergenza è già percepibile, son venuto a conoscenza di svariate catene di negozi che hanno già portato i libri in tribunale. Gli ordini che abitualmente vengono pattuiti con i primi mesi dell’anno sono stati annullati e a questo primo grave problema si aggiunge la chiusura dei negozi. Senza la distribuzione, l’intera filiera si blocca. La preoccupazione è più che tangibile, anche sentendo le voci concorrenti più autorevoli. Quanto a LM Promo, ripartiremo lunedì (oggi, n.d.r.) ma in un regime attestato attorno al 30-40% dell’abituale giro d’affari. La verità è che sarà un bagno di sangue e non vorrei mai essere nei panni di chi si è dedicato esclusivamente al calcio”. Già, sport di squadra fermi al palo e, nello specifico, il calcio resta ai box. Nell’attesa di tempi migliori, come auspica un appassionato addetto ai lavori come Marco Lorenzi: “Manca il pallone, ma questo non è il momento per pensare al pallone perché dobbiamo prima di tutto dar da mangiare ai nostri operai. Non credo si riprenderà a settembre ma dobbiamo volgere la situazione in nostro favore, prendendoci tutto il tempo del caso per riflettere e pianificare delle soluzioni. Solo in un secondo momento potremo dedicarci allo sport, perché a risentire di questo bagno di sangue saranno prima di tutto gli sponsor. E saranno in tanti, temo, a farsi da parte. A questo punto arriveranno i ridimensionamenti: passaggio obbligato, dopo tanti anni trascorsi sopra le righe e sopra i costi. Che ci serva da lezione, il calcio non è tutto e tutte le società saranno travolte da un danno enorme. A mio modo di vedere, ci saranno difficoltà per più della metà delle società coinvolte nel dilettantismo. Purtroppo, è un rovescio che può accadere, quando si vuole vincere e ci si fa prendere la mano”. Chiusura dedicata alla stretta attualità, aziendale e calcistica. Un tutt’uno, nel racconto della parabola di un uomo d’azienda, quale Marco Lorenzi, tornato in auge dopo alcuni di anni di lontananza dal mondo sportivo e dal mondo delle partnership: “Tiene banco la questione legata alle mascherine e al loro ipotetico utilizzo in manifestazioni sportive, come le partite di calcio. Io sono assolutamente contrario. Con le mascherine si fa fatica a respirare semplicemente camminando, non voglio pensare a cosa possa accadere in piena corsa o in una fase concitata della gara. Piuttosto che avere fretta di ripartire, meglio pensare con calma. Abbiamo il tempo per pensare per bene, mettendo al centro dell’attenzione la sicurezza degli spettatori, ma, soprattutto, nel caso del dilettantismo, la salute dei giocatori. Il calcio per me è immagine e visibilità, anche se investo posso contare su un certo tipo di ritorno. In questo senso, il mio modo di operare ha trovato un valido appiglio, in termini di fiducia e sintonia, nella famiglia Gritti, impegnata da alcuni anni nell’Atletico Chiuduno, poi denominato Atletico Chiuduno Grumellese. Si è creata un’amicizia che va al di là del semplice rapporto dirigente-sponsor e che mi ripaga appieno della scelta di tornare sulla scena sportiva, dopo alcuni anni di lontananza. In passato il mio impegno era riconducibile al Bresciano, poi dopo la pausa sono tornato in gioco grazie ai Gritti e devo dire grazie a loro se il connubio ha funzionato. Comunque vada a finire con una crisi sempre più tangibile, sarò sempre al loro fianco. Ho ampliato il mio mercato, essendo di Martinengo ero abituato a realtà per me più casalinghe, come Forza & Costanza o Colognese. Quanto al calcio giocato, l’arrivo di mister Forlani ha portato senz’altro effetti benefici: eravamo penultimi, ma in netta risalita. Poi è arrivato lo stop e ora dobbiamo metterci in testa che non si potrà accontentare tutti. Bisogna pur tener presente gli sforzi fatti dalle società e ad oggi, fosse per me, laddove dovessimo esprimere dei verdetti, faccio salire la prima classificata al momento dello stop e non faccio retrocedere nessuno. Eppure, l’unica cosa certa ad oggi è che non ci sono certezze. Di nessun tipo”.
Nikolas Semperboni