di Matteo Bonfanti

“Che poi fare il terzino è il ruolo più brutto del mondo: tu e quella maledetta riga del fallo laterale, su e giù, per novanta minuti a correre nella stessa direzione, senza pensare. Ma ero il peggiore della squadra e i mister mi mettevano lì. Come si fa quando si va a giocare il martedì sera con gli amici: quelli che non sono tanto capaci finiscono dietro, in fascia, spesso a sinistra. Quelli bravi stanno in mezzo: ad anticipare il centravanti o a dettare i ritmi oppure a far gol. E io ho sempre avuto compagni fenomenali”.  

Pensieri e parole di Luca Turani, classe 1977, per tutti Turfeo, graditissimo ospite mercoledì mattina della nostra redazione. Vent’anni di calcio bergamasco raccontati a perdifiato, nel suo modo, dalla difesa all’attacco palla al piede e alla velocità della luce, alla faccia dell’allenatore in panchina. Il tecnico vorrebbe che i quattro in difesa non si sganciassero mai, ripete che per gli assist ci sono le ali che hanno più fantasia. Ma Turfeo ha in mente la testa biondissima del Peso, macina metri, arriva sul fondo e fa il cross. Pesenti si stacca da terra, resta un attimo in cielo e mette il pallone nell’angolino. Segna e inizia la festa, quella della compagine più forte di sempre, la Tritium allenata da mister Mangia, banda di campioni che metteva sotto chiunque incontrasse, anche compagini di categorie superiori.

Ma lasciamo per un attimo da parte le favolose stagioni di Trezzo d’Adda. Perché per chi ama il calcio bergamasco Luca Turani è un’occasione troppo ghiotta: bisogna chiedergli tutto, partendo dal principio, da quando sul campo a sette di Valbrembo inizia la storia calcistica di uno dei giocatori più amati del nostro movimento.  “Ero piccolo piccolo e non so perché ero arrivato al primo allenamento per ultimo – sorride Turfeo che è un ragazzo dalla simpatia contagiosa, una delle rare persone illuminate dalla felicità -. Eravamo tantissimi. Gli allenatori mi vengono incontro e mi dicono che la squadra è al completo. Mi metto a piangere a dirotto, loro si commuovono e fanno uno strappo alla regola, dicendomi di restare: quell’anno faccio 83 gol! Dopo qualche tempo sono il più forte del paese. Quelli di Valbrembo sono anni bellissimi. Mi sembrava di essere dentro Holly e Benji. Conoscevamo i ragazzi delle altre squadre, le loro qualità, quanto erano temibili. E passavamo il tempo a parlarne, proprio come nel cartone animato giapponese che guardavamo in televisione il pomeriggio. Ci immedesimavamo, vivevamo le stesse emozioni”.

L’INTERVISTONA COMPLETA A LUCA TURANI (CON FOTO E TOP UNDICI) SUL NUMERO DI BERGAMO E SPORT  IN EDICOLA LUNEDI 24 GIUGNO