Lui, lei e l’altra. Ma tra l’Atalanta, Gasperini e Juric purtroppo non è il triangolo no, pratica parecchio divertente. Piuttosto stiamo assistendo a una soap opera americana di quelle interminabili, tipo Dallas e Beautiful, serie Mediaset che mi obbligava a vedere mia sorella Chiara sul divano di via Boccaccio quando mia mamma, la Vale, tentava di ammazzarci a pranzo con tre chili di tortelloni a testa e la teglia cadauno di lasagne verdi fatte in casa. Che poi io, Matteo, in questa cosa mi ci sono anche trovato, del resto a quarantotto anni e con cinque grandi storie alle spalle è normale essere stato qualche volta sedotto e abbandonato. Riepilogo. Lei, il Gasp, una gran figa, la più bellina della Serie A, senza che lui, l’Atalanta, se lo aspetti, ma manco minimamente, perché i due sono all’apice del loro grande amore, folle e stupendo, zeppo di viaggi, invidiato da tutti, che dura da nove anni, gli lascia un bigliettino sulla porta, nel nostro caso tra le pagine de L’Eco, e se ne va. Lui, la Dea, non se ne capacita, pensa sia uno scherzo. Lei, Gian Piero, si fidanza al volo con un altro, la Roma, un vecchio cesso bruttone, ambiente difficilissimo, tre allenatori nell’ultima stagione, fuori dalla Champions, un disastro perenne, mostrandosi pure in pubblico a baciarsi duro. Lui, l’Atalanta, non sa che cazzo fare, ma di buono c’è che è super sexy, l’Europa da protagonista, i risultati, i Percassi, gli americani, il Gewiss, la rosa con Ederson, Retegui e Lookman, Zingonia, i baby d’oro, i suoi meravigliosi tifosi e Bergamo, così si iscrive al volo sul Tinder della Serie A e apre il casting tra quelle che gli sbavano dietro, i nomi li sappiamo. Ma lui, appunto e ancora l’Atalanta, senza di lei, il suo Gasp, non è più lui, non è lucido. La ferita è troppo fresca, ha ancora il dramma addosso.
Succede quindi che tra le pretendenti ne sceglie una un po’ così, Juric, che non lo convince del tutto, ma che gli piace quel minimo perché ha qualcosa di lei, il Gasp, anche perché le due sono da sempre migliore amiche e, chi si somiglia, si piglia. Ma lui, la Dea, pensa boh, si vedrà, perché quella che in un battibaleno è diventata la sua donna, Juric, ora come ora, è un poco sgangherata, reduce da due vicende finite malissimo, una a Roma, l’altra con la tuta del Southampton, “da spartirsi e litigare nel setaccio della penultima ora”, come dice l’immenso Vinicio in che Coss’è l’amor.
“Che cosa dire di noi?” citando Cesare, tifosissimo del Bologna, perlomeno che “domani sarà un giorno migliore, vedrai…”. A patto di due cose, innanzitutto quella di smetterla di immaginare che lei, il Gasp, tornerà, poi quella di buttarsi da subito e a capofitto in questa nuova storia d’amore con l’altra, Juric, che a Verona, e lo so per certo perché il mio migliore amico, Marco, è dell’Hellas, ha lasciato migliaia di cuori infranti. Magari l’altra, Juric, è bona bona, solo che ha bisogno di qualche coccola per tornare a splendere. Da amati, tutti noi, femmine, masculi, cani, gatti, uccelli, auto, scarpe e allenatori, diventiamo luccicanti. E Bergamo, lo dico per esperienza, sa farti sentire così persino senza chiederglielo.
Matteo Bonfanti
Foto Mor