Con i campionati ai titoli di coda, giunge il tempo dei mesti addii, compensati, talvolta, da imprese destinate a lasciare il segno. Paolo Morè, classe ’84, una delle più stimate e affidabili saracinesche dell’ultimo ventennio dilettantistico, si congeda come meglio non poteva; con un’ultima da titolare già di per sé densa di significati, marchiata indelebilmente dalla propria griffe d’autore. Doveva essere, al di là del risultato del campo, la passerella finale, per Morè e la sua Gavarnese: compagine tutta passione e genuinità, abituata a fare dei giocatori una sorta di figli, all’interno di una famiglia allargata cementata nella coesione e nel senso di appartenenza. Una volta tributato il doveroso omaggio a uno dei portieri più rappresentativi della Promozione bergamasca, alla luce dei trascorsi presso piazze di successo, quali Curno, Paladina e Bergamo Longuelo, Paolo Morè, per tutti “Ciccio”, si è letteralmente scatenato, andando a neutralizzare un calcio di rigore di capitale importanza per l’avversario di turno, l’Accademia Isola Bergamasca. Avanti nel punteggio, per effetto del gol a inizio ripresa di Tombini, la squadra ospite ha cullato per alcuni frangenti la speranza di agganciare quei playout lungamente inseguiti, usufruendo di quel penalty in grado di rappresentare la sicurezza, il tassello definitivo verso il bottino pieno. Eppure, dinanzi al pubblico del “Saletti”, nell’ultima casalinga giocata al servizio della Gavarnese, Morè ha fatto il suo, e anche di più, indovinando la traiettoria del tiro scoccato da Fall Pape e facendo un solo boccone della sfera, bloccandola con quella scioltezza, e quel mestiere, che gli addetti ai lavori hanno imparato a riconoscergli lungo una carriera da applausi. Rigore parato, Accademia nuovamente inguaiata e fuori, matematicamente, dai giochi-salvezza, sotto il peso dei risultati provenienti dagli altri campi. E la Gavarnese, ringalluzzita dall’episodio e sempre pronta a risorgere come l’Araba Fenice, di nuovo in pista, grazie alla rete del pareggio siglata nel finale da Brasi. La gara finisce qui, sull’1-1. Per Paolo Morè, luci al “Saletti” non ne accenderanno più. Ma applausi e gratitudine non mancheranno mai.
Nik