Fiorenzuola – Atalanta Under 23 2-1 (0-1)
FIORENZUOLA (4-3-3):
Sorzi 7; Sussi 6, Potop 7, Bondioli 6, Brogni 6 (18′ st Maffei 6); Oneto 7 (33′ st Musatti 7), Mora 7 (33′ st Gonzi sv), Di Gesù 6; D’Amico 7 (42′ st Anelli sv), Alberti 6, Bocic 6 (42′ st Seck sv). A disp.: 22 Bertozzi, 2 Gentile, 20 Popovic, 38 Reali. All.: Luca Tabbiani 7.
ATALANTA U23 (3-4-2-1): Vismara 6,5; Del Lungo 5,5, Varnier 5,5, Bonfanti 6,5; Palestra 6,5 (36′ st Ghislandi sv), Gyabuaa 5,5, Panada 6 (48′ st De Nipoti sv), Ceresoli 6,5; Jimenez 7 (25′ st Muhameti 6), Capone (cap.) 6 (24′ st Diao Balde 5,5); Vlahovic 6 (24′ st Cortinovis 6,5). A disp.: 22 Dajcar, 30 Bertini; 5 Mendicino, 15 Solcia, 25 Da Riva, 28 Regonesi, 33 Bernasconi, 80 Chiwisa. All.: Francesco Modesto 6.
Arbitro: Angelillo di Nola 6 (Cataneo di Foggia, Ingenito di Piombino; Meta di Vicenza).
RETI: 24′ pt Palestra (A), 32′ st Oneto (F), 49′ st Musatti (F).
Note: ammoniti Sussi, Oneto, Brogni e Muhameti per gioco scorretto. Occasioni da gol 11-13, tiri totali 14-18, parati 5-4, respinti/deviati 3-3, legni 3-0. Corner 3-9, recupero 0′ e 5′.

Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) – La rimessa con le mani di Maffei, Gyabuaa che non spazza, Anelli che l’appoggia per il sinistro a fil d’incrocio di Musatti deviato da Varnier. Si consuma al novantaquattresimo l’harakiri dell’Under 23 dell’Atalanta, che chiude a sei l’ennesima serie positiva con la nona battuta d’arresto restando quinta (quota 50, sabato alle 16.15 a Caravaggio arriva la Pergolettese) nel girone A di serie C al tramonto della trentunesima giornata. Il vantaggio made in BG è durato 53 minuti, ma la squadra come spesso accade è poco o niente concreta e le palle inattive alla fine si rivelano fatali. Eppure pareva in discesa, contro la pericolante Fiorenzuola, dopo il destro chirurgico di Palestra aperto in corsa grazie alla rifinitura di Jimenez, accentratosi in asse con Bonfanti. Di Oneto il pari nell’ultimo spicchio: Alberti prende il terzo palo dei suoi in torsione sul corner di D’Amico da destra e la mezzala può insaccare di sinistro con l’aiuto dell’altro legno. Curiosamente l’autore del 2-1 è il sostituto del firmatario dell’1-1.
La loffia di controbalzo di Bocic, di seconda, non ha il potere di punire la respinta di testa di Bonfanti a liberare l’area (8′) sullo schema da punizione di D’Amico. Di qua, mistero, forse una manina di Varnier, a vanificare la battuta del succitato braccetto sinistro comunque respinta sul primo angolo di Panada dalla sinistra. Manca invece la mira sulla fotocopia in gioco aereo oltre il quarto d’ora, dopo il muro rosso opposto a Ceresoli, match winner il 5 novembre scorso a campi invertiti, in scia all’apertura di Jimenez. Sul piano della supremazia territoriale il già relativo equilibrio si spezza scollinata metà frazione, prima ancora del rompighiaccio, quando l’assistman di lì a poco prova a battezzare il sette riprendendo un goffo disimpegno del rientrante puntero Bocic per spezzare una trama con chi sta per iscrivere il nome a referto.
La continuità non è comunque roba da Seconda Squadra, visti due corner di fila subìti da azione di rimessa, tanto che una dozzina dal tè caldo il lancio di Mora trova pronto il duo Alberti-D’Amico, il cui destro, fra l’altro il piede debole, costringe Vismara alla difesa del palo di competenza. Strizza da cui i nerazzurri riescono a riaversi nel contropiede triangolato lungo (38′) con l’italo-spagnolo che porta Vlahovic a girarsi imperfettamente sul sinistro dalle parti del dischetto.
Le parate le fa solo il triaggregato da Gasperini, certo non in affanno a dire di no alla stoccata dalla distanza del centravanti locale, sfuggito nell’occasione a Varnier, uscito alto in maniera non impeccabile. A ridosso della pausa, il pericolo più grosso, il rigore in movimento aperto dalla manovra Di Gesù-Brogni (telgatese figlio di Zingonia) a Oneto, che di mancino trova la deviazione in diagonale di Bonfanti e il volo risolutivo del ragazzo in porta, prima di riprovarci incrociando a lato sulla solita palla rimessa dentro da lungi dal suo regista. La ripresa vede i bergamaschi riprendersi inizialmente l’inerzia di gran carriera, anche se appaiono velleitari sia il sinistro dell’apripista rientrando dal fondo (4′) che la botta centrale di Capone (6′), servito in verticale dal pari reparto. La traversa bassa di Mora, nondimeno, è dietro l’angolo a un tiretto dal decimo, forse agevolata da un controllo col braccio a seguire il tracciante di Oneto dalla destra dell’area che Del Lungo non riesce a spazzare.
Da lì, chanches a go-go in un fazzoletto, dato che ci provano Vlahovic con la sparacchiata dritta a seguire la palla del suo capitano, Jimez saggiando da fuori il colpo di reni di Sorzi (12′) e quindi Bonfanti staccando quasi senza opposizione sul quinto angolo a favore. La Dea II ci prova sempre sbagliando più del lecito, quando Jimenez (17′) accompagna la combinazione tra i due mediani con inserimento di Gyabuaa arginato da Potop e infine il conato dal limite di Panada che sorvola la sbarra orizzontale. Al 21′ altro montante colto dai piacentini con Bocic, che raccoglie un disimpegno faticoso degli atalantini, dal vertice sinistro; due giri di lancetta e serve un altro volto di Sorzi per staccare da sotto la traversa il sinistro di Ceresoli su scarico di Capone.
Vanificata dall’offside di Del Lungo la sua stessa zampata su cross di Palestra corretto da Varnier in semirovesciata, ecco il patatrac da belle statuine da situazione inattiva. Ceresoli sbatte di nuovo sui pugni chiusi dell’ultimo baluardo altrui (39′) dietro input di Cortinovis e Muhameti non approfitta della mischia. Si rischia da Albert, che al 40′ chiama Vismara al tuffo plastico trovandocisi quasi a tu per tu grazie a D’Amico, ma a mangiarsi le mani dal dispetto è Modesto al novantesimo, anche per il contrappasso che ne verrà: Bonfanti s’inserisce spondato da Cortinovis da sinistra e si fa ipnotizzare sullo scambio con il colosso ex Primavera Hellas, quindi la svettata di De Nipoti nello schema dalla bandierina di Ceresoli. La beffa, è il caso di dirlo, è dietro l’angolo, anche se quella altrui è una rimessa con le mani.