Cade l’Atalanta, resuscita il fantasma del Papu Gomez. Nel mondo del calcio gli assenti diventano insostituibili. Quante volte abbiamo scritto o letto che il tal squadrone ha perso perché ha giocato senza il suo fuoriclasse e quindi ha sbagliato l’allenatore a non metterlo in campo oppure è stata una coincidenza sfortunata, ancorché esiziale, per una partita di importanza vitale. Del resto è abbastanza normale, dopo tutto quello che è successo, in questi mesi che le “vedove” del Papu abbiamo cominciato a piangere lacrime amare per la sua assenza. E’ bastata una sonora e meritata sconfitta contro un’avversaria come la Lazio, non proprio simpatica al popolo nerazzurro, per aprire le cateratte del cielo. Non c’è Gomez, non c’è più fantasia. E’ un’opinione rispettabile ma, a conti fatti, impropria. Senza dimenticare che a Bergamo l’ex capitano da buon giocatore è diventato un fuoriclasse di livello internazionale. Per merito della maieutica calcistica di Gasperini perché il Papu aveva doti tecniche non comuni ma nessun allenatore le aveva valorizzate, forse un po’ Maran a Catania.
Ripartiamo dallo scorso ottobre. Comincia il campionato e nelle prime tre partite, Torino, Lazio e Cagliari Gomez è un giocatore straripante e segna a raffica, poi torna in Argentina per le partite della sua nazionale, il ct Scaloni lo lascia in panchina, partecipa alla disfatta di Napoli, risorge col Midtjylland, poi un altro tonfo con la Sampdoria. Un lento ma inesorabile declino. La squadra prende troppi gol, non ha un equilibrio tattico. In mezzo al campo non riesce più a trovare la posizione, e in attacco gioca malvolentieri. E comincia a crescere il disagio e, soprattutto, Gasperini vuole trovare un assetto tattico diverso. In pratica un centrocampista in più (ecco Pessina) e col Papu a contendersi con Ilicic un posto a fianco di Zapata. Una buona prova con l’Ajax ma non gradisce la sostituzione, poi il patatrac con il Liverpool. Gasperini si convince sempre di più che è opportuno cambiare, e in fretta. Ilicic, Gomez e Zapata non possono più coesistere anche perché il nostro torna dal secondo viaggio in Argentina (il ct Scaloni lo fa giocare 9’) in condizioni fisiche precarie, fatica a recuperare. A Liverpool gioca in tandem con Ilicic, è il canto del cigno. Dopo la sconfitta interna col Verona, arriva il Midtjylland che nel primo tempo strapazza l’Atalanta, Gasperini invita più volte il Papu a cambiare posizione in campo, netto rifiuto. Nell’intervallo scoppia il finimondo. Fine di un’avventura. C’è la possibilità di una tregua? Niente da fare. Dopo un lungo silenzio (fin troppo forse) la società prende posizione, Gomez praticamente è fuori rosa dopo un buon secondo tempo con la Juve. Intanto l’Atalanta, senza il suo capitano, in dodici partite (due di Coppa Italia) ottiene otto vittorie e quattro pareggi, segnando 30 gol. Fate voi. Lunga vita al Papu, lunghissima vita a Gasperini.
Giacomo Mayer