L’uomo del giorno si chiama Josip Ilicic, ha trent’anni, è il punto di forza della Slovenia e ha fatto 18 reti in 46 presenze con la maglia dell’Atalanta, 14 in Serie A, quattro in Europa League. Ha classe, talento e forza fisica ed è l’unico in grado di illuminare sempre il gioco atalantino. Ecco, quindi, alcuni stralci della lunga intervista che ha rilasciato ieri alla stampa parlando di tutto, in attesa della grande sfida di sabato alle 15 al Comunale di Bergamo contro il Parma.

Ilicic e i guai fisici di inizio stagione
Fuori dal 25 luglio al 6 settembre per una pericolosa infezione alla mandibola. “Certe cose ti segnano, pensi alla vita in modo diverso. Ho sofferto molto, il calcio era l’ultimo dei miei pensieri. Ringrazio la mia famiglia, il club, Gasp e tutti i miei compagni: il loro aiuto non mi è mai mancato. L’unico aspetto positivo della malattia che ho superato è che vivendo certe situazioni si riesce a dare il giusto peso alle cose. Il recupero non è stato facile, per due mesi non mi sono mosso. Sono ripartito non da zero, ma da meno dieci. E confrontandomi con mister e staff medico sono tornato. Copenhagen? Sincero? Ero ricoverato e del calcio non volevo neppure sentirne parlare”.   

Matteo Bonfanti