Sampdoria – Atalanta 0-2 (0-1)
SAMPDORIA (4-4-1-1): Audero 6; Bereszynski 5,5, Yoshida 6,5, A. Ferrari 5,5, Augello 6; Jankto 6,5 (22′ st Ramirez 6), Thorsby 6,5, Ekdal 6, Damsgaard 7 (22′ st Candreva 5); Verre 5,5 (16′ st Keita 5,5); La Gumina 5,5 (16′ st Quagliarella 5,5). A disp.: 30 Ravaglia, 34 Letica, 15 O. Colley, 19 Regini, 21 Tonelli, 16 Askildsen, 26 Leris, 23 Gabbiadini. All.: Claudio Ranieri 6.
ATALANTA (3-4-1-2): Sportiello; Romero, Palomino, Toloi; Maehle, Freuler, De Roon, Gosens; Pasalic (14′ st Pessina); Malinovskyi (38′ st Miranchuk), Muriel (14′ st Ilicic). A disp.: 31 Rossi, 95 Gollini, 13 Caldara, 40 Ruggeri, 41 Ghislandi, 20 Kovalenko. All.: Tullio Gritti (Gian Piero Gasperini squalificato).
Arbitro: Marinelli di Tivoli 7 (Valeriani di Ravenna, Raspollini di Livorno; IV Marini di Roma 1. V.A.R. Doveri di Roma 1, A.V.A.R. Lo Cicero di Brescia).
RETI: 40′ pt Malinovskyi (A), 25′ st Gosens (A).
Note: ammoniti Freuler, Toloi, Ekdal e De Roon per gioco scorretto. Tiri totali 7-15, nello specchio 3-6, respinti 1-6, parati 2-4. Var: 2. Corner 5-6, recupero 0′ e 3′.

Genova – Il triangolo largo Palomino-Muriel-Malinovskyi, il sinistro nel sette di Ruslan, lo sblocco anche psicologico dopo una partita molto più complicata delle attese, e l’imbustamento della pratica al volo Maehle-Gosens. Nella tana della Sampdoria l’Atalanta smaltisce benone, nonostante qualche tribolazione, la rabbiosa ciucca madridista del mercoledì vendicandosi dell’1-3 a campi invertiti e concedendosi il vezzo di acciuffare la Juventus a quota 46 al terzo posto in attesa Roma-Milan. Nota negativa per modo di dire, l’ammonizione sprecata a nove dal novantesimo su Bereszynski da De Roon che mercoledì salterà il Crotone: tornerà l’8 marzo a San Siro con l’Inter.
Sulle ali di un’illusoria prevalenza di palleggio allo start, lo specchio non rischia comunque di essere infranto dalla combinazione di Muriel con Toloi, schierato inizialmente terzo di sinistra dietro con licenza di avanzare, perché entro il vertice contestuale il colombiano non riesce a direzionare fuori dalla portata di Audero. Il ribaltamento dell’inerzia si presenta con la risposta in duplice copia, sempre su palla persa di una difesa disattenta ma corazzata dal neo papà-bis Sportiello. Tra 9′ e 11′, Palomino, pressato da La Gumina, la porge gentilmente al mancino di Jankto che saggia i riflessi del portiere di stanza a Urgnano, quindi stacca dall’incrocio la punizione del danese causata dal tackle duro su Verre di Freuler, e stavolta a sbagliare il disimpegno è Toloi. Tanto basta a far tirare i remi in barca all’undici diretto da Tullio Gritti, e chissà che improperi dalla tribuna del suo capo Gian Piero Gasperini di fronte agli ulteriori rischi corsi. Al ventesimo il tucumano si riscatta mettendoci la zampa su La Gumina col numero 57 a vuoto sugli sviluppi del quarto corner contro, ma prima ancora che strizza sul nuovo tentativo (alto) del ceco in asse con Thorsby e l’unica punta doriana in campo, vanificato dalla sbandierata, e la sovrapposizione nella catena di sinistra dell’ex Ponte Augello che chiama De Roon alla spazzata risolutiva. Davanti è il Ronaldito a dover fungere da rifinitore, ma un Malinovskyi (29′) ancora fermo nella testa al piazzato diabolico anti viola di Santa Lucia, fin lì unico acuto stagionale, perde tempo a girarsi dalla destra dell’area facendosi chiudere il primo palo dall’estremo baluardo altrui.
Il Gasp ha già ordinato il ritorno al terzetto arretrato classico, aggiungendoci il sostanziale 3-5-2 col tulipano basso e il croato mezzala sinistra, e il ritorno di fiamma comincia a puzzare sotto il naso dei locali. Fino al tanfo dello svantaggio, nemmeno troppo meritato. Palomo avanza fino a conquistarsi il primissimo angolo (34′), su cui è Ekdal a stoppare Maehle, col brasiliano recentemente azzurrabile a provarci con l’estirada, mentre entro il tris di lancette la Grande Muraglia è Yoshida, bravo a dir di no a Pasalic in corridoio con chi la sbloccherà a breve e (petto-braccio, non punibile) al tacco di Maehle col futuro assistman a dargliela da destra. Il rompighiaccio dell’ucraino è da manuale del calcio, la ripresa comincia però nuovamente ad allarme rosso, sulla percussione di Verre (in precedenza, solo un tiraccio alle stelle al 24′ su scarico di Augello) chiusa da Gosens per il conato mancino del terminale di casa (2′) sorvolante la traversa e sul calcio franco di Damsgaard (Toloi ci spende il giallo) al 4′ che fa la barba al sette. La sfida s’accende senza passare dal centrocampo o quasi. Al 5′ Pasalic punta Yoshida invece di smazzarla e l’esterno destro al volo di Maehle nel sacco nel gioco da quinto a quinto viene annullato per offside di Gosens, che poi vanifica il favore di ritorno facendosi ipnotizzare da Audero da due passi (6′). Nella girandola di cambi Ilicic viene ributtato in mischia al posto di Luigino dopo la scena muta di Champions e al ventesimo, pur di sistemarsela una volta di più, la sgancia a corpo sbilanciato sciupando il lavoro di Malinovskyi e del danese. L’uomo che la raddoppierà stacca maluccio sul tiro dalla bandierina di Muriel, quindi (22′) lo spreco prosegue col battistrada a evitare la conclusione a favore dell’oriundo del Mato Grosso, il cui sinistro viene rimpallato da Yoshida a rischio di autorete. Il timbro dell’esterno c’è e si vede per chiuderla: Candreva dorme sul tedesco, che in spaccata lascia all’ex juventino soltanto la magra consolazione di provarci sbracciando vanamente a fil di montante. Al 29′ lo sloveno dai venti metri costringe il piemontese-indonesiano alla mano aperta. Quagliarella (40′) accende gli ultimo focherelli girandosi pressoché dal fondo sul la di Ramirez; Audero (41′) evita il tris in diagonale di Pessina su apertura di Josip allungando il guantone, Freuler allarga il sinistro inserendosi sulla pallonessa radente sempre del perticone ritrovato dopo la lugubre mezzora dell’ottavo di andata. Terza di fila dopo Cagliari e Napoli, in campionato si torna a volare.
S.F.