Roma – Atalanta 1-1 (0-1)
ROMA (3-4-2-1): Pau Lopez 7; Mancini 6, Cristante 7, Ibañez 6; Karsdorp 6, Villar 5 (31′ st Carles Perez 6), Veretout 6,5, Calafiori 6 (1′ st Bruno Peres 6); Lo. Pellegrini (cap.) 7, Mkhitaryan 6 (40′ st Borja Mayoral sv); Dzeko 6,5. A disp.: 63 Mirante, 67 Fuzato, 5 Juan Jesus, 20 Fazio, 18 Santon, 19 Reynolds, 55 Darboe, 27 Pastore, 54 Ciervo. All.: Paulo Fonseca 6.
ATALANTA (3-4-2-1): Gollini; Romero, Palomino, Djimsiti; Maehle, De Roon, Freuler (cap.), Gosens; Ilicic (14′ st Muriel), Malinovskyi (14′ st Pasalic); D. Zapata (28′ st Toloi). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 4 Sutalo, 13 Caldara, 40 Ruggeri, 20 Kovalenko, 32 Pessina, 59 Miranchuk, 7 Lammers. All.: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Calvarese di Teramo 6 (Vivenzi di Brescia, Valeriani di Ravenna; IV Piccinini di Forlì. V.A.R. Fabbri di Ravenna, A.V.A.R. Del Giovane di Albano Laziale.
RETI: 26′ pt Malinovskyi (A), 30′ st Cristante (R).
Note: ammoniti Calafiori, Villar, Gosens e Ibañez per gioco scorretto. Espulsi Gosens al 24′ e Ibañez al 50′ st per somma di ammonizioni (gioco scorretto). Tiri totali 14-20, nello specchio 3-8, respinti/deviati 3-3, parati 2-7. Var: 1. Corner 4-8, recupero 1′ e 6′.

Roma – Quarto gol sui sei stagionali nelle ultime sette settimane, precisione e letture di gioco encomiabili, da ingegnere del calcio, ma le prodezze di Ruslan Malinovskyi vengono vanificate dalla doppia sostituzione dei due migliori in campo tra cui lui, dal rosso ingenuamente beccato dal suo stesso assistman Gosens a venti dal novantesimo (Calvarese richiamato dal VAR), dall’avvicendamento del terminale unico che priva la squadra del solo elemento in grado di tenerla su e dall’1-1 acciuffato da uno dei volti un tempo amici. All’Olimpico, contro la Roma, con il ragazzo dell’Est a far respirare la manovra e fendere lo score, l’Atalanta butta via quella che sarebbe stata la sesta vittoria di fila, la decima nelle ultime undici, restando al terzo posto a quota 65 a braccetto della Juve battuta domenica, a meno 11 dall’Inter e a 1 dal Milan a 6 giornate dal gong.
Cose buone tra difesa e fascia al 6′, quando però Djimsiti si allunga l’attrezzo sullo scambio largo con Maehle agevolando il recupero di Cristante. Entro il tris cronometrico la prima conclusione in porta, poco al di là del vertice sinistro, con difesa del palo di Pau Lopez, di Malinovskyi, slalomeggiante in punta di dribbling su Mancini, ex come la muraglia precedente e Ibañez in assenza di Spinazzola. Intorno al quarto d’ora, i focherelli: il valdarnese smorza la girata in caduta del Toro di Cali già fiacca di suo senza sfruttare il cross basso di Maehle al culmine dello schema da rimessa con Ilicic, mentre Dzeko, chiamato in profondità, centra dalla sinistra per l’anticipo di pugni di Gollini su Mkhitaryan col nazionale albanese a opporsi al tap-in di Pellegrini. Il diagonale impreciso sulla ripartenza dell’unico colombiano non funge idrante su un confronto surriscaldato. Il leitmotiv capitolino resta il lancio del centrale difensivo destro per il bosniaco, che al 17′ cicca colpo gobbo sotto la suola di Palomino. Dal ventesimo in avanti, solo Dea. I due ai lati del centrattacco combinano per liberargli il tiro in corsa che, non angolato, è un’imboccata in due tempi allo spagnolo, bravo poi a tenere la posizione per dire di no al destro dello sloveno (22′) imbeccato dal futuro rompighiaccio grazie a un recupero del tucumano là dietro e spettatore della schiacciata debole e imprecisa di Romero (24′) sul terzo angolo a favore, sempre del Colonnello dalla mancina. Quest’ultimo decide di risolvere la pratica del vantaggio al 26′ lasciandolo confezionare al duo Ilicic-Zapata, abile a tagliare tutta la trequarti e oltre lavorando verso la corsia, per il tracciante basso di Gosens che è un cabaret per l’infornata sotto l’incrocio.
I Fonseca-boys sono imbambolati per non dir di peggio, vedi raddoppio rischiato al 33′, quando Villar regala la palla a Djimsiti e il peso massimo lassù può solo girarsi sul destro mettendoci giusto un quid di potenza. Fotocopia due minutini più tardi, con Duvan a ri-servirla a Freuler e Lopez a sbracciare sopra il montante. A una cinquina abbondante dalla pausa il numero 18 spreca alle stelle il bis preparatogli da Ilicic, dal danese e dallo spondista coi dredlocks. Nella ripresa, al 9′, 2-0 nuovamente sfiorato, con deviazione decisiva di Ibañez per negare la gioia a Gosens sull’onda lunga dell’azione corale rifinita da San Giuseppe. Lo svizzero e perfino il Cuti, di sinistro, appoggiato dal battistrada (10′), sorvolano il bersaglio grosso; al 12′ break con punizione alta di Veretout per un fallo dubbio del capitano bergamasco di giornata sull’armeno. Scollinato il terzo della seconda metà, Pellegrini di esterno e il velo dell’ariete locale aprono la via al mancino di Mkhitaryan dallo stesso esito delle mezze chances che l’hanno preceduto. Poco prima, telefonata della new entry Pasalic a rimorchio del laterale destro, quindi l’erroraccio senza opposizione dell’altro journeyman Muriel (19′), che appostato davanti al secondo legno apre all’eccesso il piattone sull’apertura da destra del connazionale. La svolta o così parrebbe è il secondo giallo a Gosens per l’azzardo in tackle ritardato sul regista francese, intervento minimo e non scomposto ma vivisezionato dalla tecnologia su un pericolo inesistente. Il susseguente calcio franco del capitano romanista coglie la svettata di Mancini fuori misura (25′), due giri di lancetta e Dzeko in girata non inquadra lo specchio dopo la fatica immane dell’atalantino mancato Karsdorp nel trovargli l’imbucata. Muriel semina tutti salvo optare per il mancinaccio a lato dai venti metri (29′), Cristante al contrario pesca il corridoio libero evitando il blandissimo recupero di Pasalic, sostituto dell’ucraino, beffando l’incerto Gollini nell’angolino alla sua destra. C’è da ringraziare il portiere-rapper se non cala la beffa al 36′: Pellegrini per il suo ariete, le falangi del ferrarese sventano in corner la minaccia. Se Palomino oppone il muretto a secco sullo slavo e Carles Perez tenta l’impossibile, Lucho (39′) strozza il destro pur incrociandolo buttando alle ortiche il la di De Roon. Ancora il 9 avversario sbuca in area, di fronte, accompagnando in curva l’ammollo del suo olandese (43′). All’inizio del recupero il cafetero di riserva sbaglia ancora, al terzo il Gollo cala la saracinesca sul sinistro dal limite di Perez salvando almeno il punticino. Ibañez è il secondo a guadagnare la doccia anzitempo dopo aver abbattuto Freuler, con Luis (secondo cambio sbagliato su due, alla prova dei fatti: insufficienti entrambi) incapace di centrare la porta da fermo. Domenica c’è il Bologna in serata a Bergamo: l’obiettivo Champions si avvicina nonostante il rallentamento del passo.
Simone Fornoni