“Le idee sono diverse, l’intensità la stessa: Paulo Fonseca mi ricorda Gian Piero Gasperini. Al suo esordio davanti ai microfoni da giocatore della Roma, Gianluca Mancini paragona il tecnico nuovo al vecchio dimostrando di non aver ancora staccato del tutto il cordone ombelicale dall’Atalanta: “Col Gasp ci siamo sentiti al telefono inviandoci il reciproco in bocca al lupo, perché la stima rimane – ha riferito a Sky Sport il difensore di Montopoli in Val d’Arno -. Qui ho trovato la conferma che Kolarov è un giocatore speciale. Da Juan e Fazio, che giocano nel mio stesso ruolo, posso imparare: devo migliorare nella velocità e nella marcatura sull’uomo”.

Mancini ha poi proseguito coi paragoni e coi distinguo: “A Bergamo la costante è la linea arretrata a tre e Fonseca difende a quattro, ma con quest’ultima formula ho giocato anche in Nazionale. Si tratta solo di adattarsi”. Infine, un retroscena che è un po’ il segreto di Pulcinella: “Mi sarei dovuto trasferire in giallorosso già a gennaio, preferendo però finire la mia seconda stagione in nerazzurro dove mi sono tolto grandi soddisfazioni – ha chiosato -. Essere in grande club significa onorarne la maglia come ha sempre fatto Daniele De Rossi. Il mister chiede difesa alta, pressing e impostazione dal basso: aspetti su cui devo lavorare”.