Città di Pontedera – AlbinoLeffe 1-2 (0-1)
PONTEDERA (3-5-1-1): Sarri 6; Risaliti 6,5 (27′ st Stanzani 6), Piana 6, Benassai 6; Perretta 6, Catanese 6, Caponi (cap.) 6,5, Barba 6, Milani 6,5 (33′ st Regoli sv); Benedetti 6; Magrassi 5,5. A disp.: 12 Angeletti, 22 Nicoli (p), 4 Bardini, 11 Faella, 15 Bisconti, 19 Pretato, 24 Nero, 25 Vaccaro, 28 Tersigni, 33 Rovai. All.: Ivan Maraia 6.
ALBINOLEFFE (3-5-2): Savini 6,5; Canestrelli 6, Mondonico 6, Gusu 6; Petrungaro 7 (36′ st Galeandro sv), Gelli 6,5, Nichetti 6,5 (43′ st Genevier sv), Giorgione (cap.) 6,5, Tomaselli 7; Manconi 8 (43′ st Gabbianelli sv), Cori 6. A disp.: 24 Paganessi, 31 Caruso (p), 2 Cerini, 3 Berbenni, 6 Riva, 14 Maffi, 18 Piccoli, 27 Miculi, 29 Ghezzi. All.: Marco Zaffaroni 7.
Arbitro: Vergaro di Bari 6,5 (Paggiola di Legnago, De Nardi di Conegliano; IV Fantozzi di Civitavecchia).
RETI: 23′ pt e 4′ st Manconi (A), 44′ st Stanzani (P).
Note: ammoniti Mondonico, Savini e Barba per gioco scorretto, per . Tiri totali 16-7, nello specchio 3-4, respinti 4-1, parati 1-2, legni 1-0. Corner 8-1, recupero 0′ e 2′.

Pontedera (Pisa) – Uno per frazione, giusto per incidere la carne viva del match quando è utile. Se Jacopo Manconi dice ventitré e poi quarantanove sull’orologio, suonando col Pontedera la decima sinfonia, il convalescente AlbinoLeffe alla ripresa del campionato può guarire dal mal di vittoria che l’attanagliava dal 25 novembre. 25, come i punti raggiunti appaiando l’avversario di turno col graditissimo ritorno in zona playoff. Allora a Lucca fu un milanese da poker, prima di altrettanti pari con la sconfitta di Carrara a ruota dell’ultimo casalingo col Piacenza. La correzione di Stanzani alla capocciata di Piana dall’ultimo tiro dalla bandiera di Caponi alle soglie del novantesimo non ha avuto il potere di guastare la festa.
Il primo tempo assomiglia a una fase interminabile di studio, interrotta qua e là da conati estemporanei, tipo il fendente del mancino Benedetti dai 18 metri rimpallato in angolo da un Nichetti formato libero davanti alla difesa e una ripartenza di Gelli defilato a destra con pallone in profondità nel vuoto pneumatico. La lancetta segna rispettivamente 7 e 12, gli assi tra mezze ali e laterali restano preferenziali pur privi di sbocchi: Giorgione e Tomaselli eseguono tutto benino al netto del tracciante basso del secondo mentre il cronometro viaggia verso quota 20. Non c’è invece anima viva, compresi i distratti Benassai dalla diagonale imperfetta e il rinculante Catanese, a stoppare il battistrada della domenica, bravo a chiudere poco da fuori a mezz’altezza a fil di primo palo la combinazione tra l’accentrato esterno sinistro di cui sopra e Cori, il cui pretenzioso colpo di tacco termina in qualche modo sul destro fatato e potente del bomber seriano. Il calcio franco del capitano locale a un tris, figlio dell’amnesia con successiva pezza fallosa di Mondonico sul trequartista nemico, è una telefonata a giro in grembo a Savini; non molto meglio, anzi ai piccioni, il rimorchio lungo di Risaliti chiamato da Perrella dopo uno scarico del terminale Magrassi.
Due giretti oltre la mezzora si trovano i due davanti in bianco, con Sarri a rintuzzare faticosamente in due tempi il sinistro della possibile doppietta, mentre a un ottovolante dalla pausa Tomaselli dalla riga di fondo è in ritardo sull’ammollo di Gelli. Il campanile di seconda dell’ex Primavera dell’Atalanta Barba (39′) sugli sviluppi del terzo corner granata non spaventa, a differenza della sortita ancora del centrale destro di casa sullo scambio con Catanese a una sporca cinquina dall’infilata di spogliatoio: la suola incrocia eccome, ma il piatto è troppo aperto per servire l’eventuale correzione di Magrassi. Si soffre, comunque, vedi punizione dell’uomo con la fascia al braccio per Risaliti sempre in agguato che sbatte sul play dei bergamaschi innescando il tap-in dal limite di un Benedetti (43′) eternamente impreciso.
Nella ripresa occorrerebbe spezzare un po’ il possesso toscano per non doversi abbassare in continuazione, invece Giorgione decide di partire sparato: del disinnesco del suo inserimento con tentativo di botta sinistra s’occupa Piana. Scatta subito pure Petrungaro ed è fatta: Milani lo stende, la punizione da destra del capitano è al bacio per la volée in diagonale del numero 22 che insacca nell’angoletto lontano a un metro dal vertice destro dell’area piccola. Un altro capolavoro balistico, mica come Gelli e Benassai poco dopo, o ancora il livornese che al 14′, raggiunto dall’out dal risolutore della domenica, spara a lato. Peggio di lui Catanese, che spreca il crossetto di Benassai e la sponda di Benedetti al quarto d’ora senza riaprire la pratica. La fortuna aiuta gli audaci e perfino i saggi, a braccetto con l’incrocio alto (22′) che dice di no al piazzato di Caponi, steso dal cannoniere ospite. Al 24′ fra la tripletta e il milanese, sinistro imbeccato dal suo leader, c’è il tuffo dell’omonimo del tecnico polo blu & sigaretta: due minutini e il centrattacco di qua alza di fronte la pallonessa di Perretta. Savini rischia il penalty uscendo all’altezza del vertice destro sulla palla morta agguantata da Magrassi (29′, lo specialista mira male). Il figlio del vivaio torinista difende il palo da Benedetti, trovato lì davanti da Catanese, quindi il gol della bandiera schiacciatoa a terra. Stanzani viene successivamente murato e all’”Ettore Mannucci” finisce così, coi riflettori accesi e il vento in poppa: una settimana esatta e al “Città di Gorgonzola”, col Lecco, ciao ciao al girone d’andata.
Simone Fornoni