AlbinoLeffe – Pro Vercelli 1-3 (1-1)
ALBINOLEFFE (3-5-2): Savini 6; Cerini 5,5, Borghini 5,5, Riva 6; Petrungaro 5,5 (27′ st Galeandro 6), Piccoli 5,5 (39′ st Nichetti sv), Genevier 6,5, Giorgione (cap.) 6 (27′ st Gabbianelli 6), Gelli 6; Cori 5 (24′ st Ravasio 5,5), Manconi 7. A disp.: 24 Paganessi, 31 Caruso (p), 3 Berbenni, 29 Ghezzi, 32 Maritato. All.: Marco Zaffaroni 5,5.
PRO VERCELLI (3-4-3): Saro 5,5; Hristov 6, Masi (cap.) 6,5, Auriletto 6; Mezzoni 7 (30′ st Iezzi 6), Nielsen 6 (48′ st Merio sv), Awua 6,5, L. Gatto 7 (48′ st Erradi, sv); Rolando 7,5 (37′ st Della Morte sv), Costantino 7,5, Zerbin 7,5 (37′ st Rizzo sv). A disp.: 12 Tintori, 3 Scalia, 8 Emmanuello, 9 Romairone, 26 Esposito, 31 Carosso. All.: Francesco Modesto.
Arbitro: Vigile di Cosenza 7 (Fine di Battipaglia, Abruzzese di Foggia: IV Luciani di Roma 1).
RETI: 26′ pt Manconi (A), 41′ pt rig. e 10′ st rig. Rolando (P), 26′ st Costantino (P).
Note: ammoniti Giorgione, Manconi e Mezzoni per gioco scorretto. Tiri totali 6-17, nello specchio 3-4, respinti 2-4, parati 2-1, legni 0-2. Corner 7-3, recupero 0′ e 5′.

Gorgonzola (Milano) – Il colpo da biliardo di Jacopo Manconi al culmine del primo corner, di Carmine Giorgione da destra, riportandosela indietro al limite per battezzare l’angolo, è la prodezza numero 14 del superbomber di Vizzolo Predabissi che dura il palpito di un’illusione. Precisamente quella dell’AlbinoLeffe, sempre un po’ al limite basso della zona playoff (ottavo a 47) a un poker di turni dal gong della regular season, di killerare una Pro Vercelli onestamente molto più forte e pure aiutata nel bottino pieno in rimonta da un paio di rigori comunque ineccepibili. Occhio, adesso, a non scottarsi nel fuoco di fila degli ultimi impegni: Carrarese sempre a Gorgonzola tra una settimana esatta, quindi Piacenza al “Garilli” sabato 17 alle 17.30, il Pontedera da ricevere domenica 25 (ore 15) e infine il “Rigamonti-Ceppi” di Lecco il 2 maggio (17.30).
Sfumate le recriminazioni per una presunta respinta di braccio di Piccoli sul piazzato mancino a giro di Rolando (3′), le Bianche Casacche spingono a tavoletta facendo piovere pallonesse succulente dalle estreme. Costantino prova a usare la testa senza raddrizzarla, perché al 4′ stacca a lato su pallone dal fondo di Zerbin e al 6′ sullo stesso lavorìo carsico da destra del compagno di reparto tuttosinistro non indirizza la sfera a dovere. Un martellamento continuo. Al quarto d’ora il giocatore di scuola atalantina Gatto non spaventa Savini da fuori, ma in mezzo al guado di tutte queste chances il nasino avanti dell’unica punta bluceleste in grado di metterla tumida in saccoccia appare davvero una predica nel deserto, anche perché la manovra è meno fluida del consueto. Due minutini dopo il rompighiaccio, Hristov smorza tra le braccia del suo portiere la botta da fuori del battistrada, altro focherello di paglia.
Alla mezzora l’inerzia ritrova immediatamente il suo padrone naturale. Rolando, ancora lui, per la zuccata di Zerbin da calcio franco e per quella di Mezzoni in capo a una coppia di minutini, la prima preda dell’ex torinista e la seconda fuori misura. La muraglia locale stoppa il laterale destro altrui (36′) e crolla soltanto quando Gelli affossa l’ex nerazzurrino, rientrato sul destro sull’ammollo del precedente: è penalty, Rolando la schiaffa sotto il sette.
Nella ripresa Costantino coglie subito la base del palo alla sinistra di Savini, al 5′ il temporaneo pareggiatore non scarta il regalo di Piccoli sganciando alta la mina. La mini-risposta seriana è nella conclusione strozzata del suo terminale (Cori impalpabile una volta di più) sulla punizione da sinistra di Genevier, il solo a cercare di far girare i compagni. Ma la freccia ospite è a un amen, perché il francese in assenza di giocatori con la stessa maglia in grado di tenersi stretto l’uomo deve affrontare Zerbin affondando il tackle fallosamente: stavolta il bomber altrui è spiazzante ma la tiene bassa. Una nona sinfonia cronometrica più tardi Mezzoni prende l’ascensore impreciso chiamatogli da Gatto; al 26‘ pratica imbustata dal protagonista dell’episodio del controsorpasso che necessita di aggiustare la mira prima di convertire in oro l’assolo della sua ala sinistra aiutandosi sottomisura con la faccia inferiore del montante. Modesta la reazione degli uomini di Zaffaroni, indotto a più cambi e soprattutto più precoci del consueto per provare a dare la scossa: al 35′ la botta al volo di Gelli è centrale sulla seconda palla concessa dal corner del suo play basso, al 36′ invece è Saro a combinare un mezzo pasticcio sul pretenzioso ma innocuo conato da fuori alzando in corner a braccia mollicce. Al 41′ la new entry Nichetti si vede sporcare la chance dalla distanza in fallo di fondo, occasioncella timida che precede i giochi pirotecnici nel finale. A un tris dal novantesimo, infatti, il sigillatore dello score manca il poker incrociando male il sinistro sulla prateria spalancatagli da Borghini, Gatto alle soglie dell’extra time prende la traversa alta a giro e al 2′ di recupero l’uscita a viole del portiere delle risaie sul traversone dal destra di Genevier è un ovetto pasquale senza sorpresina per un Manconi incapace di tenere la palla bassa abbastanza da regalarsi il quindicesimo della serie.