E’ finita l’avventura europea. Vince e con merito il Lipsia che ha fatto valere la sua superiorità, da squadra esperta e organizzata. Il 2-0 sancisce l’evidente successo dei tedeschi e punisce, in maniera chiara, un’Atalanta volonterosa ma incapace di rispondere all’improvvise ma efficaci incursioni dei sassoni che non hanno mai faticato a contenere le velleitarie offensive atalantine. Un contropiede micidiale nel primo tempo, un rigore netto nel secondo tempo hanno certificato il successo del Lipsia. Di sicuro, all’inizio del secondo tempo, c’era un rigore anche per l’Atalanta che Lahoz, seppur con gli occhi al Var, ha negato. Era l’eventuale pareggio. E’ l’unica occasione che può recriminare la formazione nerazzurra. Null’altro. Il gol di Nkunku al 18’ del primo tempo ha definitivamente chiuso le illusioni atalantine perché nei restanti minuti, e si è giocato fino al 97’, Gulacsi non ha corso particolari pericoli se non osservando l’inutile e sterile offensiva dei nostri beniamini ma senza compiere parate e paratone. Non si discutono la generosità e la voglia di qualificazione dei giocatori atalantini ma non sono stati capaci di costruire palle gol decisive, anzi quando si arrivava nell’area avversaria poco lucidità, tanti passaggi ma zero tiri per mettere in difficoltà il portiere tedesco. Adesso addio ai sogni europei e si cerca di coltivare le ultime ambizioni a cominciare da lunedì sera col Verona.
Gasperini cambia ancora e, davanti a Musso, riporta in difesa De Roon che si occupa sistematicamente di Nkunku, autore dei due gol vincenti, fa compagnia a Demiral e a Palomino, anche se la sua posizione, diciamo così, è mobile e permette ad Hateboer di giocare più avanti, dall’altra parte Zappacosta, in mezzo Koopmeiners prima su Kampl e poi su Laimmer, il migliore in campo, e Freuler che ha faticato le pene dell’inferno, forse un recupero affrettato per una partita decisiva, poi Malinovskyi, non brillante ma ha tentato di tirare in porta, e Boga, inconcludente e spaesato, Zapata ancora in difficoltà. Una sola variante per Domenico Tedesco: Simakan, difensore di destra, al posto di Klostermann. La partita ha subito un chiarimento con l’Atalanta che prende le redini del gioco e il Lipsia attento, linee ben definite, spazi occupati con intelligenza. I nerazzurri cercano di entrare in fretta nell’area tedesca ma in mezzo al campo Freuler e Koopmeiners sono in evidente disagio, tant’ è vero che Laimer compie una lunga corsa, da destra, bruciando il capitano atalantino, arriva al limite, scambia con Nkunku che realizza buggerando l’intera difesa atalantina. L’Atalanta preme e sembra disorientata dalla organizzazione del Lipsia che riesce sempre a sfruttare la velocità dei suoi attaccanti, Andrè Silva non è appariscente ma apre varchi, Olmo è sempre lesto al passaggio decisivo, Heinrichs stoppa Zappacosta e riparte. Le offensive atalantine si spengono per l’evanescenza di Boga e la poca precisione di Malinovskyi mentre Zapata è quasi azzerato da Orban. E’ un copione che si sviluppa anche nel secondo tempo fino al rigore, fallo di mano di Andrè Silva su punizione di Malinovskyi, non concesso da Lahoz, dopo essere stato chiamato al Var dal collega Martinez Munuera. A proposito in una partita combattuta ma non cattiva l’arbitro spagnolo ha ammonito cinque atalantini e tre tedeschi. Certamente l’ingresso di Muriel crea sviluppi concreti ma Gulasci non capitola. Nel finale Nkunku viene steso da Musso dopo un’altra uscita borderline e il 2-0 sancisce l’eliminazione dell’Atalanta. Si è visto in campo, prima del fischio d’inizio, Steve Pagliuca che, accompagnato da Antonio Percassi, ha salutato il tifosi tra gli applausi generali.
Giacomo Mayer