Oggi abbiamo intervistato Massimiliano Locatelli, titolare della MCS Spa, uno degli sponsor che ha contribuito alla pubblicazione del libro “IL VESTAGLIETTA” di Matteo Bonfanti che uscirà il 5 ottobre.

Iniziamo parlando di calcio, cos’è per lei il calcio?  Non sono un fanatico del calcio, lo apprezzo e lo vedo come uno strumento di gioco, di distrazione e di avvicinamento con la propria famiglia, infatti quando posso porto le mie figlie allo stadio”.

Si ricorda la sua prima volta allo stadio? Sì, certo che mi ricordo, anche perché è abbastanza recente, le parlo di quattro o cinque anni fa. È grazie all’Atalanta che mi sono avvicinato a questo mondo. Andare allo stadio lo vivo in maniera più sicura, rispetto a quando ero giovane e trovo molto bello vederlo pieno, i cori dei tifosi e la partecipazione di tutti alla partita“.

Dato che poco fa mi ha parlato dell’Atalanta deduco che sia un suo tifoso.  Come le dicevo non sono infatuato del calcio ma, tra tutte le squadre, l’Atalanta è la mia preferita per via della mentalità dell’allenatore, Gian Piero Gasperini.  E’ una squadra provinciale e malgrado non abbia una realtà così internazionale come possono avere la Juventus, l’Inter e il Milan si è difesa e ha ottenuto dei risultati eccezionali. Penso che questo sia dovuto anche alla motivazione e allo stimolo che si è dato ai ragazzi. Non abbiamo dei nomi altisonanti in campo, ma ce la siamo giocati ovunque e stiamo ottenendo dei buoni risultati, infatti a parer mio è una squadra da tenere in considerazione in alta classifica”.

La partita che tiene di più nel cuore? Mi ricordo molto bene quando siamo andati a Dortmund per i sedicesimi di finale di Europa League nella stagione 2017-2018, l’ambiente era completamente suggestivo. È stata una delle partite più belle che abbia mai visto malgrado l’Atlanta abbia perso 3-2”.

A proposito di COVID19 dato che se ne sente parlare tutti i giorni e dato che la città di Bergamo è stata quella maggiormente colpita, come ha vissuto questo periodo? Ha avuto delle ansie o delle paure? Questa chiusura totale con annesso blocco lavorativo, isolamento personale e famigliare in un primo momento è stata difficile sia da attuare che da comprendere dato che è arrivata all’improvviso, e nel frattempo tante persone vicino a noi stavano decedendo.  C’è stato terrore perché non si sapeva cosa fosse questo virus, come si potesse curarlo e prevenirlo. In seguito, fortunatamente, la situazione è andata migliorando avendo capito e saputo che si potesse gestirlo con le dovute precauzioni e attenzioni, e in un certo senso si sta cercando di tornare alla normalità. Penso che tutto quello che è successo lascerà un segno per tanti anni e che la è situazione non si ripristinerà alla normalità in breve tempo dal momento che c’è ancora tanta gente terrorizzata e preoccupata.  Bergamo ha dimostrato di avere carattere e forza perché nel pieno di questa pandemia ha reagito da sola, con le proprie forze senza farne una tragedia.“

A cura di Vanessa Testa