Un nostro collaboratore, tra l’altro tra i più bravi, Mattia Vavassori, dalla scrittura elegante e intelligente, mai di parte, probabilmente proprio per questo motivo è stato minacciato di morte dal dirigente di una squadra di calcio, anzi di qualcos’altro, di un club che è immondizia, visto che per noi il pallone è solo un meraviglioso gioco coi colori dell’arcobaleno, il migliore del mondo perché ci fa sempre sognare. Detto che per la nostra libertà e per la nostra integrità morale abbiamo affrontato, proprio in questi ultimi mesi, battaglie psicologicamente tragiche senza mollare mai di un centimetro, chiediamo a chi si è permesso di spaventare un nostro giornalista di non farlo mai più. Accadesse di nuovo, la nostra scelta sarà di adire contro questo demente per vie legali. Mattia, a cui questa sera do un incredibile abbraccio virtuale, così come me che sto scrivendo queste poche righe, uguale a chi è in questo momento nella redazione di Bergamo & Sport e in modo identico a qualsiasi altro nostro collaboratore, deve lavorare nella massima serenità. A me, che sono il direttore, il compito di allontanare da Mattia, dai miei ragazzi e dai colleghi in gamba che scrivono su altre testate, parlo in questo caso di Stefano Spinelli de L’Eco di Bergamo, che ha avuto il medesimo squallido trattamento dallo stesso tristissimo uomo, personaggi del genere che non c’entrano con il nostro meraviglioso movimento, quello del calcio bergamasco, ma che vanno al più presto internati buttando le chiavi.
Matteo Bonfanti
Nella foto il nostro Mattia, bravissimo giornalista