«Negli ultimi due anni tra infortuni e altro non ho mai trovato la necessaria continuità. A Reggio Emilia ho iniziato male con il crac alla caviglia e poi non ho più sentito la fiducia nei miei confronti: guarda caso, l’unico match da titolare è stato quello contro l’AlbinoLeffe». Parola di Massimiliano Pesenti, il figliol prodigo tornato dalla terra del Liga per accorrere al capezzale della sua alma mater ridotta al penultimo posto del girone A del terzo campionato professionistico nazionale. Visto il soprannome, un titolo già fatto. In dote, un ricordo nella casellina dei marcatori da riproporre come pane quotidiano per una squadra che mastica quello duro della rincorsa a una chimera: la dozzina di palloni messi alle spalle dei portieri altrui due stagioni fa (2013/2014), quando al quartier generale di Zanica si respirò per l’ultima volta l’aria dei playoff agli ordini di Elio Gustinetti, sostituto del ripudiato Armando Madonna. Il giro di corsa seguente, un solo gol e l’addio: «Spesso sono stato condizionato dal mio caratteraccio, perfino i miei genitori mi rimproverano per il mio atteggiamento in campo – sorride il Peso -. È giunto il momento di cambiare, ci sono tutti i presupposti per farlo». Pesenti, 29 anni il prossimo 13 aprile, 40 gol in carriera nei soli campionati tra la C2 e la B indossando anche le maglie di Prato, Canavese e Lumezzane, è in vena di promesse: «Sono tornato con tanta voglia di dare il mio contributo a questi ragazzi per uscire dall’impasse, dopo una trattativa aperta proprio all’ultimo tuffo del calciomercato. Avevo altre offerte, ma non mi davano gli stimoli giusti – chiosa -. Ormai non sono più il ragazzo del vivaio, sono tra i più esperti. Comunque non è che fossi fuggito di qui: esaurito il contratto, avevo scelto la prima squadra sulle mie tracce. Nessun problema con società e tifosi, anche se qualcuno era stato critico circa il mio trasferimento».
Al centro sportivo zanichese di via Comun Nuovo è tempo anche di Ezequiel Banegas, punta esterna o all’occorrenza trequartista classe ’92, moneta di scambio del Cuneo per ghermire il ringhioso mediano Giuseppe D’Iglio, tra l’altro firmatario dell’ultima vittoria in casella dei seriani il 29 novembre scorso contro il Renate, spera in un posto al sole: «Nel mio reparto c’è molta concorrenza, ma fisicamente sono già pronto anche per i novanta minuti. Ho parlato con Corradi e il preparatore atletico De Risi che mi hanno confortato circa la serietà dell’ambiente», esordisce l’argentino di Cordoba con passaporto tricolore, che spegnerà 24 candeline la vigilia di San Valentino, cresciuto nell’Instituto, nel Belpaese dal 2011 e già al soldo di Vallée d’Aoste, Marano, Borgomanero, Vado e Bra. «La Lega Pro per me è una novità, finora ho accumulato molta esperienza in D. A me piace tirare in porta ma anche fare assist».
All’esperto (raggiungerà l’Età di Cristo il 13 agosto) metronomo Daniele Dalla Bona, prestito mantovano, tocca l’onere della presentazione dopo aver già disputato una partita, il brodetto casalingo con il quotatissimo Bassano: «È stato strano scendere in campo due giorni dopo il mio arrivo, ma mi sono trovato subito bene calandomi nella parte. L’obiettivo primario è la maglia sudata, non mancherò nemmeno dal punto di vista caratteriale. Dietro vanno un po’ tutte a rilento, quindi giochiamocela sapendo che la finestra della salvezza resta aperta: tra cinque turni potremo dire di più», sottolinea il varesino, che partito da Masnago ha girato parecchie piazze (Pro Vercelli, Casale, Massese, Pro Patria, Cittadella, Modena, Vicenza e Real Vicenza). Sabato, a Busto, gara da ex: «È una sfida che sento molto, magari segno pure». Il tris d’assi di gennaio/febbraio diventa cinquina considerando la coppia di svincolati, l’interno francese Guillaume Legras e l’esterno italo-franco-algerino Johad Ferretti: «Abbiamo provato a inserire giocatori funzionali al nostro scopo e con le motivazioni adatte, perché la situazione è molto complicata. Siamo convinti di poter dire la nostra per centrare la salvezza, senza fare calcoli tra un buon posizionamento dei playout o la permanenza diretta nella categoria – assicura il direttore sportivo Aladino Valoti -. La possibilità di arrivare a uno come Daniele ci aveva convinto ad affrettare le operazioni convincendolo personalmente. Per Ezequiel è stata questione di necessità: un attaccante per un mediano. Quanto a Massimiliano, invece, abbiamo approfittato dell’apertura della Reggiana assicurandoci una punta che conosciamo e ci conosce benissimo. Avevamo preso anche un esterno sinistro, Zanchi, ma non è andata come doveva andare: siamo una rosa di ventisei, in attesa di recuperare Cremonesi e Martino gli uomini per provare a risalire la china comunque ci sono».

Simone Fornoni