Atalanta da primato. Con una tripletta di Koopmeiners (due rigori perfetti e un tiro da trenta metri) i nerazzurri abbattono il Toro e si insediano in vetta alla classifica, insieme alla Roma, nella serata in cui la Bergamo atalantina ha tributato onori e gloria a Josip Ilicic che non è più giocatore della Dea. Una standing ovation commovente. La serata giusta e appropriata, quindi, per tornare al successo da parte dell’Atalanta dopo mesi di micragne e lamenti in viale Giulio Cesare. Eccola la nuova squadra forgiata con metalli diversi, magari non più preziosi come quelli di prima, ma altrettanto efficaci. Dimostrando un progresso continuo di partita in partita e confermando che in campo ci va un’Atalanta diversa. Dieci punti, tre vittorie, di cui due fuori casa, un pari, sei gol realizzati e due subiti. Comunque, è bene sottolinearlo: il tremendismo delle scorse stagioni ha subito una metamorfosi completa. Adesso si gioca con una difesa attenta e sempre efficace nelle coperture degli spazi, un centrocampo vigilante che è quasi una fisarmonica, un po’ indietro ad aspettare l’iniziativa altrui, e un po’ avanti a dettare trame offensive. Il Torino si è fatto abbindolare da De Roon e compagni. Infatti i nerazzurri hanno lasciato il possesso del gioco ai granata che venivano avanti soprattutto con Lazaro e Seck sulla loro destra ma creavano pochi grattacapi a Musso. L’Atalanta non è stata a guardare le belle figurine granata ma ha riempito la partita con tre gol, appunto, un palo, una traversa e una paratona del portiere avversario. Alla fine della partita Juric si è detto soddisfatto della partita dei suoi ragazzi che hanno pure segnato un gol e colpito la traversa ma alla fine hanno perso meritatamente. Dopo le convulsioni delle ultime ore di mercato con bel gruppo di giocatori con la valigia in mano (Hateboer, Malinovskyi e Boga) Gasperini cambia qualche pedina: rientra Zappacosta e va a sinistra, conferma Soppy a destra e sarà uno dei migliori in campo, inserisce Pasalic e sosta sulla trequarti Ederson che non riesce a ripetere il bel secondo tempo di Verona. Davanti Zapata che al 27’ si divora il gol del vantaggio, poi s’infortuna ancora – guai muscolari – e viene sostituito da Rasmus Hojlund. Il Torino comincia a giocare e ad attaccare con Seck che manda in ambasce Okoli e anche con Vlasic. E’ una fase nella quale l’Atalanta non si sbilancia granché anche se un’offensiva di Toloi finisce fuori per poco, poi un gran sinistro di Koopmeiners viene sventato da Milinkovic-Savic, poi Zapata salta Bongiorno ma calcia addosso al portiere granata, quindi Demiral colpisce il palo su angolo ma doveva segnare. Il Toro risponde con la coppia Seck-Vlasic che costruisce il gol del vantaggio, poi annullato per fuorigioco dell’attaccante croato. Arriva invece quello dell’Atalanta: Soppy entra in area, da destra, Aina non riesce a contenerlo e lo stende. Di Bello non ha dubbi: rigore, subito trasformato da Koopmeiners. Nella ripresa Zortea sostituisce Zappacosta e immediatamente ecco il 2-0: punizione di Ederson, da destra Soppy appoggia a Koopmeiners che, da trenta metri, infila il portiere granata, forse c’è una deviazione di Buongiorno. Il Toro cerca di reagire ma ecco la traversa di Toloi, però i granata crescono di intensità e prima Linetty colpisce la traversa, poi va in rete Vlasic su assist di Pellegri. Da parte granata l’illusione di pareggiare dura poco perché da una combinazione Zortea-Lookman nasce il terzo gol: l’inglese viene steso in area da Lazaro, Di Bello decreta il secondo rigore per la tripletta di Koopmeiners. C’è solo tempo per esultare anche perché l’Atalanta termina la partita con in campo giovani di belle speranze come Okoli, Soppy, Zortea, Lookman, Ruggeri, Hojlund e, prima, anche Ederson.
Giacomo Mayer