Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Stefano Carolei, ex mister del Celadina di Terza Categoria. La redazione di Bergamo & Sport si rende disponibile a eventuali repliche da parte della società cittadina.

“Egregio direttore, le chiedo la cortesia di pubblicare questa mia lettera se le è possibile,  perché vorrei fossero riportate le vere motivazioni che mi hanno indotto ad abbandonare anticipatamente il rapporto con la società Celadina militante in Terza categoria, di cui sono stato l’allenatore per tre anni, e negli ultimi due, in particolare quest’anno, ho ricoperto anche il ruolo di direttore sportivo nel gravoso impegno di  rifondazione della squadra di Terza categoria, di comune accordo con il presidente. Società, peraltro, reduce quest’anno da una retrocessione. Rifondazione resasi necessaria poiché della squadra retrocessa erano rimasti solamente sei giocatori, che avrebbero dovuto essere lo” zoccolo duro” della squadra; nonostante tutte le difficoltà affrontate nell’allestire la squadra, sono riuscito a portare ben 18 giocatori nuovi, ovviamente senza spendere un euro; i nuovi per buona parte sono ragazzi del 1994 (sette), del 1993 (quattro), del 1992 (quattro) provenienti da juniores di altre società (sì, perché il Celadina da tre anni non ha una formazione juniores); inoltre ho coinvolto anche giocatori che provenivano da annate di totale o parziale inattività, anche a seguito di infortuni seri (legamenti, menisco, ecc.).
L’accordo con il presidente era dunque quello di dare continuità al lavoro svolto quest’anno, che sarebbe stato giocoforza di transizione, per poi il prossimo anno consolidare la squadra con delle scelte più mirate,  sulla scorta delle lacune evidenziate  nell’anno in corso.
Questa premessa è doverosa per inquadrare il contesto in cui ho operato. Inoltre nello svolgimento dell’attività di allenatore, sia negli anni scorsi, ma in modo particolare quest’anno, sono stato abbandonato non solo dal punta di vista pratico, ovvero senza avere un aiuto, tantomeno un preparatore dei portieri (giusto l’accompagnatore la domenica e l’addetto all’arbitro), ma soprattutto da quello morale, visto che il presidente non ha mostrato né stima né rispetto nei miei confronti e nel lavoro svolto; oppure lo ha fatto solamente a parole, né tantomeno nei confronti dei giocatori, disinteressandosi delle sorti della squadra, non presenziando mai né lui né alcun rappresentante della società agli allenamenti e raramente alle partite, ancorché obbligato dalle circostanze (vedi squalifiche del sottoscritto o del dirigente accompagnatore). Di quanto detto chiedete pure ai giocatori di quest’anno, ma anche degli anni precedenti, non ho paura di essere smentito.
La motivazione per cui mi sono dato da fare in questi anni per questa società è stata la pure passione per questo gioco, quest’anno andando oltre il mio incarico di allenatore, prendendomi carico anche di contattare società, dirigenti e giocatori per allestire la squadra che avrei dovuto allenare anche il prossimo anno. E il tutto a titolo gratuito – e ribadisco gratuito – per tre anni consecutivi, pur avendo anche la qualifica di allenatore di Terza categoria con tanto di patentino. Anzi, quest’anno ho speso di tasca mia anche parecchio per telefonate per contattare società, giocatori, per organizzare amichevoli durante l’anno (almeno una quindicina), rassicurarmi sulla salute dei giocatori, diramare convocazioni, ecc…. Ah, ovviamente, alla fine degli allenamenti non essendoci nessuno della società, ho fatto anche il “portinaio”.
Il risultato di tutto ciò? Il presidente mercoledì scorso (30 aprile), a seguito di mia specifica richiesta di incontrarsi per definire il programma per l’anno prossimo, mi ha scaricato in qualità di allenatore adducendomi la “colpa” che non ero più ascoltato dalla maggior parte dei giocatori, cosa poi tutta da appurare e tutt’altro che veritiera poiché si è basato solamente sulle” sensazioni” riportate da qualche giocatore sul “clima nello spogliatoio”. Mi ha comunicato la mancata conferma sulla panchina del Celadina per la prossima stagione. Pertanto ho preso la decisione da subito di interrompere il rapporto con la società e con la squadra a due giornate dal termine della stagione, vista la scarsa considerazione nei miei confronti e il mancato rispetto dell’impegno preso all’inizio dell’anno; le uniche persone per cui sono dispiaciuto sono i giocatori, che penso abbiano apprezzato i miei sforzi e il mio impegno, fattori che sono andati oltre al ruolo di allenatore: ho cercato di ovviare alle lacune, per non dire al totale disinteresse, nei miei e nei loro confronti.
Il presidente, da parte sua, si è limitato a dire ai giocatori che mi ero dimesso; non ha avuto nemmeno il coraggio di spiegare le motivazioni che hanno portato alla mia scelta.
In ultimo voglio precisare che dal punto di vista strettamente sportivo il primo anno la squadra da me allenata è arrivata al secondo spareggio dei play-off in Terza categoria, ottenendo la promozione in Seconda (cosa che non avveniva dalla stagione 2002/2003); poi c’è stata la retrocessione in Terza dello scorso anno all’ultima giornata (e fino a tre giornate dalla fine eravamo ai margini della zona play-out); quest’anno, infine, nonostante non sia andato benissimo per mille motivi (anche per le ragioni sovracitate), non abbiamo comunque mai sfigurato con nessuna delle altre squadre e ci siamo anche presi qualche soddisfazione, andando a vincere in casa delle prime due della classifica attualmente in lotta per salire in Seconda categoria (5-3 a Locate e 1-0 a Brembate Sopra) e con due giocatori nei primi posti dei marcatori della categoria (Ambrosini, 19 reti, classe 1990, e Ignoti Parenti, 11 reti, al primo anno classe, 1993). Questi sono fatti, non parole.
Penso dia avere avuto un piccolo merito anch’io.
La ringrazio per l’ospitalità”.
Stefano Carolei