L’esperienza pluridecennale di Oscar Cattaneo nel mondo del calcio ci ha permesso di approfondire con lui opinioni riguardo le differenze col passato, la stagione dell’Atalanta e la super sfida di Tim Cup stasera contro la Juventus. Cattaneo, ex difensore di un Ponte meraviglioso, in cinque annate dalla Prima alla Serie D, attualmente è alla guida della Juniores Nazionale del Ciserano, ruolo già ricoperto nella stagione passata. Nell’intervista il mister ci racconta cosa è cambiato secondo lui nel calcio rispetto ai periodi in cui era lui a ricalcare i campi di gioco: “A mio parere il gioco del calcio è rimasto il medesimo: in campo infatti si affrontano sempre due squadre composte da undici giocatori. Sicuramente una modifica dal punto di vista tattico è stata l’introduzione della zona attorno agli anni ’90: rispetto alla marcatura a uomo c’è meno responsabilità del singolo giocatore. Quello che però è veramente cambiato è ciò che circonda la partita in sé: parlando del calcio dilettantistico, per esempio, in passato si potevano effettuare due sole sostituzioni rispetto alle cinque odierne, e inoltre è stata introdotta la regola dei giovani. Un’altra variabile è quella dei settori giovanili, sempre più in linea con quella di altre discipline sportive”.
La conversazione si sposta poi sul magico momento della Dea, squadra molto ammirata da Cattaneo: “Negli ultimi anni l’Atalanta sta giocando un calcio davvero spettacolare sotto la guida di un allenatore così bravo come Gasperini: i tifosi dovrebbero ritenersi molto soddisfatti. I miei impegni calcistici non mi permettono di seguire tutte le sue partite. Paradossalmente una di quelle che ho seguito dal vivo fu un Atalanta-Palermo durante il primo anno di gestione Gasperini: finì 0-1 per gli ospiti con il mister che rischiò l’esonero, ma fu anche la svolta verso l’imminente utilizzo dei giovani che avrebbero trascinato la squadra verso l’Europa”.
Inevitabile poi il ricordo di un aneddoto: “Durante la mia militanza al Ponte San Pietro l’Atalanta aveva sempre l’abitudine di disputare la prima e l’ultima amichevole stagionale contro di noi: ebbi quindi l’onore di marcare talenti come Inzaghi e Caniggia. Caniggia ovviamente il più simpatico, l’ho marcato tante volte. Con lui in partita si parlava di belle donne. Quanto a Pippo lo ricordo come un avversario gentilissimo. E poi c’è Van Basten, il più forte di tutti, praticamente immarcabile, ma pure il più antipatico. In Ponte-Milan, amichevole di maggio, era il 1991, prima che loro andassero a giocare a Bari in campionato, mister Bonaldi mi chiese di marcare Marco. Era un Milan fenomenale, Ancelotti, Maldini, Rijkaard. In campo appena mi avvicino a Van Basten gli do la mano e lui non me la dà. E io: “Va beh”. Poi sento che Sacchi lo richiama e lui lo fanculizza… Mi guarda e dice: “Ma voi giocate a calcio? Che brutto questo campo”. E io dico il secondo: va beh. Volevo mi desse la maglia, gliela chiedo tre volte durante la partita, bluffando di essere stratifoso del Milan io che tengo all’Inter. Ma niente, alla terza volta che gliela chiedo, mi dice: “Senti non mi rompere più la balle, non te la do”. Giocò un tempo, il Milan vinse 3 a 0, fece un gol di testa, io saltai ed ero bravo. Lui saltò e vidi le suole delle sue scarpe all’altezza del mio viso, andava in cielo”.
Formidabili quegli anni del mitico Ponte San Pietro di mister Bonaldi. “Che dire di Nado? E’ il mio capo, lavoro nella sua agenzia d’assicurazioni. Un signore. Arrivò a Ponte nel 1990 che io ero lì già da tre anni. Con lui in panchina in cinque anni passammo dalla Prima alla Serie D arrivando quarti alla prima stagione tra i semiprofessionisti. Nado quando allenava era un trapattoniano. Non so se sai cosa vuol dire trapattoniano…”.
Oggi i nerazzurri saranno impegnati nel turno d’andata degli ottavi di Tim Cup contro la Juventus. Il sapore di una sfida così interessante è stato il tema dell’ultimo argomento della chiacchierata: “In passato questa competizione era un po’ snobbata mentre ora sta ricevendo maggiore rilievo. Sulla carta l’Atalanta potrebbe essere in grado di mettere in difficoltà la Juve ma è anche vero che negli ultimi scontri era riuscita a strappare soltanto pareggi: i bianconeri sono dei veri cannibali e solo il contemporaneo impegno su più competizioni potrebbe distrarli. È dunque difficile scegliere un pronostico: non sono tifoso di nessuna delle due squadre ma da bergamasco mi auguro che possa passare l’Atalanta”.
Luca Piroddi