Tra razzismo, carri armati e promesse di lame nei polmoni, lo confesso: il calcio professionistico non mi appassiona più. Una volta passavo l’estate attendendo i colpi di mercato che avrebbero sicuramente cambiato, e in meglio, il volto della mia squadra del cuore, attesa all’ennesimo campionato che avrebbe fatto sicuramente dimenticare a noi tifosi le amarezze della stagione precedente: sognare, in fondo, non costava niente. Oggi, a parte qualche annoiata visita ai siti internet di calciomercato, se penso alla Serie A sono semplicemente sopraffatto dalla disillusione. Ma la mia passione si è solo spostata di categoria, e viaggia a gonfie vele verso quel mondo del pallone dilettantistico che è fatto da uomini veri, che lavorano tutta la settimana e che al calcio non chiedono altro se non divertimento. Altro che soldi, qui si suda e si lotta praticamente “aggratis”, anzi il più delle volte rimettendoci di tasca propria. Perché quello che importa, al di là del risultato, è la voglia di stare insieme, di correre dietro a un pallone in libertà e, se possibile, di insegnare qualcosa ai più giovani. E’ questo il caso di Carlo “Charlie” Doneda, professione autista, che dopo una discreta carriera tra i dilettanti si è dato con ottimi risultati alla carriera di allenatore. Dopo aver fatto molto bene anche a Bottanuco, l’anno scorso Doneda ha portato il suo Osio Sopra in Seconda categoria, e forse meriterebbe anche altri prosceni di maggior prestigio. Ma va bene così, perché curriculum a parte conoscere Charlie mi ha fatto tornare a respirare il calcio che amo. Venerdì scorso la presentazione della squadra, e Doneda ha esordito così parlando ai suoi ragazzi: “Vogliamo salvarci, ma quel che conta è stare insieme. Se bevete quattro birre invece che due a me non interessa, in me troverete un amico piuttosto che un capo”. Dopo, tutti alla festa di Osio Sopra per stare insieme. Charlie è scatenato: offre da bere, chiacchiera con tutti, si capisce che per lui quel che conta è trasmettere ai suoi ragazzi sani valori sportivi, che come è giusto che sia possono talvolta anche prevedere qualche birra di troppo. Si ride e si scherza, lo spettacolo è tutto negli occhiali da sole arancioni che Charlie indossa anche a notte fonda. Quanti altri Doneda ci sono nel calcio dilettantistico orobico? Spero tanti, ma ho qualche dubbio. Io per ora dico grazie a Charlie: è anche per persone come lui che, stagione dopo stagione, sono sempre più fiero di scrivere per questo giornale. Che, partendo “dal basso”, è capace di raggiungere alte vette.

Fabio Spaterna