Alzano Lombardo – Prima serve lo scarico al match winner Ferland Mendy, sullo schema dalla bandierina con Toni Kroos, per battere l’Atalanta nell’ottavo di andata di Champions. Poi, oplà, in ricordo dei vecchi amici che ne avevano ospitato la prima vera vittoria della sua straordinaria vicenda umana e da calciatore, ecco la maglia numero 10 del Real Madrid, la squadra dei suo grandi successi, regalata all’Immacolata Alzano. Il piccolo club dell’omonimo oratorio di Alzano Maggiore organizzatore del torneo alla memoria di Sandro Benigni, davvero il primo di una lunghissima serie messo in bacheca da Luka Modric, il superasso croato Pallone d’Oro 2018 che da Esordiente, nel lontano 1997, aveva sollevato al cielo la gioia più grande per un dodicenne, la coppa di una kermesse internazionale.

L’Immacolata del presidente Luca Buzzetti, tra l’altro compagno nelle giovanili locali dell’attuale amministratore delegato nerazzurro Luca Percassi, dal canto suo, ha fatto pervenire al fuoriclasse di Zara la maglia special edition del Centenario societario, grazie ai buoni uffici del collega di PrimaBergamo Giambattista Gherardi che s’è adoperato per lo scambio di cortesie facendo breccia nei dispositivi anti Covid dell’Uefa a maglie fittissime. Oltre alla sfida della coppa dalle grandi orecchie, col ritorno in Bergamasca dopo quasi 24 anni, il 24 febbraio, quante ricorrenze in una volta sola, compreso il triste anniversario del primo morto per la pandemia nella nostra provincia. All’indomani del match clou, la consegna in sede. Alla vigilia, invece, la foto di Luka col suo regalo degli amici bergamaschi.

Una storia incredibile, considerando che per una di quelle coincidenze capaci di affratellare gli uomini, i popoli e il loro destino, era zaratino anche Natale Bucci, vicepresidente dell’epoca che premiò l’attuale madridista come miglior giocatore della manifestazione. Il passaggio ideale di testimone tra due profughi di due diverse guerre, un fiore nato dal letame degli orrori inter-etnici, il seme della rinascita. Il primogenito Antonio, ex calciatore di buon livello e ora allenatore, secondo da sinistra nella foto dopo Buzzetti e prima del presidente alzanese ai tempi Marco Marchesi, oltre al dirigente con fedeltà quarantennale alla causa Maurizio Mangili (ora all’Azzano FG) ha voluto a ogni costo essere presente per reggere il preziosissimo reperto tra le proprie mani, tradendo una certa emozione: “Lo sponsor che si vede in grande sul borsone verde dell’Immacolata sulle spalle di Luka, in questa foto del 1997 mentre va in bicicletta, era l’azienda di mio padre: un’istantanea presa da un video trovato da un mio cugino che abita in Croazia. A questi ragazzi dello Zadar regalammo anche le scarpe da calcio”. Per Mangili, l’onore dell’autografo sull’autobiografia del campionissimo. Per la piccola società di Seconda Categoria, la dedica sulla numero 10 con cui ha fatto fuori la Dea del pallone. 
Simone Fornoni