Duvan Zapata ha saputo farsi amare perché è un grande giocatore, una persona eccellente e un gran lavoratore. Cali oltre a essere capitale della salsa è anche una città di calciatori di razza”. Johan Mojica si presenta all’Atalanta richiamando le comuni radici con i due Cafeteros che l’hanno preceduto: “Siamo gente allegra con brio, come si dice. Portare in alto il nome del calcio della Colombia con due persone eccezionali come loro è un grande privilegio: adesso non siamo più solo compagni di nazionale”.

L’esterno sinistro in prestito dal Girona conosce bene i complimenti di rito: “Mi ha impressionato il modo con cui sono stato accolto, si nota che questa è una squadra dentro e fuori dal campo – ha proseguito il nuovo numero 26 -. La sua cifra è il lavoro, l’impegno e stile di gioco armonioso: penso di assomigliarle. E sono affascinato dai colori nerazzurri e dalla scritta sul colletto ‘La maglia sudata sempre’: la mia idea del calcio è identica. Mi ritengo un gran lavoratore che ha avuto la fortuna di arrivare fin qui”.

Mojica prova a descriversi: “Sono una persona normale, allegra e professionale. Come calciatore sono un mancino puro, un calciatore di razza rapido con un buon cross, tatticamente applicato e in grado di giocare terzino, esterno e ala. Voglio dimostrare perché sono qui e aiutare l’Atalanta a crescere ancora. Duvan e Luis ce l’hanno già fatta…”. Il Toro di Cali, suo concittadino, gli tende la mano su Instagram: “Bienvenido, Panita”. Lo stesso soprannome di Juan Cuadrado…