Atalanta – Dinamo Zagabria 2-0 (1-0)
ATALANTA (3-4-2-1): Gollini; Toloi, Kjaer, Palomino; Hateboer (20′ st Castagne), De Roon, Freuler, Gosens; Gomez (cap., 45′ st Malinovskyi), Pasalic; Muriel (16′ st Ilicic). A disp.: 57 Sportiello, 5 Masiello, 19 Djimsiti, 99 Barrow. All.: Gasperini.
DINAMO ZAGABRIA (3-5-2): Livakovic 5,5; Theophile-Catherine 6, Dilaver 5,5, Peric 6; Stojanovic 6,5 (30′ st Đira 6), Dani Olmo 5,5 (47′ Situm sv), Ademi (cap.) 6, Ivanusec 5,5 (22′ st Gojak 6), Leovac 6; Petkovic 6, Orsic 6,5. A disp.: 1 Zagorac, 19 Moubandje, 92 Kądzior, 11 Gavranovic. All.: Bjelica 6.
Arbitro: Karasev (Russia) 7 (Demeshko e Gavrilin; IV Ivanov; Var Dankert – Germania -, AVar Meshkov).
RETI: 27′ pt rig. Muriel (A), 2′ st Gomez (A).
Note: serata non rigida e serena, spettatori 26.496 di cui 10.091 paganti (incasso 468.518 euro) e 16.405 abbonati (quota partita 835.575,80). Ammoniti Theophile-Catherine, Peric, Toloi, Pasalic e Stojanovic per gioco scorretto. Occasioni 21-9, nello specchio 6-2, legni 2-1. Corner 9-6, recupero 1′ e 4′.

Milano – Rigore di Luis Muriel autoprocurato, finezza mostruosa di Alejandro Gomez per stendere la Dinamo Zagabria e tante chance in una sfida dominata in lungo e in largo, salendo di tono dopo l’intervallo. Con una punta di rammarico nel palato per il regalino di Pep Guardiola, ormai straprimo nel girone C di Champions League, agli altri rivali dei bergamaschi.
L’Atalanta che punta dritta il secondo posto e gli ottavi di finale, a meno 1 dall’aspirante ferma a 5 e con lo Shakhtar (6) beneficiato del pareggino a Manchester da affrontare nell’ultima spiaggia di Kharkiv l’11 dicembre, è più bella, aggressiva e determinata che mai. Alla peggio, ovvero con un successo slavo in casa col City, coi tre punti sarebbe Europa League. Ma vincere è comunque un imperativo categorico.
Passano 65 secondi e Hateboer incespica sulla palla dal fondo di Muriel, altri 55 ed è Pasalic a mancare la correzione davanti all’area piccola sulla palla sempre da destra del Papu colpendo di mezza suola, quasi col tacco, invece che di piattone. Botta e risposta (4′ e 5′) fra la telefonata del colombiano dal vertice sinistro e la svettata imperfetta di Stojanovic, accarezzata da Orsic, vincitore di un contrasto con il pendolo olandese nei pressi della bandierina. Bisogna attendere il 17′ perché i Gasp-boys si affaccino, anche se l’unica punta in campo opta ancora per la rasoiata da fuori al culmine di una ripartenza sulla verticale Gomez-De Roon-Pasalic, mentre all’alba del ventesimo arriva il liscio numero 2 del croato, incapace di approfittare del contrasto vincente (con palla bassa in mezzo) del suo capitano con il collega-nemico Ademi. Un tris cronometrico e il break ospite suggerisce il recupero a Stojanovic e la botta secca, deviata in corner da Palomino, del triplettista dell’andata. La svolta al 26: Pasalic apre per Toloi e ne spizza il cross per la traversa piena di Gosens di esterno, con Peric ad affossare il ragazzo col 9 sulla schiena, che insacca dal dischetto spiazzando Livakovic.
Inizia un’altra partita coi nerazzurri chiamati anche ad aspettare e ripartire, e per poco al 32′ il rompighiaccio non bissa: il recupero di De Roon è perfetto e l’assist in verticale pure, due dribbling e in caduta il centravanti alza la mira. Di là Leovac spara in bocca a Gollini dopo un fallo sul mediano dei polder, di qua è di nuovo Hateboer a mangiarsela grossa, facendosi ribattere a porta vuota da Peric da due passi dopo la presa mancata del portiere su ammollo del tedesco. L’esterno ne combina di ogni e al 36′ solo il montante può salvare la porta atalantina sull’invenzione a giro di Orsic, liberatosi facilmente del dirimpettaio. Si gioca bene e a ritmi vertiginosi: al 38′ corre Pasalic in assistenza all’altro trequartista, che però sceglie il mancino dai 18 metri ciabattando a lato. Nemmeno 60 secondi e a dispetto della cosa buona di Hateboer è Muriel, starter di tacco dell’affondo, a indirizzare il sinistro ai dirigibili. A tiro del recupero Gomez chiama l’ascensore a Palomino dalla bandierina destra, l’estremo plavo in punta di guantoni non corre rischi. In avvio di ripresa (2′) il raddoppio del leader con la fascia al braccio: Leovac recupera su Hateboer, De Roon allunga la zampa e il fuoriclasse, evitando Ivanusec col tunnel, calcia a 30 centimetri dal prato sul secondo palo. Al 6′ Muriel ci ritenta da fuori senza fortuna, ma è una Dea da Olimpo del football: 11′, scambio Freuler-Muriel con Peric a sbarrare il passo; 13′, verticale di Gomez per Pasalic; 17′, borseggio di Freuler e Dilaver salva sul fendente mancino di SuperMario a Ilicic ormai subentrato a Muriel.
A Dani Olmo non resta che provarci da 35 metri (20′), mentre lo sloveno scheggia il palo esterno scambiando con Pasalic (24′) e il Papu calcia imperfettamente un piazzato (26′) conquistato dalla new entry. Seguono la zuccata altina di Kjaer (28′) su angolo di Josip, il rigore in movimento parato da Livakovic all’argentino su iniziativa di Pasalic rifinita da De Roon (31′) e il calcio franco impreciso di poco del 72 (33′). Nel finale brivido di Gojak, il rimpallo favorisce Gollini. Ed è trionfo.
Simone Fornoni