Udinese – Atalanta 1-1 (1-1)
UDINESE (3-5-1-1): Musso 6; Becao 6, Bonifazi 6,5, Samir 6; Stryger Larsen 6 (44′ st Molina sv), De Paul (cap.) 5,5, Arslan 6,5 (44′ st De Maio sv), Mandragora 6 (12′ st Walace sv, 27′ st Deulofeu sv), Zeegelaar 6; Pereyra 7; Lasagna 6,5. A disp.: 31 Gasparini, 96 Scuffet, 17 Nuytinck, 5 Ouwejan, 6 Makengo, 64 Palumbo, 29 Micin, 30 Nestorovski. All.: Massimo Gotti 6,5.
ATALANTA (3-4-2-1): Gollini; Toloi (cap.), Romero, Palomino; Hateboer (13′ st Gosens), Pessina, De Roon, Maehle; Malinovskyi (36′ st Freuler), Miranchuk (13′ st Ilicic); Muriel (12′ st D. Zapata). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 4 Sutalo, 13 Caldara, 19 Djimsiti, 27 Depaoli, 40 Ruggeri, 7 Lammers. All.: Gian Piero Gasperini.
Arbitro: Calvarese di Teramo 5 (Capaldo di Napoli, C. Rossi di La Spezia; IV Chiffi di Padova. V.A.R. Giacomelli di Trieste, A.V.A.R. Tolfo di Pordenone).
RETI: 1′ pt Pereyra (U), 44′ pt Muriel (A).
Note: ammoniti Pereyra, Zeegelaar, Freuler, Bonifazi e Romero per gioco scorretto. Tiri totali 5-16, nello specchio 1-5, respinti 1-5, parati 0-4. Var: 1. Corner 2-7, recupero 3′ e 6′.

Udine – Meno male che Luis Muriel c’è. Anche se poi finisce risucchiato nel tourbillon delle sostituzioni, Ilicic non accende la miccia e nel secondo tempo all’insegna dell’inconcludenza all’Atalanta il sorpasso al terzo posto alla coppia Roma-Napoli resta amaramente in canna. “I diffidati in ottica Milan non condizioneranno le scelte”. Infatti: l’ipse dixit gasperiniano della vigilia si traduce nel turnover anti Udinese stile Cagliari-Coppa Italia, con la formula Pessina in mediana e il soviet Malinovskyi-Miranchuk tra le linee, più Maehle (prima da titolare in A) a mancina, lasciando fuori per oltre un’ora anche Gosens, panchinaro insieme all’altro diffidato Djimsiti. Dei cartellinati da poker resta il solo capitan Toloi. Risultato? La partita per il terzo posto, recupero della decima giornata che quel 6 dicembre da rinvio segnò anche l’inizio della fine per il Papu Gomez, inizia in salita ripidissima, si raddrizza dopo la strizza del possibile rigore contro del 2-0 che ci stava ma niente, solo un punticino che non avvicina al vertice. Quota 33 significa quinto posto. Ennesima occasione persa, con le piccole è una maledizione, vedi Spezia, Bologna e Genoa prima di questo mercoledì 20 bigiognolo.
Il terminale è il number 9, cinquina nei precedenti due scontri diretti e preferito dallo start all’altro grande ex Zapata, ma il killer da 24 secondi dal via è Pereyra, sfondato il muro Romero-Palomino schiacciato sulla sinistra difensiva per arginare lo spondista Lasagna. L’esterno destro sotto le gambe di Gollini precede la diagonale dell’oriundo del Mato Grosso complicando il cammino, perché all’alba del sesto Maehle anziché crossare dal fondo sul la del mastino tuttosinistro rientra sul destro per la conclusione addosso al muro di Becao. Non va meglio all’ucraino (12′) che si vede rimpallare da Bonifazi la botta da fuori autoprocurata e a Pessina col pretenzioso tacco volante (centrale) sul susseguente angolo da destra del Colonnello. Che al quarto d’ora chiama il fallo a De Paul: punizione del Ronaldito alta. Traiettoria stretta, invece, quando a guadagnarsela (18′) è il russo puntando il centrale destro nemico. Giropalla e movimento okappa, però si fatica come muli, vedi scavino di Malinovskyi (23′), imbeccato dal brianzolo, per lo stacco imperfetto dell’uomo con la fascia al braccio, e inserimento con drop in curva del primo della serie sull’asse russo-colombiano.
Il break friulano con contatto Malina-Zeegelaar sfocia nella palla di seconda appoggiata da Becao per il sinistraccio ai piccioni dell’apripista (34′), appena prima del miracolo di Musso sul destro all’incrocio di Maehle innescato di fronte da Miranchuk dopo un flipper in area. A un ottovolante dall’intervallo l’oriundo tra i legni allunga il piedone per dire di no al radente in corsa di Toloi, servito dal numero 18. Dalle stalle alle stelle tra 42′ e 44′: il Var nega il penalty (braccio-gamba) al Tucumano sulla tentativo di recupero di sfera del portiere-rapper che l’aveva persa, quindi il brasiliano altrui della retroguardia aggiusta di fatto a Luigino il controllo dell’1-1 sul filtrante pessiniano. Nella ripresa le Zebrette provano ad addormentarla e ripartire, spalancandosi all’improvviso (9′) regalando rimessa laterale e doppio corridoio Malinovskyi-Pessina per la sparata alta e dritta dell’altro trequartista in campo. E Bonifazi per poco non centrava il 13 avvitandosi sul piazzato dall’out sinistro di De Paul. Ecco il triplice cambio coi big Ilicic-Zapata dentro, ed ecco l’assist all’indietro di tacco nel nulla dell’altro slavo, smarcatissimo dal tulipano in mezzo. Duro il pullman davanti alla porta da bucare, si sarà detto Romero, girata di tempia (27′) su pallonessa del danese virato a destra al culmine di uno spezzettamento continuo, interrotto da parte locale dal tiraccio dalla lunghissima di Stryger Larsen (34′) sugli sviluppi del secondo angolo. A un tris dal novantesimo allarme rosso sul tracciante di Deulofeu da destra, ma c’è la carica di Zeegelaar sul Gollo: Calvarese fischia. Era al Var nella finalissima del trofeo della coccarda con la Lazio, all’Olimpico, il 16 maggio 2019. Allora non vide il famigerato mani di Bastos, oggi ha chiuso gli occhi a pelo d’erba. Ed è andata benino.
Simone Fornoni