Atalanta – Udinese 3-2 (2-1)
ATALANTA (4-2-3-1): Gollini; Toloi (cap.), Romero, Palomino, Gosens (1′ st Djimsiti); De Roon, Freuler; Malinovskyi (33′ st Maehle), Pessina (33′ st Pasalic), Muriel (1′ st Ilicic); D. Zapata (41′ st Miranchuk). A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 4 Sutalo, 13 Caldara, 40 Ruggeri, 20 Kovalenko, 88 Pasalic, 7 Lammers. All.: Gian Piero Gasperini.
UDINESE (3-5-2): Musso 5,5; Becao 5,5, Bonifazi 6, Nuytinck 5,5 (25′ st Samir 6); Molina 7, De Paul (cap.) 5,5, Walace 6 (37′ st Arslan sv), Pereyra 6,5, Zeegelaar 5,5 (14′ st Stryger Larsen 6,5); Braaf 5 (25′ st Forestieri 6,5), Okaka 5,5 (14′ st Llorente 5,5). A disp.: 31 Gasparini, 96 Scuffet, 87 De Maio, 5 Ouwejan, 6 Makengo, 29 Micin, 30 Nestorovski. All.: Massimo Gotti 6,5.
Arbitro: Manganiello di Pinerolo 6 (L. Rossi di Rovigo, Vono di Soverato; IV Ayroldi di Molfetta. V.A.R. Orsato di Schio, A.V.A.R. Peretti di Verona).
RETI: 19′ e 43′ pt Muriel (A), 45′ pt Pereyra (U), 16′ st D. Zapata (A), 26′ st Stryger Larsen (U).
Note: ammoniti Pereyra e Samir per gioco scorretto. Tiri totali 20-5, nello specchio 9-3, respinti 6-1, parati 7-1. Var: 1. Corner 4-1, recupero 0′ e 3′.

Bergamo – Se Luis Muriel imbraccia la doppietta e Duvan Zapata ne imbrocca una di numero dopo aver lavorato per tutti da punta nominale unica, la caccia alla terza qualificazione di fila in Champions League è una strada in discesa. Nella prima delle dieci tappe della volata finale in campionato l’Atalanta evita l’inciampo su un’Udinese comunque coriacea e brava a sfruttare il millimetro concesso per restare sempre in partita, a dispetto delle cifre che raccontano di un pum pum da quagliodromo.
Gian Piero Gasperini ripropone il 4-2-3-1 visto a Verona, salvo rettifica finale con Maehle dentro, e sembra guadagnarne in termini di produzione costante. La sua squadra non è bellissima, ma è un martello. Comincia a spron battuto Zapata, che al 3′ allarga il diagonale da posizione defilata suggeritogli da Pessina e al 7′ mette fuori sottomisura, con Musso e Nuytinck a contrastarlo, sullo spunto da sinistra di Muriel. Proprio il Ronaldito effettua la primissima conclusione nello specchio con una punizione da trenta metri centrale (14′), segno che non ci sono varchi. Decisamente ciabattata, invece, la seconda, by Malinovskyi in capo a un giro di lancetta in asse col terminale offensivo. Niente paura, la sblocca il bomber scelto, il cui tracciante mancino dall’area sullo scambio con l’allargato Pessina sfiora l’esterno del piede di Bonifazi per infilarsi tra le gambe dello spiazzato Musso. Nemmeno una ventina cronometrica e la scatoletta di tonno è aperta. Serve togliere pure il coperchio, e al 26′ ci provano in tre: Toloi, che in realtà crossa e basta palesando la sciolina sui guantoni dell’argentino altrui tra i legni, Muriel che ancora assistito dal trequartista brianzolo sbatte su Bonifazi e infine Gosens prima pesca il pugno chiuso del baluardo altri e quindi alza troppo la mira appena da fuori. Reagisce soltanto Okaka, che a tiro si accentra da sinistra strozzando però troppo la conclusione per costringere Gollini a più d’un tuffetto per bloccargliela. A 11′ dall’intervallo, altro giro altra cosa, col perno nemico a fermare Pessina sul la del Colonello, mentre la botta dalla distanza di De Roon, appoggiato dal Toro di Cali, è alle stelle. Al 38′ lo scarico di Zapatone per Malina trova un estremo friulano superlativo nel toglierla dall’angolino. Il bis a un paio dalla pausa del dribblomane colombiano, evitato Bonifazi e superato l’oriundo in uscita sull’allungo dell’ucraino, trova la risposta di Pereyra che approfitta del lavorone a destra di un Molina dribblomane anti-Gosens per insaccare il piattone dove il guantipede di casa non può arrivare.
In avvio di ripresa i bergamaschi cercano la chiusura della pratica con insistenza. Il Tucumano smorza il destro di Zapata dal limite (3′), l’istinto di Musso a braccio disteso impedisce il tris allo stesso piede di Pessina imbeccato dall’assistman del 2-0 (4′). Il centrattacco di casa manca la porta svettando sul quarto angolo a favore (8′), la diga olandese lo fa nonostante lo spazio apertogli dall’oriundo del Mato Grosso. Poco dopo l’ora di gioco, ecco il numero 91 finalmente a segno, sfruttando in caduta l’asse Pessina-Malinovskyi per il 3-1. Non c’è comunque requie e, dopo una protesta per un tocco di mano di Palomino (in realtà la sfera gli carambola sul braccio dalla gamba) per “parare” la svettata di Bonifazi sulla punizione di De Paul, il ragazzo a destra di nome Nahuel, professione uomo da passaggi, si sovrappone a Forestieri e di sinistro, dal fondo, coglie il rimorchio dell’accentrato Stryger Larsen per la riapertura delle speranze. Il calcio franco al quarantesimo del capitano avversario non spaventa che i piccioni, tre corsette temporali più tardi Freuler non approfitta del servizio di Maehle tirando in bocca al bonaerense prima che Ilicic manchi il poker su regalo pasquale di Bonifazi alle soglie del novantesimo. Quella di Miranchuk nel recupero è invece una carezza. Buona Pasqua, il nerazzurro è sempre da prime quattro (58 punti) della classifica.