Bergamo – «L’influenza dell’alchimia sulla scienza moderna». Ci si può domandare che significato abbia con il gioco del calcio, magari si pensa che sia una delle tante astruserie che dominano negli staff degli allenatori moderni, da Mourinho a Mazzarri o a qualche apprendista mago del Kazakistan. Eppure col calcio c’entra: infatti è la tesi di laurea del dottor Nicolò Crotti. Nella Bergamo calcistica non è conosciuto come un alchimista ma come fantasista, trequartista, seconda punta, centrocampista offensivo, e chi più ne ha più ne metta, del Pontisola. Uno dei migliori calciatori della serie D nazionale, un talento puro del nostro calcio, un altro fiore del settore giovanile dell’Atalanta, anche se il rapporto è stato abbastanza tormentato. Eppure Sergio Porrini, suo allenatore al Pontisola è sicuro che nel mondo professionistico sfonderà. In giro si dice di lui: la serie B non sarebbe un’esagerazione e non è un caso che i suoi miti siano Del Piero, prima, e Diamanti, adesso. Intanto a 24 anni sta per entrare, in modo completo, nel calcio professionistico ed è nel mirino del Pavia di Alessio Pala, Prima Divisone della Lega Pro, ma non solo.
Nicolò Crotti chiarisce subito: «Non ho ancora firmato. Sì, ci sono delle trattative ma niente di concreto. Certo mi piacerebbe giocare a Pavia perché ritroverei Alessio Pala e potrei continuare l’università senza problemi. Eppure sono affascinato dal mondo professionistico. E’ un paio d’anni che lo sfioro, certo c’è la crisi… Ogni anno spariscono una ventina di società. Ma resta un grande stimolo. Non vedo l’ora di poter cominciare».
Flashback sul viaggio giovanile: «Ho cominciato nel Boccaleone. Il salto all’Atalanta nella categoria esordienti prima col maestro Bonifaccio e poi con Titti Savoldi, uno degli allenatori più bravi che ho incontrato. Indimenticabile. Dopo la Primavera il trasferimento a Prato, dove c’era Corrado Orrico, non è stata una stagione entusiasmante, quindi Caravaggio, Colognese con Oscar Magoni e un campionato strepitoso. Le prime sirene della Lega Pro ma niente di concreto. Una parte di campionato al Darfo e poi al Pontisola».
E avete sfiorato la promozione: «Per me è stato il campionato più esaltante. Abbiamo fatto il massimo, più di così non si poteva. Peccato per la beffa finale, solo un punto di distacco dalla Pergolettese che, comunque, aveva una rosa largamente più ampia rispetto alla nostra. Un gruppo fantastico, grazie anche a Porrini, che ha saputo colmare le lacune con un fortissimo spirito di gruppo. Tutti hanno camminato nella stessa direzione con un diesse come Enrico Vecchi che ha sempre predicato l’unità della squadra».
Un dirigente che è la colonna portante della società pontisolana. Nicolò è figlio di Roby Crotti, allenatore tra i più apprezzati del nostro calcio. «Ovviamente si pensa che sia stato un raccomandato. Non è così anche perché con lui non ci sono mezze misure, o bianco o nero. Il rapporto non mi ha mai pesato. E’ stato l’unico che ha creduto in me fino in fondo. Comunque farei fatica a giocare in una squadra allenata da lui. Non andrei d’accordo e poi c’è già mio fratello Luca, a Caravaggio, che lo sopporta».
Calcio e studio binomio impossibile per i giovani calciatori professionisti, anche qui Nicolò è un esempio da imitare. «Mia mamma che è un’insegnante mi ha sempre stimolato e aiutato. Certo si fa fatica perché quando si arriva a casa alle sette di sera bisogna fare i compiti. E quando frequentavo il Lussana non era semplice. Poi ho scelto la facoltà di lettere, sono sempre stato attratto dal mondo del giornalismo, non quello sportivo sia chiaro. Mi è sempre piaciuto avere altri interessi oltre al calcio anche perché la mia carriera può durante ancora dieci-dodici anni e poi bisogna ricominciare un’altra vita».
Soldi, veline e creste, questa la cultura del calciatore: «E’ un luogo comune niente affatto abusato. E’ assurdo che la maggior parte dei calciatori abbia la terza media come titolo di studio. Mi sembra che i calciatori vivano in un mondo a parte, in una bolla di sapone tutta loro. Se venissero interrogati sulla politica, sono convinto che molti risponderebbero con un boh».
E invece: «Sono convinto che siamo arrivati all’anno zero. O c’è una svolta o si cade nel baratro. Vent’anni di false promosse hanno stancato, Ci vuole un cambiamento radicale, oltre destra e sinistra».
Nicolò Crotti, che è fidanzato con una ragazza che conosce i tempi e i modi dell’ambiente calcistico e quindi lo accetta, ha passioni musicali che vanno dai Beatles agli Oasis e letterarie che cominciano con Tolkien e sconfinano in Paulo Coelho. Come a dire fantasia e sogni.
Giacomo Mayer